
AMBASCIATA PORTA PENA – POLEMICHE IN GRAN BRETAGNA PER LA COSTRUZIONE DI UNA MEGA-AMBASCIATA CINESE A LONDRA, A DUE PASSI DALLA CITY – PER I DISSIDENTI E GLI OPPOSITORI DEL GOVERNO DI XI JINPING, LA NUOVA SEDE DIPLOMATICA SAREBBE UNA “MEGA BASE DI SPIONAGGIO” E UN MODO PER PERMETTERE ALLA CINA DI INFILTRARSI NEL SISTEMA FINANZIARIO BRITANNICO – UNA BELLA GRANA PER KEIR STARMER, CHE HA RICUCITO I RAPPORTI CON PECHINO NONOSTANTE UN DOCUMENTO ABBIA RIVELATO CHE…
Estratto dell’articolo di Michelangelo Cocco per “Domani”
«Quell’ambasciata non s’ha da fare!». A gridarlo sono hongkonghesi, tibetani, uiguri e dissidenti vari: assieme ai conservatori britannici – spalleggiati oltre oceano da Donald Trump – stanno provando a impedire che la Repubblica popolare cinese apra quella che diventerebbe l’ambasciata più grande d’Europa, a due passi dalla City, distretto finanziario di Londra.
La nuova sede dovrebbe occupare una serie di edifici per complessivi 20mila metri quadrati dell’antica zecca di stato, dieci volte l’attuale rappresentanza diplomatica di Pechino a Portland Place. Gli oppositori l’hanno etichettata come la «mega base di spionaggio» della Cina a Londra.
il progetto della nuova ambasciata cinese a londra 3
Eppure il progetto ha avuto (salvo ripensamenti) il via libera da parte del governo laburista di Keir Starmer, fautore di una politica conciliante nei confronti della Cina, dopo che l’ex premier conservatore, Rishi Sunak, nel 2022 aveva dichiarato chiusa la golden era delle relazioni sino-britanniche avviata dal suo collega di partito David Cameron. […]
A preoccupare le diaspore delle minoranze etniche e quanti hanno appoggiato la rivolta pro-democrazia di Hong Kong nel 2019 è il ruolo che le ambasciate hanno nel tracciamento dei dissidenti all’estero. […]
Lo studioso della School of Oriental and African Stdies Steve Tsang ha ricordato che «il governo cinese dal 1949 non ha precedenti di sequestri di persone e di detenzione nei complessi delle sue ambasciate».
LA STRATEGIA DI TRUMP
il progetto della nuova ambasciata cinese a londra 2
L’altro spauracchio agitato a Londra dalle migliaia di persone che negli ultimi tempi hanno manifestato contro la nuova sede diplomatica è che quest’ultima permetterebbe alla Cina di infiltrarsi nel sistema finanziario britannico, sfruttando i cavi in fibra ottica che trasportano dati sensibili per le aziende della City di Londra.
Questo perché il nuovo sito – che Pechino ha acquistato nel 2018 per 255 milioni di sterline – un tempo ospitava la sala contrattazioni della Barclays Bank, ed era collegato direttamente all’infrastruttura finanziaria del Regno Unito. È proprio su questo punto che ha fatto leva Trump, che secondo quanto riportato dal Times si è detto «profondamente preoccupato per il possibile accesso da parte della Cina alle comunicazioni sensibili di uno dei nostri più stretti alleati».
il progetto della nuova ambasciata cinese a londra 1
L’ambasciata cinese ha tagliato corto: «Le forze anti-cinesi stanno usando i rischi per la sicurezza come scusa per interferire con la valutazione del governo britannico». […] Sulla scrivania di Starmer però il dossier sulla nuova sede della rappresentanza diplomatica si è trasformato in una patata bollente. Ad accendere ulteriormente la disputa è arrivato un rapporto di UK-China Transparency, secondo il quale ad alcuni studenti cinesi nel Regno Unito avrebbero il compito di “spiare” i loro compagni di università e impedire un dibattito liberi su temi scomodi per Pechino, come i diritti umani o le politiche nei confronti delle minoranze. Per ora Starmer va avanti per la sua strada, rivendicando l’impegno verso la Cina.