tiziano renzi luca lotti luigi marroni carlo russo

“LUCA LOTTI MI DISSE DI STARE ATTENTO E AGITÒ IL TELEFONINO” - L’EX AD DI CONSIP, LUIGI MARRONI, SI TOGLIE I MACIGNI DALLE SCARPE AL PROCESSO DI ROMA CHE VEDE IMPUTATI TIZIANO RENZI, ALFREDO ROMEO E L'EX SOTTOSEGRETARIO: “A GENNAIO 2016 LOTTI MI RACCOMANDÒ DI ESSERE GENTILE CON VERDINI, ‘CHE CI TIENE SU IL GOVERNO’” - LA RIVELAZIONE DELL’INDAGINE E LE PRESSIONI DELL’IMPRENDITORE CARLO RUSSO: “NON HO DATO SEGUITO ALLE RICHIESTE CHE MI HANNO FATTO E A GIUGNO 2017 SONO STATO FATTO FUORI DA TUTTO. DOPO L’ADDIO A CONSIP HO AVUTO DIFFICOLTÀ A LAVORARE, MI HANNO FATTO TERRA BRUCIATA…”

luigi marroni foto di bacco

Sara Menafra per www.open.online

 

Non ha cambiato linea, Luigi Marroni ex amministratore delegato di Consip, l’azienda unica degli appalti pubblici dalle cui vicende è nata l’inchiesta penale nei confronti di Luca Lotti per violazione del segreto istruttorio e di Tiziano Renzi per traffico di influenze.

 

luca lotti foto di bacco (1)

Nel corso del processo che si sta svolgendo a Roma, interrogato dal pm Mario Palazzi, Marroni – fin dal principio il grande accusatore dell’indagine – ha ribadito le dichiarazioni che aveva fatto durante gli interrogatori, prima a Napoli e quindi a Roma. Condendole di alcuni particolari, soprattutto per quanto riguarda l’ex ministro Luca Lotti, renziano di ferro all’epoca dei fatti.

TIZIANO RENZI

 

Le richieste di Tiziano Renzi

A proposito del padre dell’ex presidente del Consiglio, Marroni ha spiegato soprattutto che il suo ruolo fu determinante nell’accreditare un giovane imprenditore toscano, Carlo Russo, poi divenuto una figura centrale dell’inchiesta ora a processo.

 

Siamo nel 2016 e Matteo Renzi è ancora presidente del consiglio. Marroni, un passato da assessore alla Sanità in Toscana, è l’uomo più potente della grande centrale degli appalti pubblici, Consip appunto. Nel settembre 2016 nel suo ufficio si fa vivo un giovane imprenditore, Carlo Russo: «La mia segretaria disse che l’aveva accreditato Lotti e che per questo aveva il mio cellulare. Lotti non me lo disse mai direttamente, però».

denis verdini luca lotti

 

Dopo i primi incontri, piuttosto “generici”, Marroni incontra Tiziano Renzi e le cose cambiano: «Tiziano mi disse di ricevere questo imprenditore e che era un bravo ragazzo. Io gli dissi di sì, non ricordavo di averlo già visto».

 

Quando Russo si presenta nuovamente però, il tono è molto diverso: «Mi disse che dovevo mettermi a disposizione delle richieste sue e di Denis Verdini. E che se non avessi fatto quello che mi chiedevano rischiavo di perdere il ruolo che avevo ottenuto grazie al fatto che Matteo Renzi era premier. Ero abbastanza frustrato perché mi sentivo messo sotto pressione dall’ultimo arrivato».

 

MATTEO RENZI TIZIANO

Le minacce, aggiunge Marroni, si rivelarono realistiche: «Non ho dato seguito alle richieste che mi hanno fatto e a giugno 2017 sono stato fatto fuori da tutto. Dopo l’addio a Consip ho avuto difficoltà a lavorare, mi hanno fatto terra bruciata».

 

La rivelazione dell’indagine

LUIGI MARRONI

Il clima nei suoi confronti, aggiunge Marroni, era già cominciato a cambiare nell’estate del 2016. «Luca Lotti mi disse che c’era un’inchiesta che riguardava i rapporti tra Consip e l’imprenditore Alfredo Romeo e che la seguiva la procura di Napoli», ma , aggiunge, «notizie analoghe mi erano già arrivate anche da altre fonti».

 

SALTALAMACCHIA

Il primo a dirgli dell’esistenza di una inchiesta sarebbe stato Filippo Vannoni, ex presidente di Publiacqua Firenze e manager a lui vicino. Poi il generale della Guardia di finanza Emanuele Saltalamacchia, imputato nel processo. Ad agosto, sarebbe stata la volta della chiacchierata con Luca Lotti: «Lo incontrai il 3 agosto 2016. Alla fine della riunione, mentre ci spostavamo verso palazzo Chigi attraversando la galleria Alberto Sordi, mi disse di stare attento e agitò il telefonino», ha raccontato Marroni.

 

CARLO RUSSO

Ulteriore conferma sarebbe arrivata dal presidente di Consip, Luigi Ferrara: “Mi confermò la cosa e mi disse che aveva ricevuto conferma anche dal generale Tullio Del Sette (Del Sette è stato già condannato a 10 mesi per questi fatti ndr)”. I rapporti con Alfredo Romeo, dice comunque Marroni, erano stati sempre solo formali: «Lo incontrai e mi invitò ad un convegno presieduto dall’allora capo di Anac, Raffaele Cantone, ma preferii non andare. Per averlo escluso dalle gare Consip mi ha fatto causa per un miliardo di euro».

LUIGI MARRONI

 

Le “tensioni” con Lotti

È forse a proposito di Luca Lotti che Marroni è particolarmente esplicito. «Quando ho spiegato ai pm delle informazioni che mi aveva dato circa le indagini in corso, so che ha risposto che ero animato da malanimo nei suoi confronti. Eppure, fino al giorno prima della decisione di farmi fuori da Consip nessuno ha mai avuto nulla da ridire sul mio comportamento».

lotti tiziano renzi

 

A gennaio 2016, ad esempio, Lotti sarebbe stato molto esplicito nel raccomandargli di «essere gentile» con Denis Verdini «che ci tiene su il governo». Quindi, a stretto giro gli avrebbe chiesto di incontrare un altro imprenditore e di favorire un’azienda toscana: «Cosa che non feci. Assunsi invece un ex deputato del Pdl che mi aveva segnalato, si rivelò utile perché poteva entrare e uscire dal parlamento a piacimento».

 

RENZI VERDINI

Dopo la notizia degli interrogatori fatti, ormai nel 2017, il clima nei suoi confronti cambiò ancora: «Non mi hanno mai detto che dovevo dimettermi. Forse il più esplicito è stato Denis Verdini. Mi disse: “Luigi se attenui forse possiamo gestire la cosa” ma alla mia domanda di spiegarsi meglio fu molto generico». Dopo la nuova convocazione in procura, del giugno 2017, nel corso della quale Marroni ribadisce le accuse sia su Tiziano Renzi sia su Luca Lotti, il cda di Consip si dimette in blocco, costringendolo alle dimissioni.

DEL SETTE RENZI LOTTI CONSIPLUCA LOTTICARLO RUSSOCARLO RUSSOSALTALAMACCHIA RENZILUCA LOTTI E TIZIANO RENZIrenzi, lotti. fiorentina juve 2 1 16tiziano renzi luca lotti

 

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…