olindo romano rosa bazzi

ROSA E OLINDO, UNA STORIA SENZA FINE - A QUINDICI ANNI DALLA STRAGE DI ERBA, LA VICENDA NON SI È CONCLUSA PERCHE’ GLI AVVOCATI DIFENSORI LAVORANO A UN'ISTANZA DI REVISIONE DEL PROCESSO - NUZZI: “LA DIFESA HA SEMPRE PROTESTATO RITENENDO LA CONFESSIONE INDOTTA CON ROSA E OLINDO CHE AVREBBERO VISTO LE FOTO DELLA STRAGE E CONOSCIUTO I DETTAGLI. CONTAMINATA LA TRACCIA DI SANGUE DEL BATTITACCO, IL RICONOSCIMENTO DI OLINDO ROMANO INFICIATO DA MISTERIOSI “BUCHI” NELLE INTERCETTAZIONI DI FRIGERIO…”

Gianluigi Nuzzi per “la Stampa”

 

rosa olindo

A quindici anni dalla strage di Erba, uno dei peggiori fatti di cronaca dell'Italia nel nuovo millennio, la vicenda non si è conclusa. I parenti non possono ancora provare a metabolizzare il lutto, increduli che a distanza di oltre dieci anni dalla sentenza definitiva di Cassazione con l'ergastolo a Rosa Bazzi e Olindo Romano si rimanga sospesi in un limbo. Un anno fa i giudici con l'ermellino avevano respinto l'ennesima richiesta di riconsiderare una serie di reperti che per i difensori della coppia avrebbe fatto riaprire il caso.

 

E questo pareva l'ultima risposta, pronunciata dalla più qualificata corte, a chi vede due innocenti in carcere. In realtà, da mesi i penalisti continuano a lavorare su un'istanza di revisione del processo che potrebbe essere presentata nella prossima primavera. Prima di sciogliere la riserva attendono le relazioni finali dei consulenti che hanno ingaggiato - un medico legale e uno psichiatra - e capire se da queste emergeranno elementi utili a riportare la strage di Erba in aula.

olindo romano e rosa bazzi

 

L'altra mossa che i difensori starebbero valutando è quella di aggredire un altro gruppo di reperti, conservati in laboratorio a Pavia e al Ris dei carabinieri, chiedendo istanza di accesso per valutarli ed esaminarli. Il confronto si sposta quindi sulla consistenza degli elementi innovativi che gli avvocati riusciranno a sottoporre con buona pace di chi non riesce a cicatrizzare le ferite patite dall'atrocità di quella sera dell'11 dicembre 2006 quando in una delle palazzine di via Armando Diaz 25 a Erba vengono uccise quattro persone: Raffaella Castagna (30 anni), il figlio Youssef Marzouk di soli due anni, la nonna del bimbo, Paola Galli di 60 anni, e una loro vicina, Valeria Cherubini di 55 anni che vive in mansarda con il marito Mario Frigerio.

FABIO SCHEMBRI - LE IENE

 

Sopravvive solo quest' ultimo grazie a una malformazione congenita alla carotide che gli impedisce di dissanguarsi, e diverrà così il testimone principale dell'accusa. In fiamme finirà la casa del piccolo che si trova al primo piano del condominio, sopra Rosa e Olindo che a gennaio del 2007 ammetteranno di essere gli autori della strage. Rosa: «Il bambino perché lo ha ucciso?»

 

servizio delle iene sulla strage di erba 2

E Rosa che risponde: «Perché urlava () perché piangeva e mi dava fastidiomi aumentava il mal di testa quando lo sentivo». Ma alla fine del primo processo in alcune dichiarazioni cambiano versione per sostenere la loro innocenza con Olindo: «Non ho fatto altro che dirgli le notizie tramite i giornali». Ammissioni per l'accusa dense di «particolari significativi riferibili solo da soggetti che abbiano effettivamente vissuto la scena del crimine».

 

servizio delle iene sulla strage di erba 4

Quali? «Indicano l'auto che le vittime hanno usato quel giorno -di Carlo Castagna, non la panda solitamente usata da Paola Galli, la posizione finale delle vittime, i cuscini vicino al corpo di Raffaella e della madre, localizzano con esattezza i focolai d'incendio». Il cerchio dei sospettati si era subito stretto sugli inquilini dello stabile. Il portoncino della palazzina poteva essere aperto solo da chi aveva le chiavi, perché gli inquirenti scartarono ogni altra via di fuga visto che sul terrazzo di casa Castagna non erano state rilevate impronte.

 

OLINDO E ROSA1

E poi la testimonianza di Frigerio («non me la dimenticherò mai quella faccia»), la traccia di sangue sul battitacco dell'auto dei coniugi con caratteristiche genetiche sovrapponibili perfettamente a quelle della Cherubini. Una traccia priva di degradazione del dna tanto da ritenere che sia stata impressa prima dell'arrivo dei vigili del fuoco che con l'acqua utilizzata per spegnere l'incendio avevano poi compromesso la scena del crimine. Le perizie medico-legali affermano che gli assassini hanno usato due coltelli e una spranga per infliggere complessivamente 76 colpi.

ROSA E OLINDO

 

La difesa invece ha sempre protestato ritenendo la confessione indotta con Rosa e Olindo che avrebbero visto le foto della strage e conosciuto i dettagli. Contaminata la traccia del battitacco, mentre il riconoscimento di Romano era inficiato da misteriosi «buchi» nelle intercettazioni di Frigerio, e l'assenza assoluta di tracce di Rosa e Olindo. Durante la sua requisitoria il pm Astori sceglie la più cruda delle ricostruzioni. Riferendosi a Olindo ricorda come in un video terrificante abbia detto: «No, è stato come ammazzare un coniglio, se l'è meritata» e poi riferendosi a Rosa: «E così il bambino espone il collo e la stessa mano che ha infilato il coltello nella mamma, nella nonna, arriva lì e lo infila senza pietà. E lo dissangua.

 

rosa bazzi

Il bambino non avrà più nemmeno una goccia di sangue sul tavolo dell'obitorio per i prelievi. Ma sul palmo della mano due ferite, inequivocabilmente da difesa, eccole. Aveva anche lui tentato come la mamma in un ultimo gesto istintivo di afferrare la lama e ci era quasi riuscito.() Non scorderemo mai, noi che l'abbiamo vista alzarsi dalla sedia durante quell'interrogatorio, mimare il gesto del bambino, dell'accoltellamento.

 

Mostrare come l'aveva raggiunto, dove l'aveva infilato. Quella sera uscendo dall'interrogatorio avevamo un unico rammarico, ce lo portiamo anche oggi: non averlo filmato. Non averlo ripreso. Quello sarebbe stato un documento eccezionale. Avete sentito come lo diceva, contemporaneamente mimava il gesto. Si è alzata dalla sedia e ce lo ha fatto vedere». Il 3 maggio 2011 arriva la condanna definitiva all'ergastolo.

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...