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“SARANNO TEMPI DIFFICILI” – PEDRO SANCHEZ ANNUNCIA CHE IL GOVERNO DOMANI DICHIARERÀ DUE SETTIMANE DI STATO D'ALLARME E "MOBILITERÀ TUTTE LE RISORSE", INCLUSO L'ESERCITO, PER FRONTEGGIARE L’EMERGENZA CORONAVIRUS: I CONTAGIATI SONO OLTRE 4MILA, MA IL PREMIER NON ESCLUDE I 10MILA POSITIVI LA PROSSIMA SETTIMANA – QUATTRO CITTADINE VICINE A BARCELLONA SONO IN LOCKDOWN E LE BALEARI CHIUDONO LE DISCOTECHE A IBIZA E A MAIORCA – CENTINAIA GLI ITALIANI BLOCCATI SENZA VOLI: “NON C’È MODO DI TORNARE…”

1. PEDRO SANCHEZ DICHIARA LO STATO DI EMERGENZA PER DUE SETTIMANE

Da "LaPresse"

 

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Sanchez ha spiegato che il governo domani dichiarerà due settimane di stato d'allarme e il Paese "mobiliterà tutte le risorse", incluso l'esercito. Il premier ha aggiunto di non poter escludere che i casi in Spagna superino quota 10mila la prossima settimana. "E' un'emergenza che colpisce la vita e la salute di tutti. Il governo proteggerà tutti i cittadini", ha precisato.

 

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Il ministero della Salute di Madrid ha fornito il nuovo bilancio legato al nuovo coronavirus in Spagna: i morti per Covid-19 sono 120, i contagiati 4.209. Lo hanno riferito i media spagnoli. Il numero più alto di casi nella regione di Madrid, dovei contagi sono 2.078, i morti 64.

 

Quattro cittadine vicine a Barcellona sono in 'lockdown', con circa 60mila persone confinate nelle case e blocchi di polizia nelle strade. Si tratta della prima 'zona rossa' imposta dalle autorità in Spagna, in questo caso da quelle catalane, mentre il numero dei positivi aumentato drasticamente, mettendo a serio rischio il sistema sanitario.

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Le infezioni nel Paese sono oltre 3.800, con almeno 84 decessi, con un tasso d'infezione che si è impennato. In alcune aree più colpite il numero di casi è raddoppiato nel corso della notte. La zona di Madrid è di particolare preoccupazione, con quasi 2mila persone positive al test e gli ospedali che si stanno rapidamente riempiendo.

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Il governo ha chiuso musei e centri sportivi, lasciato a casa 10 milioni di studenti e chiesto che sia usato il telelavoro, limitando gli assembramenti negli eventi pubblici nelle zone ad alto rischio. Più di 62 Paesi hanno ristretto gli arrivi dalla Spagna, che ha a sua volta bloccato i voli con l'Italia.

 

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Il vice governatore di Madrid, Ignacio Aguado, ha detto a Tve che nella regione mancano gli equipaggiamenti medici, nonostante abbia annunciato un piano senza precedenti sulle unità di terapia intensiva in ospedali pubblici e privati, ma anche la conversione di hotel in camere d'ospedale. Almeno due catene hanno offerto i propri spazi.

 

2. IBIZIA E MAIORCA: CHIUSE DISCOTECHE, PUB E PALESTRE 

DAGONEWS

 

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Il coronavirus ferma anche la movida, Ibiza e Maiorca chiuderanno tutti i pub e i club nella speranza che la misura possa arrestare il contagio.

 

La decisione è stata presa dal governo regionale delle Baleari che ha imposto la chiusura di discoteche, club, pub, palestre e impianti sportivi, casinò e sale da gioco a Maiorca e Ibiza.Ha inoltre ordinato a bar, ristoranti, teatri e cinema di ridurre gli ingressi di almeno un terzo.

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Ci sono attualmente 26 casi di coronavirus nelle Baleari. Una donna di 60 anni è morta dopo aver contratto il virus.

 

3. CENTINAIA DI ITALIANI BLOCCATI IN SPAGNA SENZA VOLI. "NON C'È MODO DI TORNARE A CASA. FORSE UNA NAVE DA BARCELLONA A CIVITAVECCHIA"

Da “www.repubblica.it”

Il taglio dei voli da e per l'Italia sta creando enormi problemi a migliaia di italiani all'estero che in queste ore cercano disperatamente un modo per rientrare a casa.

In centinaia sono bloccati in Spagna dopo che in poche ore tutte le compagnie si sono viste costrette a cancellare tutti i collegamenti, Alitalia, Ryanair, Easyjet.

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"Ci hanno detto che forse l'unica opportunità per poter rientrare in Italia nei prossimi giorni è una nave da Barcellona a Civitavecchia che la Grimaldi si sarebbe resa disponibile ad effettuare", racconta Teresa Onorati, ricercatrice e professoressa universitaria all'università di Madrid che vive in Spagna da 12 anni ma che da ieri sta cercando di capire come far tornare sua madre che era andata a trovarla.

 

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"Siamo allibiti - racconta a Repubblica - nessuno sa darci risposte, a cominciare dal consolato italiano al cui numero risponde un call center che non è in grado di dare alcuna informazione se non dirci di guardare online le pagine delle varie compagnie aeree e verificare se qualcuno fa ancora voli. Ci hanno detto che per l'Italia non c'è alcun problema per il rientro a casa dei connazionali, ma se gli altri Paesi chiudono i voli come dovrebbero tornare?

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Dalla Farnesina ci hanno detto di questa possibilità della nave ma non ci hanno saputo dare nessuna indicazione su come e quando avere informazioni. Mia madre è fortunata perchè può stare a casa mia ma chi era fuori in vacanza come dovrebbe fare? Sostenere le spese per rimanere all'estero a tempo indeterminato?".

 

Dall'ambasciata italiana a Madrid assicurano che è stata creata una task force per dare immediata assistenza ai tanti connazionali che si trovano bloccati. Sulla homepage viene aggiornata la situazione e da domani saranno disponibili dei numeri verdi.

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L'ambasciata consiglia al momento delle soluzioni individuali con triangolazioni aeree dalla Spagna verso altri Paesi che al mantengono i collegamenti aerei con l'Italia e conferma la possibilità di rientro via mare con il collegamento Barcellona-Civitavecchia.

 

Il problema non riguarda ovviamente solo la Spagna. Unn gruppo di connazionali che in questi giorni erano in rientro dall'Austria, dopo la cancellazione di un volo dietro l'altro, ha dovuto affrontare una vera odissea per raggiungere l'Italia. Colpa delle misure anti-contagio messe in campo oltre il Brennero per 'blindare' la frontiera con l'Italia.

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Il treno diretto a Udine, preso in tutta fretta dagli italiani che tentavano di tornare a casa, ha cambiato destinazione in corsa: "Volevano farci scendere a Villach, poi hanno fatto terminare il viaggio a Tarvisio, la direttiva era che il treno non avrebbe dovuto superare il confine italiano.

 

Lì ci hanno preso e portato con un pullman fino a Udine. Nessuno aveva informazioni, né l'ambasciata né il consolato italiano a Vienna. Eravamo abbandonati a noi stessi", racconta all'AdnKronos Salute Jennifer, 16 anni. Per la studentessa e la sua famiglia il viaggio di ritorno dall'Austria è cominciato alle 12 di ieri e non si è ancora concluso. La sua ultima destinazione è Reggio Calabria.

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Ma anche a Roma c'è stata l'ennesima cancellazione. Troppo pochi i passeggeri, quindi niente più treno diretto fino alla città sullo Stretto. Il gruppo si è dovuto imbarcare in un altro viaggio della speranza spezzato da decine di fermate in stazioni minori. "Abbiamo perso tanti soldi, e tempo".

 

In origine, infatti, il rientro era programmato due giorni fa con un volo Vienna-Malpensa e Malpensa-Lamezia. Da lì in auto fino a Reggio.

Ma il primo tratto di questo itinerario salta: volo cancellato. E i soldi del biglietto per il secondo volo, perduti.

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Quindi la famiglia prenota e acquista un nuovo volo, stavolta Vienna-Catania, nel tentativo di aggirare la tappa intermedia in Lombardia, epicentro del contagio in Italia. Cancellato pure questo, e persi altri soldi spesi per prenotare l'autobus da Catania a Messina, da dove imbarcarsi per raggiungere Reggio Calabria via mare.

 

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Fallito ogni tentativo con gli aerei, insieme a diversi altri gruppi di italiani, anche Jennifer e i suoi compagni di viaggio decidono di rivolgersi all'ambasciata italiana a Vienna e da lì vengono indirizzati al consolato, "dove però nessuno sapeva niente, né poteva assicurarci niente - dice la giovane - C'era gente di Catania, Firenze, Verona, Napoli. Tutti con lo stesso problema. Abbiamo protestato e una funzionaria ci ha detto di cercare mezzi alternativi per tornare in Italia".

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Italiani bloccati anche in Marocco. "Siamo partiti da Pisa il 5 (vacanza prenotata da tanto), 2 adulti e una bimba, avremmo dovuto rientrare sabato 14 - dice Roberto Grosso - il 10 ci è stato cancellato il volo di ritorno, dall applicazione Ryanair ho rifatto il biglietto per il 17, che oggi è stato nuovamente cancellato, non c'è modo di rifarlo, sembra che non ci siano voli.

 

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Non sappiamo come è cosa dobbiamo fare, mi chiedo possibile che lo stato italiano non ci dia modo di ritornare, anche perché la vita fuori dal tuo paese ha un costo che dopo un po' di prolungamento non tutti possono affrontare.

 

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Le uniche notizie che sappiamo ci arrivano dai nostri familiari in italia (oltretutto molto preoccupati per noi) e da internet, vorremmo un po' di chiarezza, e soprattutto vorremmo rientrare in Italia, so che anche lì la situazione è problematica ora, ma almeno avremmo l'appoggio dei familiari e saremmo nel nostro paese".

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