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IL SERVIZIO DE "LE IENE" SU INTER-JUVE DEL 2018, CON IL FAMOSO FALLO DI PJANIC NON SANZIONATO DA ORSATO, SCOPERCHIA UN INSIEME DI CONTRADDIZIONI E STRANEZZE - IL VIDEO DELLA SALA VAR SENZA AUDIO SOLO IN ALCUNI PASSAGGI - IL LABIALE DI VALERI AL VAR DECIFRATO DA "LE IENE" ("HO CONTROLLATO ADESSO, IL CONTRASTO C'E'") SMENTISCE LA VERSIONE FORNITA DAGLI ARBITRI AGLI INQUIRENTI - LA CONVINZIONE DELL'ASSISTENTE ALESSANDRO GIALLATINI DELLA NECESSITA' DI AMMONIRE PJANIC - MARCO OCCHIPINTI E FILIPPO ROMA, AUTORI DELL’INCHIESTA DE "LE IENE", CHIEDONO DI ESSERE SENTITI DALLA PROCURA DI BOLOGNA - VIDEO!

 

IL SERVIZIO DE "LE IENE"

https://www.iene.mediaset.it/video/arbitro-var-fallo-pjanic_1065404.shtml

 

DAGONOTA

il servizio de le iene su inter juventus

Marco Occhipinti e Filippo Roma, autori dell’inchiesta giornalistica de "le Iene", presentano una nuova istanza e chiedono di essere sentiti dalla Procura di Bologna. I due erano stati querelati a seguito della messa in onda del primo servizio (6 ottobre 2020) sul caso, insieme all’ex Procuratore Giuseppe Pecoraro. Occhipinti e Roma fanno istanza per un'ulteriore indagine alla procura di Bologna, tra cui quella di sentire i tecnici della società che si occupa della parte tecnologica delle registrazioni della sala Var.

 

1 - «ORA VADO IN PROCURA»

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Pino Taormina per "il Mattino"

 

La prima diffida che viene inviata alla Procura federale la firma l' avvocato napoletano Erich Grimaldi. Viene spedita la sera del 3 maggio 2018, cinque giorni dopo la gara tra Inter e Juventus. È il primo atto che apre il caso (ma arriveranno altri esposti di avvocati e associazioni) che, poi, viene rilanciato sia dall' intervista al Mattino dell' ex prefetto Pecoraro che ammise l' assenza dell' audio che dai servizi delle Iene.

 

«Ma commisi un errore - racconta l' avvocato Grimaldi - e la procura federale mi rispose dicendo che non avrebbe mai potuto rilasciare i file del Var opponendo la circostanza che fossi un soggetto estraneo all' ordinamento federale e quindi a ottobre dello stesso anno, vennero archiviate tutte le denunce, con riferimento all' evento».

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Ovviamente, l'allora presidente della procura Figc Giuseppe Pecoraro, a sua volta, aveva avviato un procedimento, facendo richiesta sia all' Aia che alla Lega Calcio degli audio e dei video relativi a quei trentacinque secondi. E scoprì, anche lui, quando arrivò il plico che c' era un file video ma senza voci. Racconta ancora l' avvocato Grimaldi: «All' epoca non immaginavo che bisognasse inviare la diffida, via pec, anche alla Ssc Napoli (interessata alla classifica) o all' Inter (che aveva disputato la partita), squadre che avrebbero potuto proporre ricorso, sollecitare la consegna dell' audio della sala Var, secondo quanto previsto dal Codice di Giustizia Sportiva nei termini previsti ex art. 38, compulsando le necessarie indagini e verifiche. Si perse del tempo prezioso. Ma resta la mia domanda: se ho inviato una diffida, perché tutta quella fretta?».

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In realtà, nel corso delle dichiarazione rese da Luca Borrelli, manager di Hawk-Eye, alla squadra mobile della questura di Bologna, c' è la spiegazione. Che piaccia o no, i file audio e quelli video vengono archiviati in maniera separata e conservati nella sala Var dello stadio fino alla gara successiva. In questo caso, la gara successiva venne giocata il 5 maggio e fu Milan-Verona.

 

LA DIFFIDA

L' avvocato Grimaldi racconta ancora. «Mi ha colpito il silenzio del Napoli. Perché provvidi dopo qualche giorno, a invitare, pubblicamente, De Laurentiis a proporre ricorso per richiedere i file audio delle conversazioni in contestazione. Ma nulla fu fatto, il Napoli non ha mai sollecitato la consegna di audio, almeno a quanto risulta dalla documentazione in mio possesso».

 

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In ogni caso, sarebbe stato inutile. Ma Grimaldi, da quel momento, diventa una spina nel fianco: «Nella stagione successiva, ad ogni episodio sospetto come per esempio dopo Sampdoria-Juventus e Juventus-Inter, inviavo la medesima diffida, per chiedere gli audio delle conversazioni degli episodi dubbi, indirizzandola, in questo caso, anche alle squadre direttamente interessate, tra le quali, ovviamente, il Napoli. E ho pure inviato altre diffide come dopo il contatto tra Kjaer e Llorente in Napoli-Atalanta».

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Fu lo scontro che spinse Carlo Ancelotti ad affrontare faccia a faccia Rizzoli nel corso di un incontro tra arbitri e allenatori a Roma. Il legale allarga le braccia. «Hanno sempre archiviato le mie richieste e mai alcun file audio mi è mai stato consegnato. Però, ricordo ancora che a maggio del 2018 c' era persino chi dubitava dell'esistenza di questi file. Invece ci sono e non dovevano essere archiviati.

 

NUOVO ESPOSTO

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Non si ferma, Grimaldi. Nei prossimi giorni intende presentare un altro esposto. «Ma questa volta mi rivolgo alla procura della Repubblica, perché il servizio delle Iene mostra delle novità che vanno approfondite, proprio alla luce del mio esposto. Dalla lettura del labiale, Valeri preme il pulsante rosso e dice ho controllato adesso, il contrasto (o il contatto, ndr) c'è, dice questa frase. Ed era evidente, a mio avviso. Perché le immagini dal campo mostrano chiaramente che Orsato mette la mano all' orecchio. Quindi sente qualcosa che arriva dalla Sala Var. Spero che anche Rizzoli voglia chiarire le sue versioni rese in varie circostanze».

 

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IL VIDEO DELLE IENE

Ovvio che la messa in onda del servizio delle Iene ha di nuovo portato alla ribalta il fallo di Pjanic su Rafinha. Il video, senza audio, compare nel fascicolo della procura di Bologna che sta indagando dopo la querela presentata da Rizzoli, Orsato e Valeri proprio contro lo storico programma di Italia Uno. Denunciato per diffamazione in seguito al servizio andato in onda a ottobre dello scorso anno.

 

Anche il prefetto Pecoraro è coinvolto nella querela. Qualche settimana fa ha richiesto ai suoi ex colleghi della procura federale, ora guidata da Giuseppe Chiné, l'accesso agli atti. In realtà, i suoi atti, ovvero quelli tra maggio e novembre del 2018 che aveva custodito in cassaforte. E di cui, facile immaginare vista la richiesta, non ne aveva conservato copie. Ma la procura ha negato l'accesso agli atti, proprio perché tutto è stato sequestrato dalla procura di Bologna.

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2 - PECORARO: «LA MALAFEDE NON C'È, MA GLI ARBITRI CAMBINO»

Pino Taormina per "il Mattino"

 

L' ex prefetto di Roma non si tira indietro neppure questa volta. Da capo della Procura federale aveva chiesto spiegazioni, sollecitato da vari esposti. E non ne aveva avute. E lo spiegò nella sua intervista al Mattino del maggio 2020: «Volevo sentire l' audio di Orsato e Valeri, ne feci richiesta, mi arrivò e ci fu la sorpresa: non c' era l' audio». Tredici mesi dopo, Giuseppe Pecoraro, rivede le immagini senza voci.

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Ma c' è qualcosa che andava tenuta così nascosta dell' audio di Inter-Juve?

«Non ho mai pensato alla malafede di Orsato o di qualsiasi arbitro che era in quella sala Var: se è corretta l'interpretazione data dalle Iene, che non sono certo organo di polizia giudiziaria, del labiale di Valeri, l'accenno al contrasto o al contatto mi sembra rilevante ai fini di un conseguente provvedimento da assumere in campo. Vero che il Var non può chiamare, ma suggerire sì».

 

Cosa deve fare il mondo del calcio per uscire fuori da queste ombre?

«Occorre una maggiore collaborazione tra gli organi giudicanti e non. Anche perché la giustizia sportiva concorre al perseguimento dei valori del calcio».

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Quanto ha pesato a livello personale questa vicenda?

«Mi ha dato conferma che qualcosa nel sistema calcio va cambiato. Lo pensavo già prima di diventare procuratore federale e lo penso oggi che non lo sono più. Ma certamente non è possibile cambiarlo senza la collaborazione di tutti».

 

Perché a suo avviso è rimasto il video ma non c'è l'audio?

«Non so che dire, forse ci sono anche delle ragione tecniche che non conosciamo bene, magari per scongiurare altre polemiche sugli arbitri, per evitare inutili veleni. Perché tanto, insisto, io alla malafede non ho mai pensato che ci fosse. Sempre ammesso che l' audio sia esistito ed esista».

 

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Che senso ha, a suo avviso, quella mail in cui Rizzoli chiede dell' audio quando invece sostiene che questi vengano cancellati quando sono riferiti a episodi di campo irrilevanti?

«Questo non lo so. Ma spero che sia Rizzoli a spiegarlo».

 

Cosa la colpisce di più di quel video senza audio mandato in onda dalle Iene?

«Di tutto la ricostruzione, è quando si presume venga pronunciata la parola contrasto o anche contatto. Ecco, in questo caso, la parola sentita avrebbe richiesto una maggiore attenzione da parte dell' arbitro in campo, che avrebbe dovuto sollevare il suo dubbio. Devo dire che in tutto ciò che si vede è questo il passaggio che più mi ha colpito».

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Alla fine di tutto, ci sono le risposte alle sue domande?

«Le risposte me le sono già date da tempo: non ho mai creduto che quell' errore abbia influenzato la lotta per quello scudetto. Perché il Napoli il duello con la Juventus lo ha perso il pomeriggio dopo quando ha perso in casa della Fiorentina».

 

Orsato che ammette il suo errore mette la parola fine delle vicenda?

«Non ci stava nulla di male se lo avesse detto dal primo istante. Io mi auguro che prima o poi questo audio venga reso noto. Ripeto, se esiste o sia mai esistito».

 

Cosa bisogna fare per uscire da queste situazioni?

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«È necessaria una riforma complessiva e istituzionale. Una riforma incisiva del mondo arbitrale e non. Il presidente dell' Aia, a mia avviso, deve essere eletto dal consiglio federale».

 

L' utilizzo del Var si sperava cacciasse via ogni ombra. Com' è migliorabile questo straordinario strumento tecnologico?

«Secondo me sarebbe interessante che il Var possa essere richiesto dall' allenatore almeno una volta per gara. Per qualunque caso un tecnico lo ritenesse necessario, anche quelli che non sono inseriti dal protocollo Var. D' altronde, credo che qualcosa vada fatto visti anche i tanti errori nel campionato che è appena terminato.

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