stefania bettino craxi

“MIO PADRE È MORTO SENZA UNA LIRA. TOLTA LA CASA DI HAMMAMET, NON HA MAI POSSEDUTO NULLA” -  STEFANIA CRAXI RACCONTA LA MORTE DEL PADRE BETTINO, 25 ANNI FA: “GUARDAVAMO PAOLO LIMITI IN TV, POI PAPÀ ANDÒ IN CAMERA E MORÌ. QUANDO ANDREOTTI VENNE ASSOLTO DALL’ACCUSA DI ASSOCIAZIONE MAFIOSA, CAPÌ CHE PER LUI ERA FINITA. LO SENTII DIRE: ‘SONO RIMASTO L’UNICO CRIMINALE NAZIONALE’” – E POI I CONSIGLI DI BERLUSCONI SU “BELLEZZE AL BAGNO”, PERTINI CHE URLA CONTRO NILDE JOTTI, PIPPO BAUDO ("L’HO RIPORTATO IO IN RAI”), ROCCO CASALINO (“I MIEI FIGLI LO SELEZIONARONO PER IL GRANDE FRATELLO”) E LUCIO DALLA: “COMPOSE LA CANZONE ‘MILANO’ MANGIANDO CON ME E BETTINO AL RISTORANTE” – LIBRO

Tommaso Labate per corriere.it - Estratti

 

Cose che non si sanno di Stefania Craxi: ha riportato in Rai Pippo Baudo.

stefania bettino craxi

«Pippo era andato via dalla Rai nel 1987, accettando l’offerta di Berlusconi. In Fininvest le cose però erano andate male e aveva risolto in contratto, evitando la penale col famoso palazzo all’Aventino ceduto a malincuore al Cavaliere. Il problema era che la Rai, poi, non lo rivoleva più.

 

Uno dei suoi autori storici, Franco Torti, che lavorava con me e Marco (Bassetti, produttore televisivo, oggi suo marito, ndr) al programma La macchina della verità, mi propose di incontrarlo. Ci vedemmo a cena e ci piacemmo subito. Il problema era che Rai1 non ne voleva sapere di lui, per una sorta di ripicca. Chiamai il direttore di Rai2 Luigi Locatelli, socialista, che avevo conosciuto anni prima al congresso del Psi a Palermo. Accettò di metterlo sotto contratto e nacque Serata d’onore. Prima puntata, ospiti Celentano e Jovanotti: dodici milioni di telespettatori. Da lì Pippo ripartì alla grande con la Rai».

stefania bettino craxi cover

 

E ancora: ha scritto in anticipo parte della storia del futuro Movimento Cinquestelle.

«Anita e Benedetta, figlie mie e di Marco, insieme a Federico, il figlio che avevo avuto dal mio primo matrimonio, guardando centinaia di provini alla tv, selezionarono Rocco Casalino e gli altri partecipanti alla prima edizione del Grande fratello. Fu l’ultima mia esperienza nel campo delle produzioni televisive».

 

Come c’era arrivata la primogenita di Bettino Craxi a lavorare nel mondo della tv?

«Grazie o a causa del fatto che fossi la figlia di Bettino Craxi».

 

Cioè?

«Il mio sogno era sempre stato fare la giornalista, possibilmente l’inviata di guerra. Avevo avviato delle collaborazioni saltuarie firmando i pezzi col cognome di mia mamma. E tutte le volte che si arrivava al momento dell’assunzione, la risposta era: “Signorina, mi spiace, ma con un cognome così…”».

BETTINO CRAXI E LA FIGLIA STEFANIA

 

Anche nel momento in cui suo padre era presidente del Consiglio?

«Sempre».

 

(…)

«Grazie a un amico finii per essere ricevuta da Vittorio Moccagatta, capo delle relazioni esterne di quella TeleMilano 58 che di lì a poco si sarebbe trasformata in Canale 5. Lo spiraglio per fare la giornalista c’era, visto che stavano per lanciare un programma di informazione settimanale. Ma arrivata al cospetto del capo del personale si presentò l’ostacolo di sempre: “Signorina, sa, con quel cognome…”. Mi sarei ritrovata tempo dopo a fare la segretaria di produzione a Risatissima».

 

stefania craxi foto di bacco

Conduceva Milly Carlucci insieme a Lino Banfi e molti altri: il primo grande successo della Fininvest berlusconiana.

«Senza dimenticare il Festivalbar, alla cui produzione lavoravo già dal 1983. Il padre a Palazzo Chigi, la figlia a fare una vita zingara appresso alla tv e ai cantanti, andando in giro con questa meravigliosa carovana. L’anno magico fu il 1985, quando conobbi Lucio Dalla: per i due anni successivi saremmo stati praticamente inseparabili. Sempre insieme, io, Lucio e tutti quelli che ruotavano attorno al suo mondo, da Bibi Ballandi a Ron, dagli Stadio a Renzo Cremonini».

 

Fu lei a presentare Dalla a suo padre?

stefania e bettino craxi

«Sì. Si piacquero molto e presero a frequentarsi, anche con mio fratello Bobo. Telefonami tra vent’anni è stata scritta a casa nostra a Milano; Latin Lover, che fa parte dell’album Henna, fu scritta nella casa di Hammamet; e poi Milano, il cui testo era stato scritto su un’agendina mentre io, lui e mio padre stavamo mangiando assieme in un ristorante di Milano».

 

«Milano sguardo maligno di Dio / Zucchero e catrame».

«La sera del 19 gennaio del 2000, il giorno in cui morì mio padre, Lucio aveva un concerto a Milano. Aprì lo spettacolo proprio con Milano. E disse: “Oggi è morto un mio amico, gli dedico questa mia canzone”».

 

anastasio carra ettore rosato e stefania craxi ricordano bettino craxi

Tra qualche giorno saranno passati venticinque anni, un quarto di secolo, dalla morte di Bettino Craxi. Alla figlia Stefania hanno proposto di scrivere un libro. Che inizialmente non voleva fare ma che poi ha scritto di getto. Titolo: All’ombra della storia (Piemme). Qual è la prima cosa che le torna in mente di suo padre, venticinque anni dopo?

«Forse la grande attenzione alle condizioni degli altri, ai bisogni che ai suoi occhi giustificavano qualsiasi tipo di miseria umana, anche la peggiore. Un giorno andò da lui Giancarlo Lehner, direttore de l’Avanti!, e gli disse: “Sai, Bettino, abbiamo scoperto che tre nostri giornalisti sono spie a libro paga del Kgb”. Mio padre guardò i nomi e rispose: “Uno ha una malattia grave, uno tre figli da mantenere, uno un mutuo da pagare. Sai che c’è? Lasciali stare, potrà mai cambiare la storia del mondo?”».

 

A proposito di soldi: la storia sul «tesoro di Craxi» ancora circola.

stefania craxi foto di bacco (2)

«Mio padre è morto senza una lira. Ho pagato io avvocati, medici, operazioni. Conservo ancora i biglietti scritti di suo pugno da Hammamet con le richieste di soldi. Il suo rapporto col denaro era totalmente legato alla politica: il denaro serviva per fare politica e non, come purtroppo qualcuno lo interpreta oggi, il contrario. Se aveva cinquantamila lire in tasca e trovava una persona a cui servivano, gliele regalava. Tolta la casa di Hammamet, non ha mai posseduto nulla. La nostra famiglia ha sempre vissuto al massimo della sobrietà: aveva sposato mia mamma raggiungendo il comune in tram e il tram era il mezzo con cui mia mamma ha continuato a girare per Milano sempre, anche quando il marito era il presidente del Consiglio».

bettino e stefania craxi

 

Lo ha mai visto piangere?

«La prima volta fu la notte del Capodanno del 1980. Quando in Kenya, dov’eravamo in vacanza, venne raggiunto dalla notizia della morte di Pietro Nenni. Poi poche altre volte. E mai per la sua condizione di esule».

 

Per la giustizia italiana, latitante. Che cosa pensò quando vi disse che sarebbe andato in Tunisia per rimanerci?

«Mio padre non lo disse mai. Mia mamma e lui partirono il 5 maggio 1994, in pieno processo Enimont, a poche settimane dalle elezioni politiche vinte da Berlusconi, come se dovessero rientrare il giorno dopo. Puff, via: lasciata la casa, l’ufficio, Milano, la stanza del Raphael, come se fosse provvisorio».

 

Eugenio Scalfari aveva rivelato che i due, Nenni e suo padre, avevano rotto.

«Non era vero. Nel 1979, durante i primi mesi della sua segreteria, Craxi si trovò ad affrontare una riunione del comitato centrale del Psi con numeri ballerini e la sinistra interna che cercava di defenestrarlo. Nonostante fosse già stanco e malato, Nenni gli disse: “Io vado a letto. Ma se dovesse servire anche un solo voto, chiamami e io torno”».

bettino e stefania craxi

 

Visti da vicino: Sandro Pertini.

«Una domenica accompagnai mio padre al Quirinale, dov’era stato convocato dal presidente della Repubblica. Il tempo di entrare e Pertini iniziò a urlare frasi irripetibili riferite alla presidente della Camera, Nilde Iotti, con cui ce l’aveva non so per che cosa. Nel pieno di questa bufera, si accorse che c’ero anche io. In mezzo secondo aveva cambiato volto, diventando il presidente buono amato dagli italiani».

 

Berlusconi.

«I miei furono suoi testimoni di nozze; mio padre e soprattutto mia mamma, che la adoravano, lo avevano convinto della bontà della decisione di sposare Veronica Lario. Una volta, a St. Moritz, sapendo che eravamo suoi ospiti, Gianni Agnelli si precipitò a casa. Silvio rintracciò mio padre, che era uscito. Ma Craxi gli rispose: “Digli che sono uscito a fare una passeggiata”. Per lui il primato della politica era tutto. Berlusconi, prima ovviamente di essere eletta in Parlamento con Forza Italia, l’ho anche incrociato sul lavoro.

stefania craxi silvio berlusconi (2)

 

Marco e io proponemmo a Fininvest l’idea di un programma sulla falsariga di Giochi senza frontiere della Rai, amatissimo dal pubblico: il format l’avevamo chiamato Mare contro Mare, in omaggio a una vecchia edizione della trasmissione tv di giochi acquatici andata in onda nel 1965 sulla Rai, condotta da Aroldo Tieri e Silvana Pampanini. Berlusconi disse sì ma con due correzioni: “Mare contro mare non va bene, chiamiamolo Bellezze al bagno. E poi metteteci dodici ballerine per gli stacchi musicali e per segnare i punti”».

 

Andreotti.

bettino e stefania craxi

«Nello storico viaggio in Cina del 1986, quando c’ero anche io, Andreotti, ministro degli Esteri, rilasciò la celebre dichiarazione luciferina all’Ansa: “Siamo qui con Craxi e i suoi cari”. Anni dopo ci chiarimmo. Andreotti fu importante per la storia di mio padre perché, paradossalmente, era la sua ultima speranza di essere riabilitato. Quando lo assolsero dall’associazione mafiosa, da un lato era contento, dall’altro capì che per lui era finita. Lo sentii dire: “Sono rimasto l’unico criminale nazionale”. La nostalgia del suo Paese gli provocava un dolore continuo e lancinante».

 

Lei era con suo padre quando morì. Se le ricorda le sue ultime parole?

«Disse che voleva riposare e mi chiese un caffè. Andai in cucina a prepararlo, aprii la porta della sua camera e lo vidi sul letto, stremato. Morì tra le mie braccia. Poco prima, ricordo che stavamo guardando in tv un programma con Paolo Limiti. A un certo punto partì un servizio su Gallipoli. Guardandolo, mio padre disse: “Ho girato tutta Italia ma non la conosco”».

 

 

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...