mediobanca marina berlusconi massimo doris alberto nagel

MEDIOSBANCA! E TANTI SALUTI AL SALOTTO BUONO – LA DECISIONE DI MEDIOLANUM DI VENDERE LA SUA QUOTA DEL 3,5%, CON L'OPS DI MPS IN BALLO SU MEDIOBANCA, FA SORGERE LA DOMANDINA: A CHI FINIRA' QUEL 3,5%, SUL MERCATO O ALL'ENNESIMO AZIONISTA "TIRATO PER LA GIACCHETTA" DAL GOVERNO MELONI? - IN ATTESA DELL'INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO E DI BRUXELLES SULLA "STRANA" VENDITA DEL 15% DI MPS, "LA STAMPA" SI CHIEDE: CHISSA' COS'E' IL LIBERO MERCATO OGGI IN ITALIA...

Estratto dell’articolo di Gianluca Paolucci per “La Stampa”

 

massimo doris foto di bacco (4)

Se c’è da trovare un momento simbolico per l’insieme di operazioni che sta ridisegnando lo scenario della finanza italiana, quello che si è consumato ieri con la vendita dell’intera partecipazione di Mediolanum in Mediobanca si candida da subito per il podio, con ottime possibilità di salire sul gradino più alto.

 

Ne è prova lo stato d’animo che ieri dominava tra i manager di piazzetta Cuccia. La sensazione di un destino ormai compiuto, come mai prima d’ora era successo nella storia della banca fondata da Enrico Cuccia.

 

Salvo sorprese nelle quali qualcuno ancora spera (la magistratura? un cavaliere bianco?) ma che nessuno sa definire. Perché la vendita del 3,5% in mano a Banca Mediolanum e Mediolanum Vita effettuata ieri con un accelerated bookbuilding (Abb) avviato subito dopo la chiusura di Borsa va al di là della vendita in sé.

 

ALBERTO NAGEL

C’è ancora una quota dello 0,9% che è in mano direttamente alla famiglia, ma anche questa sembra destinata a essere venduta prima dell’avvio dell’offerta di scambio. Va registrato che da Mediobanca ieri si sottolineava che dire «Doris molla Nagel» sarebbe una lettura di parte.

 

Ci sono però almeno tre piani distinti dei quali tenere conto. Dal punto di vista finanziario, vendere adesso significa incassare con il titolo sui massimi storici. Dal lancio dell’offerta di Mps il titolo Mediobanca è salito del 35%, dalla crisi Covid del 2020 del 256%. Aderire all’offerta significa oggi perdere circa l’8% rispetto ai corsi di Borsa, tanto è lo sconto sulla base dei concambi annunciati. Aspettare ancora e vendere a ridosso dell’offerta significherebbe esporsi invece a un deprezzamento del titolo […]

 

MARINA BERLUSCONI DIVENTA CAVALIERA DEL LAVORO

Poi c’è il piano politico. Vendendo oggi, Mediolanum della famiglia Doris (e dei Berlusconi che hanno in portafoglio il 30% tramite Fininvest) si chiamano fuori da partita nella quale il governo ha giocato un ruolo forte.

 

Non andranno in soccorso di Alberto Nagel e non consegneranno le proprie azioni all’offerta perché non le avranno più. Si realizza così quello che proprio Marina Berlusconi aveva dichiarato in una intervista al Foglio il 17 febbraio scorso: «In questa partita siamo solo spettatori».

 

Infine, il piano simbolico, che per raccontare questa storia è quello più efficace. Ennio Doris entra in Mediobanca nel 1999, insieme costituiscono Banca Esperia, nel 2001 entra nel patto di sindacato, lo zoccolo duro di azionisti che ha garantito, protetto e tutelato l’autonomia di Mediobanca e dei suoi manager per decenni. Mediolanum resterà anche quando il patto si trasforma in un mero patto di consultazione e il salotto diventa un salottino.

 

MPS MEDIOBANCA

Fino all’offerta di Monte dei Paschi del gennaio scorso, quando il patto ha iniziato a scricchiolare. La vendita delle quote di Mediolanum arriva dopo quelle, più piccole e meno significative dal punto di vista simbolico, della Vittoria assicurazioni della famiglia Acutis e precede l’uscita ormai prossima di un’altra grande famiglia impreditoriale, i Gavio.

 

Certo, sottolinea qualcuno, se Doris avesse creduto nel piano di Mps sarebbe rimasto e avrebbe conferito le sue azioni. Vero. Com’è vero che, utilizzando la stessa logica, se non avesse creduto nel successo dell’operazione lanciata da Siena e dai suoi soci avrebbe mantenuto quel 3,5% per dare sostegno alle barricate di Nagel.

 

ALBERTO NAGEL

Non si può raccontare questa storia senza dire che il successo l’offerta di Mps sarebbe molto ben visto dal governo. Nei confronti dei giorni scorsi tra il numero uno di Mediobanca e la famiglia Doris, il primo avrebbe fatto presente che per piazzetta Cuccia è molto meglio che questa quota finisca sul mercato, a soggetti di mercato, piuttosto che restare nelle mani dell’ennesimo azionista «tirato per giacchetta» dall’esecutivo.

 

Qui si entra in un campo piuttosto scivoloso: cosa è il mercato, in questa partita? Un banca che lancia un’offerta su un’altra banca è una operazione di mercato, i soci che comprano azioni con i loro soldi sono mercato, i fondi d’investimento internazionali che dovessero appoggiare una parte o l’altra sono mercato, indipendentemente da quale delle due parti si schiereranno.

 

massimo doris foto di bacco (2)

L’azionista storico che esce adesso, a ridosso dell’offerta, dopo aver fatto le sue valutazioni (finanziarie e sì, anche politiche) è anche questo mercato. Ancora, si deve tornare alle parole di Marina Berlusconi. «Qualsiasi cosa sceglierà il mercato sarà quella giusta». Una volta chiarito cosa è il mercato, ovvio.

MARINA BERLUSCONI INTERVISTATA DAL FOGLIOALBERTO NAGEL

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?