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TIE’, GUARDA CHE GAMBO! - MARIA SILVANO È UNA FOTOGRAFA CHE COPRE LE "DICK PIC", OVVERO LE IMMAGINI DELL'AUGELLO IN TIRO CHE GLI UOMINI MANDANO IN CHAT ALLE RAGAZZE, CON DEI FIORI. GLI SCATTI SARANNO ESPOSTI IN UNA MOSTRA, A MILANO: "OGNI IMMAGINE È ACCOMPAGNATA DALLA PROFESSIONE O IL RUOLO DI CHI HA COMMESSO L’ABUSO. L’ARCHITETTO, LO ZIO, L’EX MARITO, IL PROFESSORE. SUL RETRO DI OGNI FOTOGRAFIA RICAMATA CI SONO ANCHE DELLE FRASI, STRALCI DEI RACCONTI DI CHI HA RICEVUTO LA DICK PIC..."

 

 

Estratto dell'articolo di Nina Fresia per www.lastampa.it

 

dal blog critique my dick pic

La galanteria è morta, si dice. E forse si è portata dietro nella tomba un po' di rispetto per il prossimo. Sostituito dalla netiquette (l'insieme delle regole di buona condotta online), il classico galateo si è dovuto adattare all'epoca social. Almeno un paio di queste nuove regole dovrebbero essere dedicate alla pratica sempre più diffusa dell'invio in chat di foto molto personali indesiderate.

 

Secondo un sondaggio YouGov del 2024, più di un terzo delle donne tra i 18 e i 39 anni ha ricevuto immagini sessuali non richieste da qualcuno che non era né il proprio partner né una persona a cui erano interessate romanticamente.

 

Dick Pic

Il 67% di queste sono state inviate tramite social media. È il fenomeno delle “dick pic” non richieste, quelle immagini sessualmente esplicite che troppo spesso finiscono nelle chat di tante donne e ragazze. E non solo da parte di sconosciuti.

 

Per la University College London, che ha condotto uno studio su giovani tra i 12 e 18 anni, il 76% delle ragazze intervistate ha ricevuto una fotografia a sfondo sessuale non richiesta da un coetaneo o adulto maschio. Un’altra ricerca dell’università londinese con quella del Kent fatta nel 2021, ha rilevato che il 50% dei teenager che ha ricevuto una foto sessuale senza consenso via social non ha denunciato il fatto ai genitori né alle autorità.

 

Ma qualcuno che parla c’è. O meglio, che ricama. Maria Silvano è una fotografa che da anni ricama fiori su dick pics. «Non è una forma di censura, anzi: è una rivendicazione», spiega Silvano, che il 10 ottobre esporrà da Lato D a Milano la mostra “Not even with a flower”.

 

Come è nata l’idea di ricamare piante e fiori su foto sessualmente esplicite?

Critique my Dick Pic sito recensione pene

 

 

«Tutto è nato circa cinque anni fa, quando un’amica mi ha raccontato stupita che, dopo quattro giorni di scambi di messaggi con un ragazzo su Tinder, lui non le aveva ancora mandato nessuna dick pic.

 

Io le ho subito detto che non era normale essere abituata a ricevere immagini indesiderate di questo genere. È pur sempre una forma di abuso su un’altra persona. Mandare in chat la foto dei propri genitali e il pedofilo al parco che mostra le parti intime alle ragazzine sono la stessa cosa». […]

 

Le foto che usa sono tutte vere dick pic?

«Prima di ogni evento raccolgo delle storie, le accolgo. Chi me le racconta mi fornisce anche la foto e io ci ricamo direttamente sopra. Ogni immagine è accompagnata dalla professione o il ruolo di chi ha commesso l’abuso.

 

DICK PIC

L’architetto, lo zio, l’ex marito, il professore. Sul retro di ogni fotografia ricamata ci sono anche delle frasi, stralci dei racconti di chi ha ricevuto la dick pic. Serve a rappresentare quella traccia che l’abuso lascia in ogni vittima».

 

E nessuno si è mai lamentato dopo aver visto una sua foto esposta?

«Spero sempre che una persona che ha inviato una foto intima non richiesta partecipi alla mia mostra. Per ora non è mai successo, o forse nessuno ha mai avuto il coraggio di dirmelo. Io voglio che si parli dell’argomento, che anche gli scettici vengano a vedere.

 

Molti uomini mi hanno detto di non esagerare tanto per una foto: “Lo fanno tutti, anche io, non fare troppe storie”. Alcuni di questi avevano accanto la fidanzata, la sorella o l’amica a rispondergli che era successo anche a lei».

 

Perché proprio i fiori?

intravedere eccita piu che vedere

«Mi piace il contrasto: un tempo ci veniva regalato un mazzo di fiori, oggi ci mandano foto di genitali senza consenso. La mia idea è quella di fare di un abuso una rivendicazione. Non è una censura, voglio disinnescare la violenza di queste immagini. C’è una forte contrapposizione tra uno scatto violento e veloce come quello di una dick pic e la lentezza del lavoro antico e di mano che è il ricamo.[...]».

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