titanic

TUTTO QUELLO CHE PENSATE DI SAPERE SULLA TRAGEDIA DEL TITANIC E' SBAGLIATO! - UN DOCUMENTARIO DI NETFLIX SFATA I MITI SULLA TRAGEDIA DEL TRANSLANTICO: IL CAPITANO NON E' STATO AVVENTATO, LA NAVE ERA BEN COSTRUITA, E I PASSEGGERI DI TERZA CLASSE NON RIMASERO IMPRIGIONATI SOTTOCOPERTA COME NEL FILM DEL 1997 CON LEONARDO DI CAPRIO...

Dagotraduzione per il Mailonline

 

Titanic

Poco prima della mezzanotte del 14 aprile 1912, il Titanic, da poco salpato per il suo viaggio inaugurale da Southampton a News York, colpì un iceberg. Nel giro di tre ore la nave, definita «inaffondabile», scivolò nelle acque gelide dell'Oceano Atlantico, uccidendo più di 1.500 persone.

 

Un nuovo documentario, in uscita su Netfix History Hit, sfata alcune convinzioni sui motivi dell'affondamento della nave. Tra queste: l'assenza di un binocolo, che secondo molti avrebbe impedito alle vedette di accorgersi dell'iceber; la velocità della nave, giudicata troppo elevata; la tenuta della nave, dai più etichetta come «mal costruita»; la morte atroce dei passeggeri di terza classe, i più poveri, secondo la rappresentazione comune rimasti bloccati sottocoperta. Vediamoli uno a uno insieme all'esperto mondiale Tim Maltin, protagonista del film e autore di tre libri sulla tragedia.

 

Il capitano Edward Smith

La velocità della nave era elevata e il capitano Smith ubriaco. John Charles Bigham, il giudice che allora si occupò del processo sul disastro del Titanic, scrisse nel suo diario che la nave viaggiava a «velocità eccessiva» e che, nonostante le acque ghiacciate, non aveva rallentato. Eppure «tutti i capitani» ascoltati durante l'inchiesta hanno sostenuto che al posto del capitano Smith «avrebbero fatto la stessa cosa» perché la «notte in cui il Titanic affondò - spiega Maltin - il cielo era limpido e l'equipaggio concentrato ad osservare il mare. Sapevano di entrare in un tratto di acque ghiacchiate, ma credevano di riuscire ad avvistare gli iceberg per tempo».

 

False anche le voci sul capitano Smith, sospettato di aver bevuto troppo ma soprattutto di risultare assente sul ponte al momento dell'impatto e subito dopo. Tim Maltin spiega: «tra le 19 e le 20, Smith era a cena con i passeggeri. Ma alle 23.40, momento dello scontro, era sul ponte: qui infatti si trovavano la sua suite, la sua stanza navigazione, la sua zona chaise e la camera da letto. Il capitano viveva sul ponte. E aveva lasciato istruzioni chiare: convocarlo immediatamente al primo problema». E così fu. Smith era un Commodoro della White Star Line e aveva comandato tutte le loro navi ammiraglie. Era molto amato dall'equipaggio, e quando si rese conto che non c'era niente da fare, scelse di aiutare donne e bambini a mettersi in salvo piuttosto che cercarsi una scialuppa e salvarsi.

 

Titanic

La nave era mal costruita. Secondo alcuni lo scafo del Titanic si squarciò in quel modo perché era tenuto insieme da rivetti di second'ordine. È la teoria, per esempio, di Richard Corfield, che fa risalire l'origine della tragedia ai difetti di fabbricazione. Non è d'accordo Tim Maltin: «era una delle migliori mai costruite nella storia. Era ben fatta. Ho avuto la fortuna di andare a vedere un enorme pezzo di 40 tonnellate del Titanic e solo la scala, le dimensioni e il peso sono assolutamente incredibili». La White Star Line, forte della sua esperienza, aveva definito la nave «inaffondabile». In effetti il natante avrebbe potuto essere «tagliato in tre pezzi e ognuno di questi pezzi era stato costruito per rimanere a galla». Non solo. «Era stata progettata per restare in superficie con i primi quattro compartimenti stagni allagati, o nel caso di collisione tra due compartimenti stagni». Ma, nel tentativo di evitare l'iceberg, la nave fu fatta virare e colpì il ghiaccio lateralmente, in un punto che toccava cinque compartimenti stagni, troppi per la sua tenuta. Che comunque fu buona: il Titanic impiegò due ore e mezza per inabissarsi, e lo fece a «chiglia piatta». «Il Titanic era più sicuro delle navi moderne. Pensate alla Costa Concordia, che è affondata in Italia molto più velocemente».

 

La vedetta del Titanic Frederick Fleet

L'equipaggio non aveva il binocolo. In effetti l'equipaggio non aveva il binocolo perché il secondo ufficiale David Blair, prima della partenza, era stato sostituito da Henry Wilde, che arrivò sul Titanic insieme al capitano Smith. Blair, nel lasciare la nave, si portò dietro le chiavi della cabina che custodiva il binocolo, lasciando l'equipaggio privo di lenti. Ma, a detta di Maltin, questo dettaglio è irrilevante: «il modo migliore per avvistare un iceberg di notte è a occhio nudo, perché a differenza del binocolo ha un ampio campo visivo che ci aiuta a rilevare gli oggetti. Il binocolo serve ad osservare qualcosa che si è già visto a occhio nudo». Anzi, la presenza di un binocolo li avrebbe indotti ad approfondire prima di lanciare l'allarme, invece le vedette non ci pensarono due volte e suonarono il campanello, a dire "iceberg in vista"».

 

Titanic film

Il Titanic si ribaltò e affondò orizzontalmente. Nel film del 1997 di James Cameron, il Titanic si divide in due prima che la prua si inclini orizzontalmente. Secondo Maltin la nave non è affondata in questo modo: l'iceberg ha colpito la nave vicino alla parte anteriore sul lato di tribordo (a destra) e l'acqua è entrata fluire nella nave. La poppa si è quindi sollevata dall'acqua e poi si è staccata. I passeggeri che erano a poppa pensavano che «se la sarebbero cavata bene». Ma mentre affondava, la prua s'è tirata dietro anche la poppa. «Ha fatto così tanti danni tirando la chiglia che il danno alla poppa causato dalla prua è stato maggiore del danno causato dall'iceberg». Secondo Maltin la poppa in realtà «è affondata molto silenziosamente», consentendo ai passeggeri rimasti di nuotare al di sotto.

 

L'iceberg

I passeggeri di terza classe furono rinchiusi sottocoperta mentre gli altri fuggirono. Nel film di James Cameron del 1997, i passeggeri di terza classe sono rinchiusi sottocoperta dietro ad enormi cancelli metallici. I cancelli era obbligatori per legge e separavano le tre classi. Erano frutto di una norma igienica stabilita dalle autorità statunitensi per evitare la diffusione di malattie infettive. «Nessuna nave passeggeri poteva sbarcare in America con i cancelli aperti. Era consentito solo durante un'emergenza». Non appena è stato dichiarato lo stato di emergenza, 47 minuti dopo l'impatto con l'iceberg, «gli stewart si sono precipitati sottocoperta ad aprire i cancelli e a dare indicazioni su come muoversi per arrivare alle scialuppe di salvataggio». Nel 1912, i ragazzi di 13 anni erano già classificati come adulti. In terza classe viaggiavano numerose famiglie che in America cercavano un riscatto, e che sui figli puntavano tutto. Pochi erano disposti a separasi dai loro ragazzi, e rinunciarono a salire sulle scialuppe.

 

Gli interni del Titanic

Il Titanic non aveva abbastanza scialuppe di salvataggio.  Si è parlato molto del fatto che il Titanic avesse solo 20 scialuppe di salvataggio, sufficienti a trasportare poco più di 1.000 dei 2.208 passeggeri. Spiega Maltin: «Per avere abbastanza scialuppe di salvataggio, bisogna imbarcarne il doppio rispetto alla necessità». Durante un affondamento, infatti, metà delle scialuppe di salvataggio si inabissa con la nave. «Se il Titanic aveva bisogno di 30 scialuppe di salvataggio, doveva effettivamente trasportarne 60», ha detto. Poiché non era pratico, il Board of Trade optò per «navi costruite correttamente e adeguatamente suddivise».

 

Scialuppe

Il timone era troppo piccolo. È stato anche affermato che il timone del Titanic era troppo piccolo per manovrare efficacemente l'enorme nave. Ma il capitano dell'Olympic, nave gemella del Titanic che montava lo stesso timone e che rimase in servizio fino al 1935, raccontò che aveva la migliore manovrabilità di qualsiasi nave avesse mai comandato.

Tim Maltin

Ultimi Dagoreport

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO