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VECCHIA A CHI? A 99 ANNI IRIS APFEL, ICONA DEL GLAMOUR, FIRMERÀ UN NUOVO PROGETTO DAL SAPORE ITALIANO: UNA COLLEZIONE DI PIASTRELLE DAI COLORI ESPLOSIVI-  "NON VESTIRÒ MAI SCOLLATA, MA NON VUOL DIRE CHE NON SI POSSA ESSERE IRRESISTIBILI COMUNQUE": È IL MANTRA DELLA DONNA CHE HA CURATO GLI INTERNI DELLA CASA BIANCA PER BEN NOVE PRESIDENTI: DA TRUMAN A CLINTON

Peppe Aquaro per il "Corriere della Sera"

 

iris apfel

E quando Iris Apfel le ha aperto la porta, che ha pensato? «Ero talmente emozionato che sono rimasto per una frazione di secondo con il dito sul campanello, senza muovere un passo», dice Fausto Mucci, l'uomo con la piastrella in mano a Park Avenue, nel cuore di Manhattan, in viaggio nella Grande mela per una grande donna.

 

E non parliamo di età. Perché la mitica Iris, disegnatrice di tessuti e arredatrice, con quei 99 anni di geniale curiosità compiuti il 29 agosto, tutto è fuorché una vegliarda signora.

 

Fausto Mucci

«Non vestirò mai scollata, ma non vuol dire che non si possa essere irresistibili comunque»: è il mantra della donna che ha vissuto, si è pettinata, vestita e si è recata in migliaia di colazioni di lavoro in tre New York diverse: da quella che poteva ricordare la Metropolis di Superman, a una più vivace e coloratissima città che non dorme mai dell'Uomo Ragno, fino a quest' ultima, magari con un pizzico di creatività e innovazione in meno, ma dove la scintilla può arrivare ancora all'improvviso.

 

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Da Brooklyn, Harlem, Soho o Astoria, il quartiere newyorchese dove è nata la «Accidental Icon» (dal titolo della sua autobiografia)? No. La scintilla è arrivata da Fiorano Modenese, nel cuore del distretto della ceramica, da dove è partito Mucci, presidente di Target Group, al quale la dritta per casa Apfel gliel'ha passata un amico architetto di casa a Londra: «Fidati, è lei la donna ideale per la tua collezione dai colori esplosivi: vai a trovarla».

 

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E a settembre 2019, a pochi giorni dal Cersaie di Bologna, il salone internazionale della ceramica, l'intraprendente modenese ha preso un aereo e ha citofonato a casa Apfel. E che casa! «Tutto parla di lei, della sua storia e delle cose che ha creato: se penso ai celebri broccati alle pareti e sui mobili di casa Apfel, tra boiserie dell'800, mi viene ancora la pelle d'oca», dice colui che è riuscito a convincere la modella più agé del pianeta (agli inizi del 2019 è riuscita a strappare un contratto con la celebre agenzia di moda, Img) a metterci la faccia sulla prossima collezione di piastrelle.

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«Le ho detto che sarebbe diventata l'Andy Warhol dei nostri tempi, protagonista di una serialità da ritrovare nei nostri progetti di nicchia». Idea talmente fuori programma da scatenare uno striptease improvvisato: «Lo scorso anno, al Cersaie, la gente era così entusiasta delle magliette con l'immagine di Apfel, da averle esaurite in mezz' ora; le ragazze dello stand si sono dovute sfilare le magliette per regalarle ai visitatori».

 

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Isteria a parte, la moglie di Carl Apfel, con il quale ha condiviso 67 anni di matrimonio e una industria tessile, la «Old Wild Weavers», non ha perso tempo per capire dove sarebbero andati a finire i suoi celebri occhiali giganti, neri (ma tra le mille nuance ci sarebbe l'imbarazzo della scelta) e il suo viso dai capelli bianchissimi, che sembrano parlare per lei: «Lascia perdere l'agenzia e gli intermediari: caro Fausto, questo è il numero del mio cellulare, sentiamoci quando vuoi».

 

Altre telefonate, un paio di incontri ed ecco la decisione: «La collezione con le piastrelle della Iris - molto grandi, penso a delle lastre da 120 per 2,80 centimetri - sarà pronta a novembre, e su una sarà riprodotto un abito al quale è molto affezionata», spiega Mucci. Che non è rimasto con la mattonella in mano, nel giorno del loro primo incontro.

 

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Iris, divenuta una icona, dal 2017, anche per la bambola Barbie, dopo aver chiuso la porta alle spalle degli ospiti, invitandoli a seguirla in un appartamento molto americano ed europeo (del resto, degli interni della Casa Bianca se ne è occupata proprio lei per ben nove presidenti: da Truman a Clinton), ha detto: «Va bene, passatemi pure quella mattonella, così vi faccio tutte le dediche che volete: ma prima parliamo di business».

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