raggi atac sciopero

IL VENERDI’ NERO DI ROMA CHIUSA PER SCIOPERO: “CON RAGGI TROPPO DEGRADO” – PROTESTANO I DIPENDENTI DELLE PARTECIPATE: A BLOCCARSI, TRA GLI ALTRI, ANCHE I LAVORATORI DI ATAC E AMA (PERCHE’ GLI ALTRI GIORNI LAVORANO?) – MUSEI SENZA CUSTODI, FERMA 24 ORE LA RACCOLTA DI RIFIUTI, SOS DEI PRESIDI - LA RAGGI SOTTO ASSEDIO, SBALESTRATA TRA LE DUE ANIME DEL MOVIMENTO …

L. De Cic. per “il Messaggero”

 

atac sciopero

Il primo sciopero generale «contro il degrado» della Capitale è scattato a mezzanotte: i netturbini che aderiscono alla serrata hanno già smesso di raccogliere l'immondizia per le strade, stamattina alcune scuole rischiano di trovarsi senza pulizie, i musei senza custodi e sono in forse bus e metro, soprattutto nella fascia 20-24, l'orario scelto da Cgil, Cisl e Uil per l'agitazione nel comparto trasporti (i Cobas, che hanno convocato una protesta parallela, inizieranno invece da stamattina).

 

Alle 10 è in programma l'adunata in piazza del Campidoglio, convocati non solo i lavoratori delle municipalizzate allo sbando, l'oggetto della mobilitazione dei confederali: hanno aderito anche commercianti, consumatori, comitati di quartiere, pezzi della cosiddetta società civile, ovviamente l'opposizione a sinistra del M5S, dal Pd ad Articolo 1 (ma dal palco non parleranno esponenti politici). Il collante è il giudizio, o meglio la stroncatura dell'amministrazione di Virginia Raggi dopo tre anni e mezzo di mandato e di affanni.

 

virginia raggi 2

«Roma deve risorgere dal degrado in cui è sprofondata - dicono difatti i promotori - La città merita di meglio e in piazza vogliamo esprimere la voglia di cambiamento che c'è». Certo, il paradosso di questo sciopero «contro il degrado», è che proprio il degrado, con lo stop ai servizi per 24 ore, straripi ancora di più in una città stremata dalle inefficienze, coi cassonetti sempre più traboccanti di pattume e le corse dei bus che già saltano al ritmo di una ogni cinque (dati di luglio forniti dall'Atac).

 

Il Garante nazionale degli scioperi ha attivato un monitoraggio per evitare «scioperi selvaggi», per assicurarsi insomma che le municipalizzate, soprattutto quella dei rifiuti, l'Ama, garantiscano i servizi essenziali e soprattutto l'«immediata ripresa delle prestazioni» appena terminato lo sciopero.

Raggi

 

SOS DEI PRESIDI

In allarme c'è anche l'Authority dell'Infanzia e dell'Adolescenza, che ha richiesto gli ispettori per controllare la «salubrità» delle scuole. Il garante regionale, Jacopo Marzetti, ieri sera ha inviato una lettera al Ministero della Salute, al Campidoglio e alla Regione Lazio, chiedendo a tutte le autorità di «predisporre azioni e controlli presso i luoghi frequentati dai minori». Perché, spiega Marzetti, «è giusto tutelare il diritto di sciopero, ma va sempre garantito il diritto alla salute, soprattutto dei bambini». Anche l'Associazione Presidi di Roma parla di «rischio caos» con lo sciopero, «senza bidelli alcuni istituti potrebbero chiudere», spiega il capo dei dirigenti scolastici, Mario Rusconi. L'allerta è alta, tanto che Raggi ha chiesto all'Ama di rafforzare la raccolta della spazzatura davanti a scuole e ospedali. Ma non è detto che l'operazione pulizia dell'ultimo minuto riesca.

 

2 - VIRGINIA ASSEDIATA, L’ULTIMA CARTA

Lorenzo De Cicco per “il Messaggero”

 

VIRGINIA RAGGI

In Campidoglio, da ieri, si fa il tifo soprattutto per la pioggia: i fedelissimi di Raggi scrollano le app sul meteo a caccia di nuvolette e fulmini. Perché una piazza semi-vuota stamattina, con l'acquazzone magari in grado di scoraggiare gli animi meno barricaderi, sarebbe la migliore foto per dimostrare, come ripetono in loop gli uomini della sindaca da giorni, che questo è uno «sciopero politico», insomma «di parte», niente più. Al contrario, il Marc'Aurelio circondato da una folla copiosa e arci-stufa dei 5 Stelle, darebbe il senso di un pressing largo per scacciare i grillini dalla guida di Roma.

 

«Sarà guerra di numeri, già lo sappiamo», dicono nel Campidoglio che si prepara all'assedio. Ma c'è chi vorrebbe provare una ricucitura in extremis con la triplice: da ieri, nell'entourage di Raggi, rimbalza una tentazione, che poggia sul rapporto costruito coi confederali in questi tre anni e mezzo di mandato, rapporto all'insegna del consociativismo vecchia maniera, che ora pare essersi sfaldato sotto il peso delle promesse troppo lasche e quindi impossibili da mantenere.

 

roma sciopero atac 1

L'ala morbida della giunta grillina spinge la sindaca a non chiudere del tutto la porta ai sindacati, per esempio contattando Annamaria Furlan, la segretaria generale della Cisl, con cui un tempo c'era un buon feeling. Ma anche Maurizio Landini, il leader della Cgil che pure solo due giorni fa ha dichiarato che lo sciopero - altro che revoca... - si fa eccome, perché «la città non funziona e il Comune ha chiare responsabilità».

 

Chi sta seguendo la grana sciopero, che oggi rischia di brillare sotto le finestre dell'Assemblea capitolina, ipotizza anche un incontro in Campidoglio con le proteste in corso. Sarebbe l'ultimo colpo di coda: Raggi da una parte, una delegazione di Cgil, Cisl e Uil dall'altra. Per dare l'idea di una mediazione e disinnescare - o quantomeno ridimensionare - la portata della rivolta. È un'offerta su cui un pezzo di Cisl sarebbe anche disposto a ragionare, mentre dalla Cgil, almeno fino a ieri sera, chiudevano ogni spiraglio trattativista: «Non ci andremmo neanche, la Raggi non ha nulla da dirci - dice il leader cigiellino di Roma, Natale Di Cola - basta chiacchiere, ci facciano vedere un cambio di passo, con i fatti e le delibere».

 

SCIOPERO MEZZI PUBBLICI A ROMA

LE CONTORSIONI

Cambio che però non sembra essere all'orizzonte, anzi. Raggi, probabilmente tardi, ha dovuto sterzare rispetto all'approccio ultra-morbido degli inizi. Per risanare Roma e il suo arcipelago di municipalizzate malandate, spesso ridotte a costosi carrozzoni infettati da sprechi e mala gestio, tocca fare scelte difficili, liquidazioni, spending review. Scelte che scontentano, naturalmente, i lavoratori che alle comunali del 2016 avevano riempito il serbatoio elettorale del M5S.

 

Raggi ultimamente sembra aver sposato la linea pragmatica di Gianni Lemmetti, planato a Roma dall'ex giunta Nogarin di Livorno, col placet di Casaleggio jr, per guidare l'assessorato al Bilancio e alle Partecipate. Uno che dice: «I sindacati li vedo se ho tempo, io parlo soprattutto con i manager». Frasi che naturalmente fanno fischiare le orecchie a certi sindacalisti. Non tutti la pensano allo stesso modo, anche nell'esecutivo comunale 5S. C'è chi difende la vecchia linea, ultra-soft, tutta concertazione e sforbiciate leggere, che pure ha portato la città a questo punto.

 

 

raggi bergamo

C'è chi, come il vicesindaco Luca Bergamo, ala sinistra del Movimento, ieri ragionava così: «Lo sciopero non deve precludere il dialogo con i sindacati, le porte restano aperte, è importante parlare, chiarirsi, discutere dell'idea di città che abbiamo, di futuro». Bergamo condivide certe considerazioni di chi sarà in piazza? «Le dinamiche che portano a uno sciopero - risponde il vice di Raggi - sono interne a un ragionamento, a una riflessione dei sindacati, che avranno le loro ragioni. Noi ne prendiamo atto. Lo sciopero è un segnale forte, ma il dialogo deve andare avanti». Tocca capire che farà Raggi, sbalestrata tra le due anime del Movimento, quella più pragmatica e quella consociativista, mentre le partecipate affogano nei debiti - vedi l'Ama, che fino al 2016 era in attivo - mentre partono i pre-annunci di licenziamento (Multiservizi) o le procedure di messa in liquidazione (Roma Metropolitane). E forse per ricucire questi strappi, più che quelli con i sindacati, il tempo per i grillini in Campidoglio è già scaduto. Raggi, parlando dei poteri per Roma, ieri ha detto «sono il sindaco di tutti». Ma tanti scenderanno in piazza oggi per dire il contrario.

virginia raggiSCIOPERO TRASPORTI ROMA AUTOBUS

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…