andreotti ultimo tango tatti sanguineti

DAGO-VIDEO DEL REVIVAL DEMOCRISTO - TATTI SANGUINETI PRESENTA A ROMA IL SUO DOCUMENTARIO SU ANDREOTTI, E SI SCAPICOLLANO I MEJO REDUCI DELLA DICCÌ: IN PRIMA FILA CIRINO POMICINO E GIANNI LETTA

Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

 

Vecchi democristiani riuniti per la visione di

Edoardo Petti per www.formiche.net

 

GULLOTTA LIONELLO ANDREOTTI PIPPO FRANCO GULLOTTA LIONELLO ANDREOTTI PIPPO FRANCO

La passione di Giulio Andreotti per il cinema tra curiosità e censura Il film-documentario realizzato da Tatti Sanguineti ricostruisce con la voce dell’ex politico Dc un rapporto intenso e mai banale con la “settima arte”. “Ricordo che da bambino vidi per tre volte il film “Dottor Jekyll e Mister Hyde”. Mi colpiva come la stessa persona potesse avere un doppio volto. Nel grande schermo e nella vita”. Con parole rivelatrici della sua attrazione per l’ambivalenza umana, Giulio Andreotti spiegava al regista Tatti Sanguineti le radici della propria passione per la “settima arte”.

 

Una conversazione fiume

tatti sanguinetitatti sanguineti

 

È uno dei passaggi cruciali della pellicola-documentario “Giulio Andreotti – Il cinema visto da vicino”, distribuita dall’Istituto Luce-Cinecittà e presentata al recente Festival di Venezia.Il lavoro è frutto di una lunga intervista durata 45 ore e articolata in 21 incontri avvenuti nel 2004 tra il critico cinematografico e il rappresentante della Democrazia cristiana.

 

Un ruolo essenziale per il cinema italiano

 

Alternando i ricordi e le riflessioni dell’ex capo del governo con materiali di archivio, viene ricostruita la stagione febbrile della ricostruzione della cinematografia italiana all’indomani della guerra mondiale. Ed è messo in rilievo il ruolo svolto dal giovanissimo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio negli esecutivi guidati da Alcide De Gasperi dal 1947 al 1954.Ruolo fondamentale. Perché grazie alla delega per lo Spettacolo il politico democratico-cristiano promosse provvedimenti strategici per la ripresa dell’industria della celluloide. Dalla legge di sostegno al cinema del 1949 alla riapertura di Cinecittà, dal salvataggio dell’Istituto Luce al rilancio della grande produzione internazionale.

andreotti intervistato da tatti sanguinetiandreotti intervistato da tatti sanguineti

 

Giusto vietare i film osceni

 

La relazione con la “settima arte” costellò le tappe della vita di Andreotti. Fin dall’educazione ricevuta nel corso dell’adolescenza, in cui rischiò di finire in seminario per un brillante percorso ecclesiastica. Passando per il primo comizio improvvisato nel centro laziale di Anagni: “Nel quale imparai che era fondamentale parlare senza leggere e memorizzare la prima e l’ultima frase. Anche se rivolgersi al pubblico creava sudore freddo”.

 

Fu anche grazie a quell’intervento che l’esponente della Dc fece ingresso nell’Assemblea Costituente. Approvando l’inserimento, nell’Articolo 21 della Carta repubblicana, del divieto di “pubblicazioni oscene” riferito anche alle creazioni cinematografiche. Nozione che portò avanti nel corso dell’incarico governativo di stretto collaboratore di De Gasperi.

giulio andreottigiulio andreotti

 

Come agiva il “censore” Andreotti

 

Andreotti provvide a rilanciare i lavori di Cinecittà risistemando le migliaia di persone sfollate che vi avevano trovato rifugio. Contemporaneamente avviò l’attività di censura e controllo sui film che avrebbero potuto essere proiettati.Funzione, ricorda il più volte ministro, che fu affrontata “con piacere ricorrendo a un sonnellino strategico di 15 minuti durante la visione di numerose pellicole”.

 

andreotti al meeting di CLandreotti al meeting di CL

Ma che gli valse un’ostilità vasta e politicamente eterogenea. Perché egli non fu bersaglio esclusivo delle forze progressiste che lo accusavano di voler proibire le creazioni non gradite al governo e di essere un nemico puritano della libertà artistica.

 

Le critiche di parte cattolica

 

Il politico democratico-cristiano fronteggiò anche l’attacco di Luigi Gedda – fondatore e animatore dei Comitati civici fiancheggiatori della Dc nella competizione elettorale del 1946 contro il Fronte popolare - che aveva realizzato una pellicola ispirata al pacifismo integrale.

KISSINGER ANDREOTTIKISSINGER ANDREOTTI

 

Film che, attraverso la riproposizione di immagini realistiche e crude della Shoah, criticava aspramente la svolta atlantica e filo-Usa della politica di De Gasperi. Vittima della censura attuata dal governo furono poi le rievocazioni della stagione fascista. Compreso il suo tragico epilogo. Fu il caso di un film di ispirazione politico-culturale “azionista” che ricostruiva la fucilazione di Benito Mussolini e Claretta Petacci.

giulio andreotti da giovane giulio andreotti da giovane

 

Una ferita aperta

 

“Nessuna proibizione. Solo un’azione preventiva in una fase storica molto delicata”, replica Andreotti.Il taglio più doloroso nel corso dell’incarico a Palazzo Chigi coinvolse la contro-inchiesta cinematografica realizzata per il Partito comunista dal regista Carlo Lizzani, riguardante l’eccidio di 6 operai delle Fonderie Riunite di Modena perpetrato nel 1950 dalla polizia guidata dal ministro dell’Interno Mario Scelba.“Furono avvenimenti tragici – ricorda l’ex Presidente del Consiglio – da ricondurre alla temperie storica della prima Guerra fredda. Quando l’Italia rischiava insurrezioni sociali e lacerazioni violente ad opera delle forze politiche filo-sovietiche”.

GIULIO ANDREOTTI E FELLINI jpegGIULIO ANDREOTTI E FELLINI jpeg

 

Una legge fondamentale

 

Meno drammatica la censura operata nei confronti di una manifestazione promossa nel 1949 a Roma dai principali cineasti e attori italiani per chiedere un’azione del governo a favore della produzione cinematografica nazionale. Penalizzata dall’ondata di pellicole americane che all’epoca dilagava nelle sale di proiezione.La grande affluenza di persone in Piazza del Popolo fu giustificata nei cinegiornali ufficiali con il desiderio popolare di ammirare le tante celebrità del grande schermo riunite nello stesso luogo. Il clima effettivo esprimeva invece una massiccia avversione verso le autorità.

 

Tuttavia il governo rispose alle richieste avanzate da registi e attori. Nel dicembre 1949 venne approvata su iniziativa di Andreotti una legge sul cinema che riequilibrava il rapporto tra cinema americano e pellicole italiane, riservando a queste ultime un robusto supporto finanziario e giornate di programmazione settimanale nelle sale. Fu un atto fondamentale per il rilancio della produzione cinematografica nazionale.

giulio andreotti cinema giulio andreotti cinema

 

“Lavare in casa i panni sporchi”

 

Ciò non fermò l’attività di controllo e tagli su opere simbolo del neo-realismo come “Umberto D.” di Vittorio De Sica. La motivazione ufficiale addotta da Andreotti fu la raffigurazione del ceto impiegatizio statale e dei pensionati pubblici come fascia sociale in precarie condizioni economiche e a rischio povertà, disperso con modi bruschi dalle forze dell’ordine nel corso di una manifestazione pacifica.“Il regista – scriveva il rappresentante dell’esecutivo – rende un pessimo servizio all’Italia di metà Novecento attraverso una rappresentazione non veritiera. E in ogni caso i panni sporchi si lavano in casa”.

 

La stoccata di Sordi

 

ANDREOTTI MAGNANI ANDREOTTI MAGNANI

Non giunse mai alla censura ma creò “un leggero fastidio” in Andreotti il personaggio del “compagnuccio della parrocchietta”, giovane petulante proveniente dall’Azione cattolica interpretato da Alberto Sordi in “Mamma mia che impressione”. Una macchietta che veniva percepita dagli spettatori come insidiosa minaccia nell’eventualità conquistasse il potere. Ebbene quell’immagine, rivelò l’attore diversi anni più tardi, era una metafora del politico Dc.

 

Il cinema, oggetto di amore e censura

 

ANDREOTTI ANNA MAGNANI ANDREOTTI ANNA MAGNANI

Come nel terreno politico e giudiziario, anche nel rapporto con la “settima arte” il giudizio su Andreotti non sarà mai univoco.Un elemento è certo. E lo illustra lui stesso al termine del film: “Verso la censura ho svolto un ruolo controverso e ambivalente”. A riprova della coesistenza di fedeltà a un incarico istituzionale, curiosità e amore per il cinema, auto-ironia sdrammatizzante, rapporto conflittuale con i cineasti.

 

andreotti andreotti ANDREOTTI ALBERTO SORDI MILLY CARLUCCI ANDREOTTI ALBERTO SORDI MILLY CARLUCCI

Un atteggiamento ricco di chiaroscuri, cifra distintiva del personaggio. Lontano da quello di censore intransigente incarnato da chi nel 1954 gli succedette nella veste di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Spettacolo: Oscar Luigi Scalfaro.

ANDREOTTI 1979ANDREOTTI 1979

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…