giorgetti salvini meloni

DAGOREPORT – GIORGETTI È DISPERATO: NON SA DOVE TROVARE I SOLDI PER LA PROSSIMA FINANZIARIA (SI PRESENTA A OTTOBRE MA ANDAVA CUCINATA IERI), MENTRE I PARTITI DELLA MAGGIORANZA, IN PIENA SBORNIA DA EUROPEE, SPARANO PROMESSE IRREALIZZABILI. MA DOPO IL 9 GIUGNO SI CHIUDERA' IL CORDONE DELLA BORSA: E SARANNO BOTTI TRA GIORGETTI E IL PERICOLANTE SALVINI (LEGA VICINA ALL'IMPLOSIONE) – "MELONI, DETTA GIORGIA" SI ILLUDE DI POTER RIDISCUTERE L'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITÀ, BARATTANDOLO ALLA RATIFICA DEL MES - MA A BRUXELLES LA REGINA DI COATTONIA SARA' IRRILEVANTE (I VOTI DI ECR NON SERVIRANNO PER LA COMMISSIONE UE) E GLI EURO-POTERI PREPARANO GIA' UNA BELLA PROCEDURA D'INFRAZIONE PER L'ITALIA – LA PREOCCUPAZIONE DELL'UE PER LA DEBOLEZZA STRUTTURALE DELL’ECONOMIA ITALIANA: NEMMENO I MOLTI MILIARDI DEL PNRR STANNO FACENDO VOLARE IL PIL...

DAGOREPORT

GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI

Giancarlo Giorgetti ha le mani nei capelli, non sa come e cosa inventarsi per  improntare la prossima finanziaria, che va presentata a ottobre ma andava cucinata ieri. A causa di una estenuante campagna elettorale per le europee è tutto fermo. Anche se devi andare a fare pipì, la risposta tormentone a palazzo Chigi è sempre la stessa: "Dopo il 9 giugno...".

 

Il governo Ducioni non sposta neanche un ago temendo di perdere voti e consenso, vedi il redditometro, presentato e cancellato nel giro di 24 ore nonostante sulla misura fosse d’accordo il Mef ma anche il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. In cassa, non c'è un euro.

 

Con i suoi otoliti in fibrillazione permanente, "Meloni, detta Giorgia" vuole aspettare il risultato delle europee perché la poverina è convinta, anzi, illusa, che dopo la formazione della nuova Commissione ci sia la possibilità di ridiscutere il Patto di Stabilità, considerato dagli ottimisti “punitivo” per le finanze italiane, con misure di rientro miliardarie che molti giudicano insostenibili, altri impossibili. Insomma: chiamatelo Cappio di Stabilità.

 

Il piano della camaleontica Ducetta potrebbe andare a buon fine solo se la sua formazione, i Conservatori di Ecr, fosse determinante il 10 giugno per la creazione di una nuova alleanza. Ma, da un lato per i sondaggi (non quelli italici, che fanno ridere), dall’altro per l'irriducibile resistenza di Macron e Scholz, si tratta di uno scenario non solo improbabile ma impossibile.

 

GIORGIA MELONI - ER MES - MEME BY DAGOSPIA

Quel che è certo è che l’Italia, il 19 giugno, incasserà una bella procedura di infrazione, che sarà meno indigesta per Meloni e Giorgetti solo perché tra i Paesi stangati ci sarà probabilmente anche la Francia. La misura però sancisce un nuovo status quo: l’Italia diventa ufficialmente un paese sorvegliato speciale da parte dell’Unione europea.

 

E poiché il Patto di stabilità potrebbe restare così com’è, imponendo ai governi presenti e futuri manovre lacrime e sangue per rientrare del pesantissimo debito pubblico (2.872 miliardi di euro), Giorgetti e le banche spingono per la ratifica del Mes da parte dell’Italia. Te credo: il Mes, grazie alla modifica del trattato, servirà come strumento di ultima istanza per il finanziamento del Fondo di risoluzione unico, istituito nel 2015, per la soluzione delle crisi bancarie europee. 

 

Peccato che la nostra Coatta Premier voglia ancora barattare l’ok al Meccanismo europeo di stabilità, già approvato da 19 paesi, sui 20 dell’area Euro, con una revisione del Patto di stabilità. La famosa “logica di pacchetto” che è già stata spernacchiata durante i negoziati per le nuove regole fiscali.

 

paolo gentiloni giancarlo giorgetti g7 economia stresa

Di riffa o di raffa, il povero Giorgetti, il più disperato tra i ministri del Governo, non sa dove trovare i soldi per la legge di bilancio.

 

Dopo la decisione di raccattare un po' di miliardi dalle aziende partecipate dallo Stato (Eni, Ferrovie e Poste), ora è costretto a fare il giro delle sette chiese bancarie come “piazzista” per vendere le ultime quote di Mps, di cui il Governo deve disfarsi entro la fine del 2024.

 

E poiché dopo le elezioni del 9 giugno l’esecutivo sarà costretto, giocoforza, a deporre i proclama propagandistici e a stringere i cordoni della borsa, il semolino Giorgetti ha già messo in conto un bastimento carico di scazzi con il suo segretario Matteo Salvini.

 

Con la poltrona di segretario della Lega sempre più in bilico, destabilizzata dai tre  governatori e tanti elettori del Carroccio infuriati per la candidatura del generale Vannacci, per il Genova-Gate dei vari Rxi, per i rapporti con la famiglia Verdini, eccetera, per tenersi in piedi il Capitone sogna politiche spendaccioni, vuole il Ponte sullo Stretto, l’abolizione della legge Fornero, condoni, sanatorie e chi più ne ha, più ne metta.

 

GIANCARLO GIORGETTI

Quel che più preoccupa gli euro-burocrati di Bruxelles non è solo l’attuale situazione di penuria delle casse pubbliche italiane, ma la strutturale condizione di debolezza dell’economia italiana che da 30 anni, con qualsiasi partito a Palazzo Chigi, non mostra segni di vera ripresa.

 

In Europa borbottano: abbiamo dato all’Italia 194 miliardi di euro di fondi Pnrr, il Pil tricolore dovrebbe volare, eppure arranca pericolosamente vicino alla media europea (e gli altri Paesi non hanno certo ricevuto la stessa quantità di denaro che abbiamo intascato noi...).

giorgia meloni giancarlo giorgettiMATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI PACCO A SORPRESA - VIGNETTA BY MACONDO

 

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO