battisti luca beatrice

"LE BIONDE TRECCE E POI..." – LUCA BEATRICE RACCONTA MEZZO SECOLO DI CANZONI D'AMORE, DA MOGOL-BATTISTI AI RIGHEIRA – “LA CANZONE DEL SOLE'' E’ L'INCONTRO TRA UNO SQUARCIO DI PITTURA IMPRESSIONISTA E LE ATMOSFERE MALIZIOSE DI ''LOLITA'' DI NABOKOV” - E POI LA CENSURA CHE COLPISCE I TESTI INNOCENTI DI BAGLIONI, BINDI EMARGINATO PERCHE’ GAY E ARBORE CHE… - VIDEO

lucio battisti

 

Antonio Lodetti per il Giornale

 

Erano tempi strani quelli del boom economico postbellico italiano, dove la musica era un potentissimo traino alla voglia di cambiamento un po' casalinga ma che profuma di rivoluzione.

 

 

In Italia ci sono i «capelloni» che chiamano gli adulti - magari anche trentenni - «matusa» e nel 1965 Paolo Bugialli, sul Corriere della sera, scrive: «I capelloni sono quei tipi di apparente sesso maschile che portano i capelli lunghi quasi come le donne... secondo una moda mutuata dai Beatles, i quattro giovanotti che l'Inghilterra, anziché premiare come recentemente ha fatto, avrebbe dovuto, per rispetto alla propria reputazione, esiliare in Patagonia».

 

Le regole e i valori morali entrano in crisi e coinvolgono anche i ragazzini, come era nella Torino «operaia» dell'epoca di Luca Beatrice (tra le altre cose critico d'arte de il Giornale), che ora racconta nel bel libro Canzoni d'amore (Mondadori) la storia della musica italiana attraverso le sue esperienze e i cambiamenti sociali.

battisti mina

 

Negli anni Settanta l'omosessualità è ancora un tabù, anche se a Torino c'è il circolo culturale Triangolo Rosa dove si possono trovare il filosofo Gianni Vattimo e il pittore Marco Silombria, ma un decennio prima cantautori sensibili come Umberto Bindi dovevano ancora nascondersi, nonostante gli amori di Luchino Visconti (valga Helmut Berger per tutti) e di Pasolini. Un caso eclatante è quello del genovese Umberto Bindi, in testa alle hit parade nel 1960 con Il nostro concerto, ma è un diverso e viene poco a poco emarginato. L'anno prima è stato a Canzonissima (quella del debutto di Mina con Nessuno nessuno) dove porta l'evocativa Arrivederci e nel '61 è a Sanremo con Non mi dire chi sei. Lì il gossip lo travolge. La stampa nota che porta un anello, scopre che frequenta locali equivoci in compagnia di bei giovanotti.

mina battisti

 

Nonostante belle canzoni come Il mio mondo (con Paoli) e La musica è finita (con Califano) viene rapidamente isolato e muore 70enne, in povertà, a Roma nel 2002. Gli anni '60 e '70 sono anche gli anni delle cover, libere traduzioni di brani beat inglesi o americani come Sono bugiarda (I'm a Believer dei Monkees)di Caterina Caselli, partita dalla provincia emiliana verso il Piper con il suo inseparabile basso, come Senza luce dei Dik Dik (A Wither Shade of Pale) dei Procol Harum e la «nera» A chi (Hurt, lanciata nel 1954 dall'ex pugile Roy Hamilton), un r'n'b difficile da cantare per un bianco, che passa inosservato, nella splendida versione di Fausto Leali, finché Renzo Arbore la lancia nel suo programma radiofonico Per voi giovani.

 

umberto bindi

Una gita scolastica a Montecarlo. C'è Mauro che ha portato la chitarra e intona una melodia di tre accordi: La, Mi, Re. È la battistiana Canzone del sole, storia di due adolescenti che si ritrovano da adulti, domandandosi come mai la loro storia sia finita. Banale? Per Beatrice è «l'incontro tra uno squarcio di pittura impressionista e le atmosfere maliziose di Lolita di Nabokov» e molto di più. La canzone del sole involontariamente fa nascere l'interrogativo se Battisti o Mogol siano artisti di destra, in un Italia dove la destra non ha cittadinanza culturale. Intanto La canzone del sole vola in testa alle classifiche dando il cambio a I giardini di marzo.

 

baglioni

Nell'Italia del 1972 non ci sono solo i giovani politicizzati e violenti che riempiono le cronache, ma anche quelli che si innamorano sulle note di Questo piccolo grande amore di Claudio Baglioni, che turba gli adolescenti con brani come E tu o Sabato pomeriggio. Eppure anche suoi testi innocenti di Baglioni piove la censura che cambia la frase «la paura e la voglia di essere nudi» con «la paura e la voglia di essere soli» e «mani sempre più ansiose di cose proibite» in «scarpe bagnate», che evoca solo l'umidità.

 

califano

Beatrice racconta le canzoni e la storia anno per anno attraverso personaggi come Venditti (ricordi universitari), Califano, Mia Martini con una scrittura gustosa e ricca di aneddoti. Ci soffermiamo però su una canzone aborrita dai rockettari duri e puri ma simbolo di un'epoca come L'estate sta finendo (1985) dei Righeira. Si parte da lontano. Gli anni in cui si sposano avanguardia e intrattenimento (vedere Alessandro Mendini e Aldo Rossi nel design, i programmi di Renzo Arbore e Drive In in tv), gli anni magistralmente raccontati da Pier Vittorio Tondelli in Un weekend postmoderno. Vanno forte le discoteche, popolate da modaioli, post punk, new wavers e artisti di ogni tendenza.

 

fausto leali

Va di moda l'Italian Disco (di cui sono esperti produttori i fratelli La Bionda) che lanciano Stefano Rota e Stefano Righi, meglio noti come Michael e Johnson Righeira, che impazzano con Vamos a la playa e L'estate sta finendo. Per Vamos a la playa Johnson, che abita con i genitori alla periferia di corso Giulio Cesare, rimane semplicemente colpito da come Torino si svuota ad agosto quando chiude la Fiat. Così il brano che fa il verso alle discoteche di Ibiza registra, in un linguaggio semi-inventato, un dato di fatto evidente: gli italiani vanno in vacanza.

arboreRIGHEIRAmogol lucio battistiJOE SENTIERI UMBERTO BINDI E GINO PAOLI AL FESTIVAL DI SANREMO NEL mogol lucio battistiBATTISTILUCIO BATTISTI E GRAZIA LETIZIA VERONESE 2ANIMA LATINA BATTISTILUCIO BATTISTI 4BATTISTI MOGOLlucio battisti e la moglie grazia letizia veronese 6

LUCIO BATTISTILUCIO BATTISTI

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”