
C’È UNA PISTA ALBANESE NELL’INDAGINE SULL’ATTENTATO A SIGFRIDO RANUCCI: PORTA A UN BOSS DELLA MALA, ARTUR SHEHU, 58 ANNI, ORA RESIDENTE A MIAMI – IL MOVENTE SAREBBE UNA PUNTATA DI “REPORT” SUGLI AFFARI LEGATI ALLA REALIZZAZIONE DEI CENTRI ALBANESI PER MIGRANTI A SHENGJIN E GJADER – IL 58ENNE VIENE DESCRITTO COME UN NARCOTRAFFICANTE, GIÀ CITATO IN INDAGINI INTERNAZIONALI PER PRESUNTI LEGAMI CON COSA NOSTRA E CON LA SACRA CORONA UNITA – L’OPERAZIONE SUI CENTRI COINVOLGEREBBE ANCHE UNO STRETTO COLLABORATORE DEL PREMIER EDI RAMA - VIDEO
Giuseppe Scarpa per “la Repubblica” - Estratti
C'è una pista albanese nell'indagine sull'attentato a Sigfrido Ranucci. Il nome su cui si concentra ora l'attenzione degli investigatori è quello di Artur Shehu, 58 anni, imprenditore originario dell'Albania, considerato da varie inchieste una figura di peso della criminalità organizzata del suo Paese.
Oggi vive negli Stati Uniti, in Florida, dove conduce una vita riservata a Miami, in cui si è stabilito da diversi anni. Secondo fonti investigative, anche la Direzione investigativa antimafia avrebbe ricevuto informazioni da Valona, nel sud dell'Albania, sul possibile coinvolgimento di Shehu nell'esplosione avvenuta il 16 ottobre sotto l'abitazione del conduttore di Report.
Si tratta, al momento, di una ipotesi di lavoro, per la quale servono altri riscontri e verifiche definitive, ma che viene comunque seguita con attenzione dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Roma — l'aggiunto Ilaria Calò e il sostituto Carlo Villani — insieme ai carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati e di via In Selci, impegnati da giorni a ricostruire ogni dettaglio dell'attentato.
Il possibile movente sarebbe da ricondurre a una puntata di Report, con un servizio intitolato "(Hot) Spot Albanese", sul progetto dei centri per migranti che l'Italia ha realizzato in Albania, a Shëngjin e Gjadër, nell'ambito dell'accordo siglato tra i governi di Roma e Tirana. In quel servizio, il nome di Shehu compare in più passaggi e viene collocato in un contesto di relazioni e affari che toccano ambienti politici e istituzionali albanesi.
Nel programma di Raitre, il 58enne albanese viene descritto come un importante narcotrafficante, già citato in indagini internazionali per presunti legami con Cosa Nostra e con la Sacra Corona Unita. Secondo la ricostruzione giornalistica, Shehu avrebbe donato 30 mila metri quadrati di terreno vicino a Valona alla fondazione del generale Fabrizio Lisi, all'epoca capo dell'Interpol in Albania.
L'operazione — sempre secondo quanto raccontato da Report — sarebbe stata mediata dall'avvocato Enjell Agaci, segretario generale del Consiglio dei ministri albanese e stretto collaboratore del premier Edi Rama, figura considerata chiave anche nella definizione dell'accordo bilaterale con l'Italia sui migranti.
Il nome di Shehu non era nuovo nemmeno alla stampa internazionale. Nel marzo 2021 il quotidiano americano Miami Herald gli aveva dedicato un'approfondita inchiesta dal titolo "Da una villa di Miami Beach, un uomo con presunti legami con la mafia costruisce un impero commerciale in Albania".
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Oggi la procura starebbe verificando anche questo profilo internazionale, cercando riscontri tra le informazioni raccolte in Albania e i movimenti del 58enne. Le piste sui mandanti dell'attentato restano comunque numerose (…)
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