carlo freccero sergio zavoli

CAPRE E ZAVOLI – CARLO FRECCERO: “ZAVOLI È CELEBRATO COME INTELLETTUALE, IL CONTRARIO DI UN INFLUENCER, MA BISOGNA AMMETTERE CHE SE È DIVENTATO QUELLO CHE È DIVENTATO, HA POTUTO FARLO PERCHÉ AVEVA COSTRUITO UNA SUA CREDIBILITÀ ATTRAVERSO LA SUA CARRIERA DI COMMENTATORE. HA UNA PREISTORIA DI INFLUENCER COL CICLISMO..." – "NEGLI ANNI D'ORO DELLA TV COMMERCIALE TRAGHETTA LA RAI DALLA PEDAGOGIA ALL'INFORMAZIONE FINO AL TALK" - VIDEO "PROCESSO ALLA TAPPA

Carlo Freccero per “la Stampa”

 

carlo freccero

Viviamo una strana epoca. Si buttano giù i monumenti e contemporaneamente si celebra, in tv, la morte di un monumento Rai. Ma, proprio a causa delle celebrazioni, sorge spontanea la domanda: chi oggi conosce Zavoli? Chi è Zavoli, per i giovani di oggi o semplicemente per quella fascia media di ascoltatori e lettori a cui la celebrazione si indirizza? Penso che molti se non tutti, si chiedano di chi stiamo parlando.

 

Perché viviamo in un'epoca di perdita della memoria, di rimozione del passato. Zavoli è celebrato come intellettuale. Un intellettuale è il contrario di un influencer. Un intellettuale deve instillare il dubbio e combattere le certezze. L'influencer frequenta solo certezze e fa suoi i miti di oggi: visibilità e successo. Zavoli rimane invece un punto di riferimento critico.

 

sergio zavoli processo alla tappa 1

Però, sul piano della comunicazione, bisogna ammettere che se Zavoli è diventato quello che è diventato, ha potuto farlo perché, a sua volta, aveva costruito una sua credibilità di massa e popolare, attraverso la sua carriera precedente di commentatore. Anche Zavoli, l'intellettuale, ha una preistoria di influencer, costruita su quello che era allora lo sport nazionalpopolare per eccellenza: non il calcio, ma il ciclismo.

 

sergio zavoli federico fellini

Il ciclismo era allora uno sport non globalizzato, ma limitato ad una serie ristretta di paesi: Italia, Francia, Belgio e pochi altri. Zavoli esordisce con il processo alla Tappa e mostra subito un taglio originale e inedito nei suoi reportage. Non si limita a centrare l'obiettivo sulle star assolute della tappa.

 

Con un taglio originale e inedito comincia a conferire la parola ai gregari, alle figure di contorno, all'umanità che ruota intorno a quello che era allora lo star system dello sport, riportandolo alla condizione umana e quotidiana dei suoi ascoltatori. In particolare, pur essendo in tv e non in radio, riesce a fare della sua voce una specie di «icona» dotata di autorevolezza. Si accredita come narratore «l'Omero» del ciclismo, sport povero, ma epico e condiviso (chiunque andava allora in bicicletta).

sergio zavoli 1

 

Quella stessa voce pacata e autorevole, farà da filo conduttore a quello che rimane per me il suo capolavoro: l'inchiesta La notte della Repubblica. E prima di questo all'inchiesta sul fascismo Nascita di una dittatura. Con queste benemerenze sportive, non ci aspetteremmo gli sviluppi successivi della carriera di Zavoli. Dall’80 all’86 diventa presidente della Rai.

 

sergio zavoli giulio andreotti

Vorrei fare presente la funzione di Zavoli che ritengo fondamentale per la storia della tv italiana. Nel 79, con la nascita di Canale 5, la Rai è obbligata ad uscire dal suo ruolo puro di servizio pubblico per misurarsi con l'audience. Il servizio pubblico è passato alla storia per la sua funzione pedagogica «pura» che ha avuto nella figura di Bernabei il suo maggior artefice. E' una tv «sussidiario» atta a insegnare agli italiani la cultura generale e a promuovere l'unificazione linguistica del paese.

sergio zavoli

 

Zavoli interviene dopo, quando la funzione pedagogica non può più funzionare e prima che, il servizio pubblico stesso, passi alla tv industriale e poi all'appiattimento odierno in cui le tv generaliste non sono più distinguibili tra loro. Negli anni d'oro della tv commerciale, Zavoli conferisce al servizio pubblico una nuova identità per molti versi più autorevole della precedente: traghetta la Rai dalla pedagogia all'informazione, dal sussidiario all'inchiesta. Se non può più fare pedagogia, la Rai farà informazione.

 

Se non può più insegnare, farà ricerca sulle radici storiche del paese, sul suo passato recente e sui misteri che sono alla base della sua identità di ieri e sono oggi ancora attuali. Ieri era l'anniversario della strage di Bologna. Le stragi sono ancora oggi irrisolte e nello stesso tempo percepite dall'opinione pubblica come essenziali per comprendere il presente. Si capisce quindi quanto rivoluzionaria sia stata La notte della Repubblica.

mario monti sergio zavoli

 

Dubito che con la censura di oggi un programma così potrebbe ancora andare in onda. Si dava la parola a tutti, vittime e carnefici, osservatori ma anche artefici del terrorismo, non «politicamente corretti». Eppure, per capire quella stagione disperata anche la voce dei terroristi era essenziale: a posteriori, scoprivano di essere stati manipolati e usati, da un disegno di cui, loro stessi, non avevano avuto il controllo.

mauro masi sergio zavoli

 

A titolo di storiografia vorrei citare il dibattito finale della trasmissione come matrice di tanti talk show successivi. Da lì inizia una nuova tv partecipata che si incrocia ed interseca con la tv verità di Guglielmi e Santoro. Per chi l'ha vissuta è stata un'epoca mitica di resistenza televisiva.

sergio zavoli processo alla tappasergio zavoli 4giorgio napolitano maria elena boschi sergio zavolisergio zavoligiorgio napolitano sergio zavolisergio zavoli processo alla tappa 3sergio zavoli processo alla tappa 2sergio zavoli anna finocchiaro

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...