un mondo a parte

IL CINEMA DEI GIUSTI - LA COSA CHE MI HA COLPITO DI PIÙ DI "UN MONDO A PARTE", CIVILISSIMA E DIVERTENTE COMMEDIA CON LA COPPIA INEDITA ANTONIO ALBANESE E VIRGINIA RAFFAELE, È LA SCOPERTA CHE IL 90% DEGLI ATTORI SONO ABRUZZESI E VEDERLI E SENTIRLI PARLARE IN DIALETTO OFFRE UN INCREDIBILE APPORTO DI FRESCHEZZA E ORIGINALITÀ A TUTTA L’OPERAZIONE - IL REGISTA RICCARDO MILANI, BRAVISSIMO A DIRIGERE, ESAGERA UN PO’ CON LA NEVE, LA MUSICA, IL SENTIMENTALISMO, LE AQUILE E I LUPI, MA IL FILM FUNZIONA… - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

 

virginia raffaele antonio albanese un mondo a parte

“Mannaggia alla Majella”. “Quella coccia de cazzo…”. La cosa che mi ha colpito di più di questa civilissima e divertente commedia abruzzese diretta da Riccardo Milani e interpretata dalla coppia inedita Antonio Albanese e Virginia Raffaele, “Un mondo a parte”, è la scoperta sui titoli di coda che il 90% degli attori che vediamo nel film sono veri e propri cittadini abruzzesi, solo in minima parte attori, presumo locali, che abitano tra Pescasseroli e qualche paesino che fa da sfondo al racconto.

un mondo a parte.

 

Anche nel film, solo vederli e sentirli parlare in dialetto, offre un incredibile apporto di freschezza e originalità a tutta l’operazione. Già non sentir parlare romano in una commedia è un passo avanti, sentir parlare abruzzese, cosa che risaliva ai tempi di Virgilio Riento, comico che piaceva tanto a mio padre, sono almeno due passi avanti. Due sono anche le idee del film. Una totalmente produttiva, da parte di Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa ancora più forte dopo il successo del loro “C’è ancora domani”.

 

un mondo a parte

Cercare di costruire un film da coprotagonista per Virginia Raffaele in coppia con Albanese come accade a Paola Cortellesi nella sua commedia più riuscita, “Come un gatto in tangenziale”. Per anni si è cercato inutilmente di offrire a Virginia Raffaele, che esordì giovanissima in un mio programma televisivo, “Bla Bla Bla”, grazie al fiuto di Greg che ne vide le grandi doti comiche e l’indubbio talento, un vero lancio nel cinema. Ma con gli imitatori è estremamente difficile, pensiamo a Noschese. Perché non hanno una sola, chiara, maschera comica, come Totò o Checco Zalone, ma tante diverse maschere.

 

antonio albanese virginia raffaele un mondo a parte

E anche per costruire il successo nel cinema di Paola Cortellesi ci sono voluti anni. E l’azzeramento del suo modello comico di imitatrice. La seconda idea è narrativa. Riprendere una situazione sicura di commedia scolastica, in questo caso il modello narrativo è quello, pari pari, di “Io speriamo che me la cavo”, grande successo col maestro del nord che arriva nella scuola del sud, e sporcarlo di sottostorie alla “Benvenuti al sud”.

 

un mondo a parte

Se lì il professore era unico, e interpretato da Paolo Villaggio, qui il professore, anzi il maestro protagonista è Antonio Albanese, perfetto nella sua mimica post-fantozziana e nella sua continua ricerca di umanità, ma deve dividere la scena con la maestra del posto, cioè Virginia Raffaele, che si sforza di parlare meglio che può l’abruzzese. Finite le presentazioni dei personaggi, i ragazzini del posto, il bidello, i genitori, Milani assieme al suo cosceneggiatore Michele Astori, hanno puntato sulla crisi dei piccoli borghi italiani abbandonati dai loro abitanti. Per sopravvivere la scuola ha bisogno di quattro studenti in più, altrimenti dovrà chiudere.

antonio albanese virginia raffaele un mondo a parte

 

Tutta la seconda parte del film è costruita quindi sulla ricerca dei quattro ragazzini in più che non faranno chiudere la scuola. Milani, bravissimo a dirigere attori e non attori, esagera un po’ con la neve, la musica, il sentimentalismo, le aquile, i lupi, che sembrano spesso un riempitivo, ma il film, pensato per il pubblico popolare di Pasqua, anche se oggi alla sala 6 del Barberini eravamo in dieci spettatori, tutti vecchi, mi sembra che funzioni.

 

virginia raffaele antonio albanese un mondo a parte

Perché funziona benissimo il rapporto fra i due protagonisti, e qui si dovrebbe ringraziare Albanese, generoso al punto di lasciare tutto lo spazio comico possibile alla sua partner. Del resto il successo del film è tutto lì. Nel funzionamento di Virginia Raffaele come post-Cortellesi nella coppia. Magari si potevano evitare i troppi “Coccia de cazzo de…” e la scena di sesso a letto tra i due maestri. Quanto al messaggio positivo finale sull’Abbruzzo che si sta evolvendo che ci viene dal film, diciamo che le recenti elezioni regionali con la vittoria della destra salvin-meloniana ci riportano a un Abruzzo fermo nel suo conservatorismo senza speranze di grandi cambiamenti. Ma speriamo che non sia proprio così… In sala.  

antonio albanese virginia raffaele un mondo a parte virginia raffaele antonio albanese un mondo a parte virginia raffaele antonio albanese un mondo a parte

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?