manzini

TIRI MANZINI: “SE UNA NON LEGGE LIBRI, UNA BOTTA E VIA. ANZI NEANCHE QUELLA” – PARLA IL CREATORE DI ROCCO SCHIAVONE: “LA SCRITTURA MI HA SALVATO DAL FARE L’ATTORE. IL MONDO DEL CINEMA E’ UN LETAMAIO: PERENNI LECCATE DI CULO A DESTRA E POI A SINISTRA: E TRA UNO SPOSTAMENTO E L' ALTRO DELLA LINGUA, SCATTA PURE LA GOMITATA'' – E POI PANATTA (“UN ARTISTA”), MAZZOLA, TOTTI. E SU SALVINI…

manzini

Alessandro Ferrucci per il Fatto Quotidiano

 

Il primo fuma canne tutto il giorno, l' altro neanche le sigarette; il primo prende a schiaffoni ogni fastidio fisico e mentale, l' altro preferisce il silenzio della campagna; il primo sfida il freddo di Aosta con il loden, l' altro si infagotta in un piumino alla prima brezza autunnale.

 

Però la distanza tra Rocco Schiavone e Antonio Manzini si annulla all' improvviso dentro a un bar di Treviso, e grazie all' entusiasmo per un semplice tramezzino: "Qui e a Venezia sono spettacolari". Il suo vicequestore (non commissario) sin dal primo romanzo della serie, giudica la qualità di un bar a seconda se utilizzano un panno umido o la pellicola per conservarli. "Regola aurea, da lì capisco la serietà del posto".

manzini cover

 

Manzini è in tour per presentare Fate il vostro gioco , sempre con protagonista "il personaggio letterario più interessante degli ultimi anni", parola del collega noir Maurizio De Giovanni, e attualmente record di ascolti su Rai2 grazie anche a un superlativo Marco Giallini.

(...)

Oggi no, dopo anni mi sono quasi del tutto disintossicato e ripulito, la scrittura mi ha salvato, ma non dimentico la mia vita precedente. Quando era attore. Ecco, era è la coniugazione giusta.

 

Nessun desiderio di macchina da presa.

Per carità! Non ci penso proprio, tra me e quella realtà ho piazzato qualche migliaio di pagine scritte, e ringrazio ogni parola, ogni idea, ogni intuizione in grado di distanziarmi.

 

Cos' ha quel mondo?

È una realtà analfabeta sotto il piano emotivo: gli esseri umani dovrebbero rappresentare la parte erudita della società, al contrario sono trattati come ruspe, dove i rapporti tra soggetti diventato mera facciata.

manzini

Apparenza e basta.

Rimasti a livello preadolescenziale.

 

Ne sono consci?

No.

 

Nessuno.

È un letamaio.

Ne ha proprio sofferto.

Non da quando scrivo sceneggiature, solo la realtà del set non mi piace. L' ignoranza dei sentimenti mi colpisce sempre.

Un esempio di set.

Perenni leccate di culo a destra e poi a sinistra, di nuovo a destra e così via; nel frattempo, tra uno spostamento e l' altro della lingua, scatta pure la gomitata.

 

MATTEO GARRONE NICOLO AMMANNITI

Ha mai assistito a scene in stile Weinstein?

È l' acqua calda, mi stupisce chi si è stupito, e non c' è bisogno di essere testimoni diretti, basta analizzare i ruoli assegnati.

 

Nel senso?

Quante parti esistono per donne oltre i 45 anni?

Poche.

Mentre vediamo uomini di 55-60 anni protagonisti come avvocati, medici, magari giornalisti, al contrario per le donne la vita si ferma intorno ai 35. Giusto Meryl Streep si salva.

totti

 

Va sul set di Rocco Schiavone?

Una sola volta, non è necessaria la mia presenza.

Beh, lei è il nucleo.

Dovrei andare a controllare, ma in Italia non esiste il ruolo di showrunner (l' addetto alla verifica), quindi è inutile.

Solo Niccolò Ammaniti ci è riuscito. Autore e regista de "Il miracolo".

Esatto e quello sforzo l' ha pagato caro: un anno totalmente dedicato alla serie, niente scrittura.

totti

 

Ammanniti è il suo migliore amico.

Accomunati dagli stessi gusti letterari e cinematografici. Stessa ironia. E sappiamo esattamente rispettare i nostri momenti da orso, quando ci isoliamo. Più lui di me.

 

L' anno scorso sul Fatto è nata una polemica tra scrittori su quanto, e se sono utili i classici.

È una boiata di dimensioni epocali.

 

Pro o contro?

I classici non solo vanno letti, ma anche conosciuti, e c' è differenza: il respiro di un romanzo dell' 800 oggi non lo trovi più.

 

Cosa insegnano?

schiavone

In particolare i movimenti psicologici dei vari personaggi, la differenza tra emozione e sentimento, mentre molti libri attuali offrono una scarsa profondità.

 

Il primo romanzo che le viene in mente?

Papà Goriot. Psicologia, dicevamo. Da anni spesso sono gli stessi autori ad auto-descriversi, ma solo perché non conoscono altro, è un continuo guardarsi allo specchio, e moltiplicare la propria immagine all' infinito, tanto da causare una noia mortale: hanno la gobba a forza di ammirarsi l' ombelico.

 

Altro che Simenon.

Lui non si discute, fuoriclasse assoluto.

(...)

 

Un auspicio?

Il conflitto verbale, lo trovo necessario. Non la lite. Il conflitto. Vuol dire criticare, dubitare, però è fondamentale motivare, prepararsi, non arrendersi alla prima risposta, affondare e ascoltare.

panatta

 

A Schiavone piace Salvini?

No. Per niente. Neanche un po' e il sentimento è reciproco, in caso contrario Rocco si preoccuperebbe, e parecchio, rifletterebbe su quale errore ha commesso per suscitare simpatia in uno come lui.

Dal suo libro: "Le figure di merda non esistono più".

È una citazione che ho preso da Ammanniti.

 

Come mai?

È un continuo ascoltare persone sbandierare ideali o grandi idee, per poi rimangiarsi tutto con una facilità e una tempistica estrema. Ecco, per me queste sono e restano figure di merda, e non mi riferisco solo ad amici o conoscenti, parlo a livello politico e televisivo.

manzini

Cambi repentini di casacca.

Trent' anni fa la società avrebbe bollato ed emarginato questi soggetti, oggi diventano persone importanti, e magari la figura di merda la piazzano in bella evidenza nel curriculum.

 

I suoi miti da ragazzo.

Adriano Panatta e Sandro Mazzola.

 

Perché Panatta?

Bellissimo, sfrontato, inafferrabile. Un artista. Uno che se ne fregava di certe liturgie: se aveva voglia di giocare, distruggeva chiunque, altrimenti arrivederci alla prossima. E la storia della maglietta rossa ancora mi emoziona (quando è andato a giocare la finale di Davis nel Cile fascista di Pinochet).

panatta

 

Mazzola.

Calciava da dio, si smarcava tutti, dava le palle giuste, indossava il 10, portava i baffi e non obbediva agli sporchi diktat di Herrera: lui certe pastiglie le buttava nel cesso.

C' è un altro numero 10 nella sua vita.

Lo so, Francesco Totti. Quando ha lasciato il calcio ho visto la partita da solo e ho pianto, poi il giorno dopo ho scritto un pezzo sul vostro giornale: dovevo sfogarmi.

 

I suoi anni Ottanta.

Nel 1982 avevo 18 anni e suonavo la batteria in un complesso: un giorno siamo stati ingaggiati dallo stesso produttore dei Depeche Mode per andare a Londra; poco prima di partire due del gruppo lasciano, e finisce il sogno.

Peccato.

No, va bene così, non ho rimpianti, non vivo di se o di forse. Però è stato divertente.

 

Schiavone fuma le canne e lo rivendica. Lei ha una debolezza che le piace?

Tutto ciò che faccio è una debolezza.

rocco schiavone

Nello specifico.

Non riesco a incazzarmi con le persone che amo, e poi mi lancio in grandi propositi e non li rispetto quasi mai.

I suoi romanzi sono più storia che giallo.

Il delitto è un pretesto, mi interessa maggiormente la commedia umana, i perché, i come vivono, i dove vivono, i desideri.

In quest' ultimo capitolo lascia un finale non proprio chiuso.

(Alza le mani come a dire: mi arrendo) Colpa mia. Mentre scrivevo mi sono reso conto del problema e sono andato in crisi, così dopo un lento riflettere ho deciso di raddoppiare.

Subito un altro Schiavone.

Ma è lui a decidere, Rocco è una presenza fissa accanto a me, a volte provo a metterlo da parte, e invece riappare, si materializza tra tastiera e schermo, e assecondo.

MAZZOLA 5

 

Quindi?

A gennaio ne esce un altro.

Per lei i libri sono Religione.

Appena entro in casa di qualcuno controllo immediatamente gli scaffali, voglio capire quanto e cosa leggono.

È il parametro.

Regola fondamentale passata da mio padre; quando dovevo uscire con una ragazza mi ricordava: "Antò, mi raccomando, se non legge, al massimo una botta e via, non di più".

 

Aveva ragione?

Di più: se una non legge, non vale la pena neanche quella botta e via.

rocco schiavone GIALLINI ROCCO SCHIAVONE

(Meglio andare al bar e mangiare un buon tramezzino).

GIALLINI ROCCO SCHIAVONE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?