selfie estremo extreme

COMPIE 18 ANNI IL CELLULARE CHE FA LE FOTO, UNA RIVOLUZIONE SOCIALE: OGGI IN UN MINUTO SI FANNO PIÙ SCATTI CHE IN TUTTI GLI ULTIMI 150 ANNI - SENZA 'FOTOFONINO' NON AVREMMO KIM KARDASHIAN, 150 MORTI PER SELFIE ESTREMI O LO 'SHARENTING', SCHIAFFARE SUI SOCIAL LE VITE DI BIMBI PRIMA DEI DUE ANNI - CHI NE HA 25 MOLLA FACEBOOK E TWITTER PER INSTAGRAM E SNAPCHAT: CONTA L'IMMAGINE, IL TESTO È OBSOLETO

Michele Neri per Il Messaggero

 

 

SHARP J SH04

Quest'anno si festeggia la maturità di una piccola invenzione che ha rivoluzionato l'esistenza di tutti. Il telefonino prima, poi lo smartphone con fotocamera inserita. Si contendono i natali la sudcoreana Samsung con il modello SGH-V200, uscito nel giugno del 2000, e la giapponese Sharp che, nel novembre dello stesso anno, mise in commercio il modello J-SH04. Potevano raggiungere una risoluzione di 0,10 megapixel: nulla in confronto ai 10 mega dei modelli in circolazione.

 

La portata di questa innovazione (il primissimo prototipo fu creato nel 1997 dall'americano Philippe Kahn), e che inizialmente apparve singolare, in questi diciotto anni è andata ben oltre gli effetti numerici della diffusione capillare di uno strumento adatto a riprendere e condividere la propria esperienza della realtà.

 

Colpisce che, nel 2017, siano state prodotte più di un trilione di fotografie, o letto in un altro modo, che ogni minuto siano catturate più foto di quante ne siano state scattate negli ultimi 150 anni. O che ogni secondo atterrino su Instagram 830 scatti. Numeri impressionanti, ma l'impatto di questa fotografia democratica è ben più profondo, ramificato e spesso difficile da intuire. Siamo immersi nelle immagini.

SAMSUNG SGH V 200

 

LA RIPRESA

Una conseguenza dell'inarrestabile affermazione di questo strumento ibrido riguarda gli smartphone stessi: da quando, già nei primi anni Duemila, Nokia sfornò modelli da un megapixel (il primo a toccare i cinque, fu il Nokia N95), è stata la qualità della ripresa a determinare il successo di vendita di un nuovo modello. Poi sono arrivate fotocamere doppie o frontali, lenti Zeiss, la collaborazione Hasselblad Lenovo, quella Leica Huawei, autofocus, filtri, effetti speciali, software di archiviazione eccetera. Sono nati e scomparsi formati come gli MMS. Uscendo dai confini della tecnica, gli effetti si moltiplicano.

drogati di smartphone

 

E' cambiato l'alfabeto universale: dalla generazione che compie adesso 25-30 anni in giù, l'unico linguaggio valido è quello delle immagini. Se i ragazzi stanno abbandonando Facebook a favore di Snapchat o Instagram, è perché questi due social sono stati progettati con al centro le immagini.

 

L'impatto della presenza di uno strumento di ripresa sempre a disposizione ha rivoluzionato i rapporti personali. Quelli verticali, da genitori a figli: oltre il novanta per cento dei bambini di due anni dispone ora di una presenza fotografica online, come se l'infanzia priva di un doppio condiviso non esistesse. C'è un termine inglese, per descrivere questa solerzia nel distribuire dettagli dell'intimità dei figli: sharenting (crasi di sharing l'ormai inevitabile condividere e di parenting, essere genitori).

smartphone

 

I rapporti con la realtà esterna dei figli stessi (e spesso anche di adulti), così presi dal gioco della rappresentazione di sé, da non riconoscere il rischio insito nella diffusione di dettagli anatomici a presunti fidanzati e che poi possono diventare ex, e con amici lieti di ricevere ritratti sexy. E' sempre più drammatica la cronaca di sessioni di sexting finite male, con le immagini di rapporti sessuali diffusi a insaputa del soggetto, così come quella di selfie estremi e finiti peggio (chi poteva pensare che quasi 150 ragazzi e ragazze sarebbero morti per un autoritratto? Il dato riguarda il periodo 2014-2017).

smartphone

 

I PROFESSIONISTI

In questi diciotto anni è stata stravolta l'industria della fotografia. Dopo le prime reazioni di sufficienza nei confronti dei fotofonini, i professionisti hanno imparato ad apprezzarne le qualità diverse: ora corredi professionali e ultimi iPhone o Samsung convivono in pace. Il settore è stato trasformato in altri modi. Se attorno a un qualsiasi concerto, conferenza, un viaggio del Papa, si alzano subito centinaia di braccia pronte a immortalare l'evento, al fotografo di attualità sono richieste capacità sempre maggiori e diverse.

arte del selfie 9

 

Se poi sono gli stessi soggetti a riprendersi, come nel selfie collettivo di Bradley Cooper alla notte degli Oscar 2014, poi twittato da Ellen DeGeneres, fare la differenza diventa più complesso.

 

Senza quest'invenzione, le fake news avrebbero avuto meno efficacia; forse non avremmo sentito parlare di Kim Kardashian, e molto probabilmente non avremmo assistito a tanti spettacoli indecenti (si veda l'apripista degli autoscatti intimi, il politico democratico Anthony Weiner nel 2011) che nemmeno l'irresistibile facilità del nuovo mezzo può giustificare.

arte selfieselfie museiselfie musei 8selfie sul luogo dell incidentearte selfie 2selfie di renzi su twitterarte dei selfie 2selfie stiticoselfie musei 4selfie onanistacarlos sacc ez selfie IL SELFIE AGLI OSCAR CON ELLEN FUNERALI DI NELSON MANDELA IL SELFIE TRA BARACK OBAMA DAVID CAMERON E HELLE THORNING SCHMIDT Non sono nemmeno nel selfie degli Oscar La versione Lego del selfie Il selfie da Oscar secondo i Simpsons Il selfie di Oreshkin SABRINA FERILLI SELFIE AGLI OSCAR SELFIE BARBARA D URSO MENTRE VA A BALLARE selfie SELFIE DI FABIO FAZIO CHE CORRE selfie emrata

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…