DITE AL “FOGLIO” CHE SAVIANO NON HA I 50 ANNI PER ANDARE IL QUIRINALE…

Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Caro Dago,
un mio conoscente, il quale opera in un ospedale, mi ha informato che la prassi di ricovero di un 88enne prevede di mettergli le spondine al letto ed il pannolone...
Recondite Armonie

Lettera 2
D'Alema che non e' candidato a niente perche' e' sempre li a ravanare? Non e' che lui, Prodi, Marini, Rodota', Amato e compagnia cantante fra qualche mese ci riproveranno per il Quirinale? Salutissimi
Claudio Baffoni

Lettera 3
Dago darling, ma allora é vera o no la notizia che il "very reliable" Nichi Vendola sta per riscrivere - a modo suo - il romanzo "Tre uomini in Barca"? Data la provata "affidibilità" di un simile nocchiero, non invidio i naviganti, neanche se le acque in cui detta barca s'avventurerà fossero quelle tranquille del lago di Bracciano.
Natalie Paav

Lettera 4
Caro Dago,
Il Segretario Emerito di Lacca Continua, ex maggiordomo di Gianni Agnelli ed ex Distruttore dell'Unità, al secolo Furio(so) Colombo, si dichiara orgoglioso di non avere nulla in comune con Berlusconi. Lui così puro, colto e perspicace non capisce che è proprio questa una delle cose che ci fanno amare il Cavaliere ancora di più.
Salve Natalino Russo Seminara

Lettera 5
Caro Dago,
sembra che per trovare il successore di Napolitano avessero pubblicato l'annuncio "cercasi presidente della Repubblica con almeno sette anni di esperienza". RP

Lettera 6
Roberto: la figlia di Rodotà. il giornalista di la Stampa Mattia Feltri è il figlio di Vittorio Feltri e è marito di Annalena Benini nipote di Daria Bignardi. Claudio Cerasa il Foglio figlio del direttore della redazione romana di Repubblica. Vittorio Zincone figlio di Giuliano Zincone e la figlia di Corrado Augias no? Tella

Lettera 7
Caro DAGO, molti sono contrari a l'ipotesi di un governicchio balneare. Vista la stagione meteo e la salute della politica, è certo più indicato uno termale. La nazione ristagna, i consumi diminuiscono. Mentre, di sicuro, è aumentata l'occupy-azione Pidy. Per dindirindyna.
Saluti, Labond

Lettera 8
Caro Dago, Vendola si e' già dimenticato che senza l'alleanza con il PD sarebbe stato il quarto a scopa con Ingroia , Di Pietro e Fini....memoria corta!!!!
Carmen

Lettera 9
Caro Dago,
ho sentito il dovere di ringraziare il Presidente Napolitano per non aver dato l'incarico ad Amato. I suoi 31 mila euro di pensione al mese, sono uno schiaffo per milioni di italiani che stentano ad arrivare a fine mese. Un ulteriore incremento delle sue entrate sarebbe stato oltremodo vergognoso.

Avrei preferito Matteo Renzi come presidente, ma il veto del patonza, che incomincia a temerlo,l'ha bloccato. Bisogna augurare ad Enrico Letta di far presto per il bene del paese che, grazie a Bersani, ha buttato alle ortiche circa 60 giorni. Anche a Letta vorrei ricordare di non prendere in considerazione il nome di Amato, sarebbe l'unico modo per farlo sparire definitivamente dalla scena politica italiana. Cordiali saluti. Annibale Antonelli

Lettera 10
Dite alla signora giornalista del Foglio Marianna Rizzini che Saviano non ha i 50 anni richiesti per essere eletto alla carica di presidente della repubblica. Ma si può? E le hanno pure fatto scrivere un articolo che più becero e inutile non si può.
Grande Dago, cari saluti

Lettera 11
Signori di Dagospia, ho avuto un moto di simpatia nei confronti di Pierluigi Bersani. D'accordo che ha sbagliato tutto dal punto di vista del suo partito e questo può essere un bene per l'Italia, anche se ormai non c'è più spazio per l'ottimismo: tutta la classe politica è colpevole del disastro, insieme agli elettori. Però vorrei spendere una parola pro Bersani nel momento della caduta: Pierluigi, hai in casa già moglie e due figlie, senz'altro bravissime. Dovresti averne abbastanza.

E invece poi ti imbarchi con Rosy Bindi che è presidente-capa, con la Finocchiaro che è capatosta pure lei, prendi la moretta Moretti che è ondivaga al massimo (una che aspetti per le sette e ti manda in bianco ..), la bionda capetta del giornale online Geloni, e dulcis in fundo prendi pure un cazziatone dalla secchiona classica prima della classe Serracchiani. Bersani, le donne ti fregano e nel PD moderno nei hai tante. Ah i tempi belli di Palmiro, Luigi ed Enrico: uomini veri e poche donne!
Luciano.

Lettera 12
In tutta la vicenda umana, comica o tragica che sia, la personalità del singolo che ne stigmatizza gli eventi resta fondamentale. Non pare che Maurizio Crozza (attore comico ˆ un Beppe Grillo à la page ˆ sappia trarre soverchi insegnamenti dall'esperienza che la vita gli ha offerto a più riprese.

Irridere un momento drammatico della storia d‚Italia, come la rielezione di Giorgio Napolitano ˆ a larghissima maggioranza espressa dal Parlamento italiano ˆ per gabellare i „Grandi elettori che lo hanno votato per necessità di cose, non è ironia intelligente né comica esilarante da offrire agli sghignazzanti spettatori intontiti dalla drammaticità che li travolge.

Orazio, Satire, (1, 1,24) si chiede: „Ridentem dicere verum / quid vetat?‰ (Il „Castigat ridendo mores‰ più moderno che lo sostituisce), ha libera circolazione?

Certo che sì! Non mi sarei mai sognato di redarguire la vis comica di Crozza volendolo piegare alle angherie del potere. Ma, come in tutte le cose, orazianamente parlando: „Est modus in rebus: sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum ( Vi è un giusto limite nelle cose; vi sono ben determinati confini, oltre i quali e prima dei quali non può sussistere il giusto).

Possibile che l‚arguto e intelligente Crozza non sappia distinguere la „paternale‰ da una futile esibizione di masochismo erotico?

Capisco che il mestiere ha le sue esigenze, ma la necessità etica di richiamare i figliuol prodighi a una politica più seria e costruttiva, non si pone prioritaria nei confronti di qualsiasi interesse di bottega? Il senso del dovere è cosa troppo seria per diventare canovaccio ridicolo per chi lo sfrutta per i cachinni della platea. Diciamo, per chiudere latinamente: „RIsus abundat in ore stultorum‰. «lo sciocco ride anche se non c'è nulla da ridere».
Celestino Ferraro

 

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