di maio dessi martelli sarti

VI RICORDATE “NOI LE MELE MARCE LE CACCIAMO”? PASSATE LE ELEZIONI, IL M5S RIACCOGLIE A BRACCIA APERTE IL PICCHIATORE DI RUMENI DESSÌ (EVASORE TOTALE CON CASA POPOLARE A 7 EURO), A CUI DI MAIO FECE FIRMARE UN DOCUMENTO IN CUI PROMETTEVA DIMISSIONI IMMEDIATE - RIECCO GIULIA SARTI CHE NON VERSÒ I RIMBORSI E DENUNCIÒ IL FIDANZATO. E IL SENATORE CARLO MARTELLI, IL PRIMO PIZZICATO DALLE ‘IENE’…

luigi di maio

  1. SENATO: MARTELLI,'RIMBORSOPOLI' UN ERRORE, PER ORA NEL MISTO

 (ANSA) - "Sono in attesa che i probiviri si esprimano, hanno 90 giorni per farlo, per il momento sono iscritto al gruppo Misto". Così Carlo Martelli dopo essersi registrato a Palazzo Madama. Il neo senatore coinvolto nell'inchiesta delle Iene sulle mancate restituzioni da parte di alcuni esponenti del M5s è momentaneamente sospeso dal gruppo proprio la vicenda cosiddetta 'rimborsopoli'.

filippo roma delle iene becca carlo martelli

 

"Il mio 'peccato'? - aggiunge - Cambierei la parola, così sembra qualcosa di irredimibile". Martelli ammette: "abbiamo fatto un grande errore", ma invita a considerare "Ciascun caso singolarmente". "Io - sottolinea - ho messo in atto tutte le condotte riparatorie possibili". Poi afferma di non aver "mai parlato con Di Maio". E sull'attuale situazione politica dichiara: "Secondo me non si devono fare alleanze". Riguardo una possibile intesa con Berlusconi invece dice: "Qualunque tipo di alleanza è subordinata a quale tipo di punti di programma si portano avanti. Vediamo i temi sul tavolo: se continuano ad essere prioritari va bene così".

 

 

  1. M5S, IL BLUFF DELLE DIMISSIONI DI DESSÌ: L'IMBARAZZO DI DI MAIO E GLI ALTRI BIG

 

 

Marco Billeci e Martina Martelloni per www.repubblica.it

 

emanuele dessi firma documento in cui promette dimissioni

"Emanuele Dessì ha rinunciato alla candidatura in parlamento". Così parlava prima delle elezioni il leader del M5S Luigi Di Maio a proposito del candidato senatore pentastellato finito sotto accusa per il canone di 7 euro della casa popolare in cui era in affitto e per un filmato che lo ritraeva assieme a Roberto Spada. Nell'occasione, Di Maio aveva annunciato anche la presenza di un foglio scritto con cui Dessì si impegnava a rifiutare il seggio, documento di cui tuttavia in molti avevano messo in dubbio l'efficacia. E infatti, dopo il voto é arrivata la giravolta:  non solo il neosenatore Dessì non si dimetterà, ma verrà reintegrato anche nel gruppo 5 Stelle al Senato. Un cambio di linea che a margine della prima riunione del nuovo gruppo parlamentare del Movimento a palazzo Madama (alla quale Dessì non ha partecipato), sia Di Maio che il capogruppo Toninelli si rifiutano di commentare.

emanuele dessi alessandro di battista

 

 

  1. M5S, DOPO DESSÌ ALTRI 8 ELETTI SPERANO NEL «PERDONO»

Manuela Perrone per www.ilsole24ore.com

 

Con l’ammissione al gruppo M5S in Senato di Emanuele Dessì, il candidato fotografato in palestra con un esponente del clan Spada, che su Facebook si vantava di picchiare rumeni e che era stato scoperto a vivere in una casa del comune per meno di 8 euro al mese, sono in otto gli altri eletti che confidano nel “perdono”. Con una differenza: Dessì non era stato sospeso, perché non aveva commesso alcun illecito. Gli era stato soltanto chiesto l’impegno a firmare il famoso modulo di rinuncia alla candidatura. Gli altri, invece, sono stati formalmente sospesi e deferiti ai probiviri Nunzia Catalfo, Paola Carinelli e Riccardo Fraccaro, che dall’avvio del procedimento disciplinare hanno 90 giorni di tempo per decidere sulla loro sorte.

CARLO MARTELLI

 

Chi si avvia a una probabile risoluzione positiva del caso è Giulia Sarti: capolista a Rimini per la Camera, aveva reagito alla contestazione di un ammanco di 23mila euro nelle restituzioni denunciando il suo ex compagno e si era autosospesa dal M5S. Ha però partecipato all’assemblea dei neoeletti all’Hotel Parco dei Principi e in quell’occasione ha confermato di essere stata riammessa. Con riserva. Ieri, alla prima riunione dei 227 neodeputati a Montecitorio ha ribadito di essere in attesa di una decisione dei probiviri.

 

GIULIA SARTI ANDREA DE GIROLAMO BOGDAN TIBUSCHE

Spariti invece dai radar gli altri eletti che erano stati espulsi per la “rimborsopoli” che ha travolto il M5S nell’ultimo scorcio di campagna elettorale. In Senato il capolista in Piemonte Carlo Martelli ha soltanto fatto sapere che «si prenderà del tempo» per capire se dimettersi o meno. Il collega leccese Maurizio Buccarella, riconfermato, sta alla finestra: confida che possa essere perdonato e in ogni caso non ha dubbi sul suo supporto al Movimento, anche se dovesse essere costretto a restare al Misto. Alla Camera Silvia Benedetti, eletta a Padova, è letteralmente scomparsa: non ha partecipato ad alcuna riunione e i suoi profili social sono fermi a quel fatidico 14 febbraio in cui ammise «errori nelle rendicontazioni». Silente anche Andrea Cecconi, capolista a Pesaro dove ha trionfato sul ministro dell’Interno Marco Minniti, forse il caso più clamoroso per la sua vicinanza a Luigi Di Maio.

giulia sarti e nicola morra

 

Ci sono poi gli eletti che erano stati allontanati dal Movimento perché coinvolti in guai giudiziari. Il più celebre è Salvatore Caiata, il patron del Potenza Calcio indagato a Siena per riciclaggio: è stato eletto nel collegio uninominale di Potenza-Lauria. Non ha potuto registrarsi nel gruppo M5S, ma si è detto «fiducioso» in un reintegro, assicurando in ogni caso pieno sostegno ai Cinque Stelle. Sia per il voto sul presidente della Camera sia in caso di eventuale fiducia per un futuro governo. Il neodeputato Antonio Tasso, anche lui campione di voti a Foggia per Montecitorio ed espulso per una condanna in primo grado (poi prescritta) ricevuta nel 2007 per masterizzazione illegale di cd, ha fatto sapere che non ha alcuna intenzione di dimettersi.

SALVATORE CAIATA

 

Infine, sempre a Montecitorio, c’è il massone “in sonno, l’avvocato campano Catello Vitiello. Era stato il più esplicito nel rigettare qualunque ipotesi di dimissioni nel caso in cui fosse stato eletto. Ma pure nel lodare il M5S sempre e comunque. In fondo si tratta di otto parlamentari, otto voti che è meglio non consegnare a potenziali avversari: di questi tempi, i numeri fanno gola anche quando sono piccoli. E con il capo cosparso di cenere e gli opportuni ravvedimenti - i furbetti hanno d’altronde restituito subito il dovuto - i probiviri potrebbero scegliere la via della sanatoria. Se non proprio di tutti, almeno di alcuni.

luigi di maio filippo roma i furbetti del bonifico le iene su m5s 2filippo roma delle iene becca andrea cecconi i furbetti del bonifico le iene su m5s 1luigi di maio filippo romaMAURIZIO BUCCARELLA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…