DON’T STOP THE K-POP – LA MUSICA COREANA CONTINUA A CONQUISTARE I PISCHELLI DI TUTTO IL MONDO: PERFINO GIORGIA MELONI È STATA “COSTRETTA” AD ACCOMPAGNARE LA FIGLIA A UN CONCERTO DELLE “BLACKPINK” – UN FENOMENO CULTURALE CHE HA RILANCIATO L’ECONOMIA DEL PAESE, CHE NON SI LIMITA ALLA MUSICA, MA ANCHE FILM, GIOCHI E TECNOLOGIA - GLI “IDOL” (COSI’ VENGONO CHIAMATI I PERFORMER), SPINGONO L’IMMAGINE DEI “BRAVI RAGAZZI” E CANTANO CANZONI MOTIVAZIONALI CHE FANNO IMPAZZIRE I PIÙ GIOVANI. NON A CASO, ORMAI ANCHE IN ITALIA SI PUBBLICANO MANUALI PER INSEGNARE IL COREANO AI BAMBINI... - VIDEO
Estratto dell’articolo di Roberta Scorranese per il “Corriere della Sera”
Tutto cominciò con Gangnam Style : era il 2012 e il mondo sgranava gli occhi guardando in tv l’allora Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ancheggiare nel tamarrissimo balletto assieme alla popstar Psy.
Da allora è stato un crescendo: nel 2016 nascono le Blackpink, destinate a segnare il record di incassi per una girl-band nel 2023; i BTS c’erano già (oltre 50 milioni di dischi) come Girls’ Generation e Big Bang, mentre gli Stray Kids verranno dopo… Non avete mai sentito nominare nessuno di questi? Bene: i vostri figli, sì.
giorgia meloni al concerto delle blackpink
Il K-Pop, l’ondata di cultura popolare che da decenni è anche una chiave di rilancio economico della Corea del Sud, ha il potere di bucare intere generazioni per arrivare a adolescenti e bambini di tutto il mondo. E così, mentre noi adulti ciondoliamo davanti a Squid Game , su Netflix il vero uragano viene alimentato dai ragazzini: si chiama K-Pop Demon Hunters e ha infranto tutti i record della piattaforma, con 325 milioni di streaming, una linea dedicata da Zara Kids e da Gap, giochi digitali e gadget.
[…] Punto chiave, come nota Ramon Pacheco Pardo, autore di Da gambero a balena. Corea del Sud, dalla guerra dimenticata al K-Pop (Add editore): «Gli artisti hanno deciso di restare fedeli alle proprie origini. I BTS, le Blackpink e altre band cantano prevalentemente in coreano, film e serie narrano storie locali».
Insomma, piace perché è made in Seul, non nonostante . Perché la straordinaria esperienza in fatto di tecnologie che il Paese coltiva e incoraggia da decenni, qui ha compiuto un piccolo miracolo: gli effetti speciali, la qualità altissima dei video, le canzoni del film (che hanno superato nella classifica streaming anche la discografia dei BTS), si uniscono ai temi irrazionali per una saga che sembra fatta apposta per uno degli smartphone più raffinati.
Un po’ gioco, un po’ film, un po’ materiale d’ispirazione (sanissimo: sia nelle band che nelle serie, zero eccessi, tanta skincare, tanto detox). Non stupisce allora che anche in Italia si pubblichino manuali per insegnare il coreano ai bambini. Come sottolinea Jiyoung Ahn insegnante a Padova. «Perché questa passione per il K-Pop? Vedono negli idol l’impegno verso la perfezione e trovano nei testi un invito ad amarsi di più», dice la specialista.
Nelle band, così come nelle serie e nei film coreani, c’è poi un altissimo grado di innovazione. Osserva Noemi Pelagalli, autrice di Made in Korea: Dalle origini al K-pop (Corbaccio): «Gli Stray Kids si sono guadagnati il titolo di Concept Matjib (persona di concetto) per l’innovazione apportata a ogni nuova uscita, compresi gli abiti di scena».
E in questa nouvelle vague coreana c’è anche un passo in avanti: una consacrazione dell’eroina al femminile, anzi, del gruppo di donne che si sostengono a vicenda. Certo conta il fatto che nella fanbase della K-Pop ci sono molte bambine: in agosto la stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni è andata al concerto delle Blackpink a Milano, ovviamente con la figlia Ginevra, oggi 9 anni. […]
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Stray Kids
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