1. E DUE! DOPO AVER DISERTATO IL MEETING DI RIMINI DI COMUNIONE & FATTURAZIONE, MATTEO RENZI NON SI PRESENTA NEPPURE AL SACRO FORUM DI CERNOBBIO SUL LAGO DI COMO 2. AL PARI DI UN QUALSIASI BERLUSCONI, PITTIBULLO NON HA NESSUNA VOGLIA DI FARSI ESAMINARE DA UNA PLATEA DI INDUSTRIALI, FINANZIERI ED ECONOMISTI DELLA QUALE NON HA ALCUNA STIMA. NON HA VOGLIA DI ANDARE A FARSI DARE PAGELLE DAI “SOLITI NOTI” DI QUEI SALOTTI BUONI (A FARE NULLA) CHE PER LUI HANNO CONTRIBUITO A ROVINARE L’ITALIA 3. DEL RESTO, HA SBANCATO ALLE ULTIME ELEZIONI EUROPEE PORTANDO IL PD DAL 26% AL 40,8% E HA IN MANO SONDAGGI PIÙ CHE BUONI SULLA POPOLARITÀ PERSONALE (37 PER CENTO). INSOMMA, CHE BISOGNO HA DI ANDARE A CERCARE BENEDIZIONI NEL SALOTTO MARCIO?

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. AVVISI AI NAVIGATI

matteo renzi gelato mattarellomatteo renzi gelato mattarello

E due. Dopo aver disertato il Meeting di Rimini di Comunione & Fatturazione, Matteo Renzi non si presenta neppure al sacro Forum di Cernobbio sul lago di Como. Pittibimbo non ha nessuna voglia di farsi esaminare da una platea di industriali, finanzieri ed economisti della quale non ha alcuna stima. Non ha voglia di andare a farsi dare pagelle dai “soliti noti” di quei salotti buoni che per lui hanno contribuito a rovinare l’Italia.

 

La scelta di Renzie è in linea con il personaggio ed è perfettamente comprensibile. Il premier coltiva un rapporto “diretto” con l’elettorato, non solo via Twitter. Ha sbancato alle ultime elezioni europee portando il Pd dal 26% al 40,8% e ha in mano sondaggi più che buoni sulla popolarità personale. Insomma, che bisogno ha di andare a cercare benedizioni nel salotto buono?

MARIANNA MADIAMARIANNA MADIA

 

Avere contro il “partito di Cernobbio” vuol dire, in sostanza, dover mettere in conto qualche editoriale critico sul “Corriere della Sera” e sul “Sole 24 Ore”. Ma qui Renzie la pensa come il suo alleato Silvio Berlusconi: la gente normale non legge questi editoriali e questi commenti non spostano voti.

 

Più in generale è il rapporti di Renzie con i cosiddetti poteri forti che è sempre più “dialettico”, per usare un eufemismo. Alcuni amici della prima ora, come Diego Della Valle, sono delusi dalla sua indipendenza (vedi sui treni), altri, come il giro bazoliano, sono probabilmente piccati per il fatto che sognavano di vedere Silvio Berlusconi rottamato per sempre.

 

pier carlo padoanpier carlo padoan

La Confindustria di Giorgio Squinzi aspetta da mesi “fatti concreti” e chiede più coraggio nelle politiche economiche. Se a questi tradizionali “poteri forti” aggiungiamo l’ostilità dei tre sindacati maggiori, notiamo che comunque i nemici del governo cominciano a essere un po’ tanti. E in Italia, quando i vari poteri si coalizzano, anche il premier più popolare rischia grosso. Per fortuna che c’è il Patto del Nazareno.

 

 

2. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

Nonostante le smentite agostane dello stesso premier, arriva il blocco dei contratti pubblici anche per il prossimo anno: “Statali, contratto congelato anche l’anno prossimo. Madia: non ci sono i fondi. La Cgil: per i lavoratori una perdita di 4.800 euro” (Corriere, p. 2).

 

STEFANIA GIANNINI TOPLESSSTEFANIA GIANNINI TOPLESS

Del resto il governo è a caccia di soldi: “La doppia strada per ridurre il debito. Per gli immobili pubblici cambio di destinazione d’uso più veloce e trasferimento dei beni dai Comuni allo Stato. Le ipotesi su una valorizzazione di circa 350 miliardi di euro del patrimonio per le dismissioni. Al 30 giugno 2014 il debito pubblico complessivo (inclusi i titoli pubblici) era a quota 2.168 miliardi di euro” (Corriere, p. 3).

 

Silvio BerlusconiSilvio Berlusconi

Su Repubblica un altro allarme: “Spending review in salita, il Tesoro studia il ‘piano B’ per arrivare a 20 miliardi. Verrebbe conteggiato anche l’impatto delle riforme. Nel mirino Pa, giustizia e snellimento della burocrazia. Lunedì il premier incontrerà tutti i ministri e valuterà tagli del 3% per ogni dicastero” (p. 12). Il Messaggero scrive: “Ministeri, Regioni e Comuni, il governo cerca altri 3 miliardi. Servono risparmi ulteriori da destinare agli investimenti, oltre ai 17 già in cantiere” (p. 5). E la Stampa parla di “nuovi provvedimenti non concordati con i ministri” (p. 2).

 

Massimo D Alema Massimo D Alema

 

3. TUTTI IN CATTEDRA!

Pubblicata su Internet la riforma della scuola: “Aumento di 60 euro ai prof più meritevoli e 150mila assunzioni. Via al patto-scuola. Il piano Renzi: stop a precariato e scatti di anzianità. Più inglese e Internet. Sì ai fondi delle imprese. Ora due mesi di consultazioni. Per la copertura da qui al 2017 serviranno nove miliardi” (Repubblica, p. 14). Secondo il Cetriolo Quotidiano, con il congelamento degli stipendi pubblici, alla fine gli insegnanti si pagano la riforma da soli (p. 5)

 

In ogni caso è istruttivo vedere come al centro della scuola non ci siano i ragazzi, ma sempre i professori.

 

 

4. L’ABBRACCIO DEL CAINANO

Silvio Berlusconi recupera ogni giorno che passa la famosa agibilità politica e la mette a disposizione dell’alleato Renzie: “Berlusconi sente il premier e si offre come mediatore: io, utile sulla politica estera. Ieri la chiamata anche al ministro Mogherini. Contatti dell’ex Cavaliere con Putin e altri leader europei” (Corriere, p. 9). Repubblica va oltre la politica estera: “Berlusconi offre a Renzi il via libera sulla giustizia se cambia il falso in bilancio. Palazzo Chigi tiene aperto il dialogo con l’ex Cavaliere: in cantiere un incontro a metà mese” (p. 16).

 

Serracchiani DeboraSerracchiani Debora

Anche la Stampa dà conto delle aperture di Berlusconi e riporta i malumori interni a Forza Italia: “Ucraina e riforme, Berlusconi in aiuto di Renzi. Il leader di Forza Italia telefona al premier, offre di mediare con ‘l’amico Putin’ e frena i suoi falchi. L’ex premier vieta di attaccare il piano governativo dei mille giorni. I colonnelli preoccupati che la linea morbida finirà col trasformarsi in un flop alle regionali” (p. 7).

 

Infine, il Giornale di famiglia, dove si legge nientemeno che “L’ex premier si mette a disposizione per la pace” (p. 8). Ed è subito Nobel.

 

 

5. LA BELLA POLITICA

Continua lo scambio di carinerie al vertice del Pd. Repubblica: “Tra insulti e abbracci, Massimo e Matteo mettono in scena la recita di famiglia. D’Alema parla dei renziani come di ‘4 energumeni su Twitter’ e riparte il vecchio scontro fra i due big democratici. Un tempo c’era la rivalità tra Max e Veltroni, ma quest’altalena di liti la supera in intensità” (p. 17).

 

lorenzo guerinilorenzo guerini

Sul Messaggero un edificante riassunto di giornata: “Caos Pd, il premier: D’Alema rema contro. Il gelo di Renzi dopo gli affondi dell’ex segretario alla testa dei dissidenti interni. Nardella: i leader forti fanno bene al partito. Massimo tiene il punto: mi avevano chiesto loro di andare in Europa poi il dietrofront, contro di me energumeni scatenati” (p. 7).

 

Il Corriere intervista Debora Serracchiani che dice: “Non devono intralciarci le debolezze di chi pensa che non arrivi mai l’ora della pensione. D’Alema ha fatto molto per la nostra storia, ma sa che questo ‘molto’ non si deve per forza ripagare con una poltrona” (p. 8). Sulla Stampa l’altro vicesegretario, Lorenzo Guerini, dice: “Gli attacchi di D’Alema sono superficiali e ingenerosi. E’ arrabbiato per la Mogherini? Dobbiamo essere tutti solidali con lei: ha preso una responsabilità importante e sta già dimostrando una grande capacità” (p. 6). Fantastico, la Mogherini ha già superato tutti gli esami prima ancora di cominciare!

 

 

conchita wurst e al bano a klagenfurt in austriaconchita wurst e al bano a klagenfurt in austria

6. MA FACCE RIDE!

Imperdibile intervista del Corriere ad Al Bano sulla guerra in Ucraina: “Quella parte di Ucraina era Russia ed è Russia. E’ come l’Istria: tutti sappiamo che è italiana anche se abbiamo accettato i diktat delle superpotenze”. Poi parla del suo rapporto con Putin: “Con Putin e i suoi si sta da dio. Faccio una decina di concerti l’anno, pagano i cachet senza storie. Quaranta, cinquanta, non c’è problema…” (p. 10). No, a quelle cifre non c’è problema.

 

 

7. SCARONI, SUL GAS L’ITALIA È AL SICURO

Paolo Scaroni Paolo Scaroni

Più saggio intervistare Paolo Scaroni, ex capo dell’Eni e ora banchiere per Rothschild, che parlando della crisi ucraina con il Messaggero rassicura tutti così: “L’Italia ha molte fonti di approvvigionamento. Oltre al gas russo, che transita attraverso l’Ucraina, può contare sul gas algerino, su quello libico e su quello che arriva dall’Olanda, dalla Norvegia e dai tre rigassificatori. C’è poi la produzione nazionale e i grandi stoccaggi completati quest’estate. Insomma, l’Italia dovrebbe essere in sicurezza nel prossimo inverno anche di fronte a scenari pessimisti” (p. 11).

 

 

8. ITALO, O L’ALTA VORACITÀ FINANZIARIA

diego della vallediego della valle

Schiacciato da 781 milioni di debiti, Italo lotta per la sopravvivenza: “Ntv, azionisti a consulto sull’aumento di capitale. Senza nuove regole i soci non sono disposti a ricapitalizzare”, riferisce il Corriere (p. 25). In sostanza, i soci chiedono un intervento del governo sul fronte della concorrenze con Ferrovie dello Stato.  E il governo risponde con Maurizio Lupi, intervistato dalla Stampa: “Penalizzati i treni di Ntv. Difenderemo il libero mercato. Il governo aprirà un tavolo con l’Authority dei Trasporti. La liberalizzazione ha fatto bene, Fs ha dovuto misurarsi con la concorrenza” (p. 22).  Il governo interverrà anche sull’affitto della rete che Ntv paga a Rfi?

 

 

9. FINCHÈ C’È VIVENDI C’È SPERANZA

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Il Sole 24 Ore non perde di vista le mosse di Bollorè e scrive: “Bollorè studia il dossier Mediaset. Sul tavolo la partita per Premium. Si guarda alla possibile intesa tra Cologno e Telecom Italia. Sulla scia delle nozze At&T-Direct Tv ora il mercato punta l’attenzione sul riassetto del settore in Europa. A dicembre ci sarà la doppia scadenza sia della partita brasiliana per Gvt con Telefonica che quella per la pay-tv di Berlusconi” (prima pagina dorso Finanza &Mercati). Un eventuale alleanza tra Mediaset e Telecom presenta anche snodi regolamentari delicati. Una ragione in più, per Berlusconi, per andare d’amore e d’accordo con il governo.

 

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