fulvio abbate peste nuova

IL LOCKDOWN LETTERARIO E' FINITO! DOPO L'EBOOK, ESCE IN VERSIONE CARTACEA “LA PESTE NUOVA”, IL NUOVO ROMANZO DI FULVIO ABBATE - E’ LA STORIA DELLO SCRITTORE GUIDO BATTAGLIA INVENTORE DI BARZELLETTE. IN CRISI DOPO LA PARTENZA DELLA COLLEGA VALERIA. VIVE SMARRITO IN UN’IMPRECISATA CITTÀ SU CUI IMPERVERSA UN BACILLO SCONOSCIUTO, DANDO CORPO A RICORDI E FANTASMI - UN ESTRATTO DEL LIBRO

L’epidemia ama solo se stessa, ecco l’egoismo della peste.

24 anni dopo ”La peste bis”

LA PESTE NUOVA

di Fulvio Abbate

In eBook a partire da Mercoledì 22 Aprile a 7.99 euro

 

Estratto del libro “La peste nuova” romanzo di Fulvio Abbate (La nave di Teseo)

 

LA PESTE NUOVA - FULVIO ABBATE

In casa avevo perfino una collezione di statuine che le riproducevano in miniatura, nudi tra le fiamme, le braccia al cielo, acquistate proprio a Napoli in una bottega di via San Pietro a Majella; su tutte, mi piaceva il prete con il suo antico cappello da curato, pure lui tra le fiamme.

 

Anche Pulcinella, mi hanno spiegato, a dispetto della sua vitalissima vivacita, e uno “spiritello”, un trapassato, giunge al teatro dal regno dei morti, l’abito bianco che indossa altro non e che un sudario; Pulcinella, non meno divorato dal fuoco, ha pero il dono di dare i numeri fortunati per il gioco del lotto dall’aldila.

 

Prendendo a esempio esattamente le statuine delle anime del purgatorio, durante un altro nostro convegno di inventori di barzellette, avevo proposto una storia dedicata al tema degli oggetti: destinati a sopravvivere alle nostre persone, ai nostri cari, esattamente come la tazza da prima colazione di mia madre.

FULVIO ABBATE

 

Esatto, colleghi cari, avevo pronunciato, gli oggetti, le cose, dureranno nel tempo piu di tutti noi, riusciranno a sopravviverci, perfino il piu insignificante posacenere e destinato mettersi in lizza per provare a sfidare almeno in parte l’eternita, anche i banalissimi souvenir – l’alabarda o la mazza chiodata di San Marino, il vassoio di Limoges, le cristallerie di Boemia – cosi avevo detto, bastera immaginarlo sotto una teca, preservato, intatto nella realta museale.

 

Tutti noi abbiamo certezza della morte di Napoleone Bonaparte, sappiamo che l’uomo e deceduto a Sant’Elena ancora prima dell’invenzione della fotografia, c’e qualcosa di straziante nell’impossibilita di vederlo riprodotto su un dagherrotipo, dobbiamo invece fidarci delle pitture o delle miniature, dove l’uomo e comunque divinizzato nel magnetismo dello sguardo, vederlo su lastra come e accaduto invece al minuscolo, laggiu in lontananza, infinitesimale, eppure presente nella percezione sensibile, lustrascarpe senza identita di boulevard du Temple nel 1838.

 

FULVIO ABBATE

Un sentimento, cari miei, che il nostro collega ha illustrato e messo a fuoco ragionando sulla fotografia, dove, mostrando invece uno scatto di Girolamo Bonaparte, fratello, chiosa: “Questi occhi hanno visto l’imperatore”, ossia il miracolo di chi ha avuto esperienza diretta di cio che ai nostri occhi resta inattingibile. Il letto da campo di Bonaparte, esposto insieme al suo cavallo impagliato, e invece ancora adesso “visibile” al Musee des Invalides di Parigi.

 

Anche il corpo, in prospettiva, e destinato a farsi oggetto, pensiamo, restando a Napoli, al Cimitero delle Fontanelle, nel rione Sanita. Accoglie circa migliaia di resti di persone, vittime della grande peste del 1656 e del colera del 1836. Gli oggetti pensano? No, gli oggetti non pensano, siamo noi, semmai, a pensarli al loro posto di sempre, o piuttosto in vendita ai mercatini dell’usato perche i nostri famigliari hanno deciso di sbarazzarsene, immaginarli cosi dopo che non ci saremo piu. Ne abbiamo certezza facendo caso agli oggetti ricevuti in eredita dai nostri cari. Su tutto, nel mio caso, una giraffa di ceramica appartenuta a un cugino morto a soli dodici anni.

fulvio abbate foto di bacco

 

Gli oggetti raccontano la morte. I “mercatini” dell’usato franchising sono in questo senso paradigmatici, pronti a mostrare l’eternita degli oggetti stessi, la loro capacita di reificarsi nelle vite altrui, e anche questa puo dirsi una forma di reincarnazione.

 

Gli oggetti muovono dall’ingegno umano, e lo custodiscono storicamente, si pensi su tutto al bicchiere, un contenitore destinato a comprendere i liquidi o ogni altra sostanza, un oggetto essenziale nella sua proprieta immediata, salvo poi che quello stesso oggetto-bicchiere nel corso del tempo si e caricato di significati ulteriori, penso, per esempio, alla tazza che usava un altro parente alle terme, il suo nome li inciso; concluso l’uso contingente, la stessa tazza, diventava soprammobile, souvenir, memoria lontana del suo utilizzo destinato a trascendere perfino il ricordo prosaico dei calcoli alla cistifellea.

Fulvio Abbate con Eduard Limonov

 

Gli oggetti si animano, uno scrittore che amava dipingere ex-voto, mostra le teste impagliate degli animali, le prede del cacciatore, pronte a trasformarsi negli incubi del marchese, processandolo. Gli oggetti pensano? Forse, nel dominio della letteratura. Il crocifisso e un oggetto sensibile? I compagni di scuola avevano abitudine di manometterlo eliminando dal supporto di legno la riproduzione in plastica dura bianca del corpo di Cristo, al suo posto, in luogo del cartiglio “INRI”, piazzavano un foglietto con su scritto “TORNO SUBITO”.

 

Massimo Ralli, un amico che non c’e piu, durante le nostre mattinate trascorse a raccontarci di tutto un po’ nel suo ufficio in pieno centro, lanciando un’occhiata dalla finestra, indicandomi l’inferriata del balcone dirimpetto, ragionava con ironia dolente, battendo la mano sulla scrivania, di trovare inaccettabile che una misera ringhiera di metallo dovesse sopravvivergli; era l’accenno, il primo mattone di una riflessione sull’ingiustizia, non tanto del non essere pervenuti all’eternita dei corpi, piuttosto alla fisica elementare delle cose.

FULVIO ABBATE

 

Il giorno del suo funerale civile, al Tempietto del cimitero monumentale, ho fatto caso alle ghirlande giunte per le esequie, e in quel momento ho compreso che l’ordine delle cose aveva fatto il suo corso burocratico: i fiorai infatti nel confezionare e nel recapito delle proprie merci distinguono tra omaggio floreale e corone funebri. Queste ultime destinate a Massimo erano infatti indicate da un foglietto come “Salma Ralli”.

 

Cosa sono le reliquie, se non il tentativo di trascendere la sostanza inerte stessa degli oggetti? Consegnando loro, in virtu della loro provenienza “organica”, un valore ulteriore quasi dinamico in senso sacro e insieme apotropaico, sia i grandi e preziosi reliquari come il piede di Maria Maddalena oppure i chiodi della croce di Cristo custoditi in Santa Croce in Gerusalemme a Roma, sia il minuscolo frammento di veste custodito in una spilletta da santuario.

 

fulvio abbate foto di bacco

“La vita si e insediata tra e sulle cose, come su oggetti che non hanno bisogno ne di respirare ne di nutrirsi, che sono ‘morti’ senza decomporsi, sono sempre presenti senza essere immortali; la cultura si e insediata sul dorso delle cose, come se fossero il suo scenario piu familiare.” Cosi scrive un altro collega, spero riflettiate su queste cose che ho appena enunciato, peccato che quest’ultimo credesse alla Speranza.

 

SINOSSI E BIOGRAFIA

Lo scrittore Guido Battaglia è un inventore di storie, meglio, di barzellette.

In crisi dopo la partenza della collega Valeria, talento prezioso per la stesura d’ogni sua opera,  vive smarrito in un’imprecisata città su cui imperversa un bacillo sconosciuto, dando intanto corpo a ricordi e fantasmi.

 

fulvio abbate moana di schifano

In un’atmosfera sospesa, segnata dal passaggio dei camion del genio militare e delle ambulanze,  viene incaricato da due irresistibili ragazze di comporre la storia che salvi non solo la propria, ma tutte le città dall’assedio della “peste nuova”, risollevandole anche dalle paure che l’epidemia porta con sé.  In cambio potrà godere del loro sesso. Portato a termine l’incarico insieme a un medico, le ragazze riveleranno la loro vera identità…

Un romanzo sul senso dell’intellettuale, e soprattutto del suo pensiero, di fronte al nodo del rapporto tra il mondo e le sue aspettative: i suoi valori, i suoi limiti, i suoi desideri, il suo profondo.

 

Fulvio Abbate è nato nel 1956, e vive a Roma.

Ha pubblicato, fra l’altro, i romanzi Zero maggio a Palermo (1990), Oggi è un secolo (1992), Dopo l’estate (1995), La peste bis (1997), Teledurruti (2002), Quando è la rivoluzione (2008), Intanto anche dicembre è passato (2013). E ancora, Il ministro anarchico (2004), Sul conformismo di sinistra (2005), Pasolini raccontato a tutti (2014), Roma vista controvento (2015), LOve. Discorso generale sull’amore (2018), I promessi sposini (2019).

Nel 2012, il Collège de ’Pataphysique di Parigi lo ha insignito del titolo di Commandeur Exquis de l’Ordre de la Grande Gidouille.

    

 

 

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