euridice axen fabrizio bentivoglio

SENTI CHE DICE, EURIDICE (AXEN) - "WEINSTEIN? NON VA USATO COME UNICO CAPRO ESPIATORIO. MOLESTIE? MI È CAPITATO. E COMUNQUE NON È GIUSTO NEANCHE ESSERE OBBLIGATE A METTERE I PANTALONI AL POSTO DELLA GONNA PER NON DARE NELL’OCCHIO. ANCHE QUESTI SONO ABUSI" – L’ATTRICE PARLA DEL PROVINO DI SORRENTINO PER “LORO” - VIDEO

 

Fulvia Caprara per la Stampa

 

euridice axen

Che il personaggio fosse complicato lo sapeva fin dall’inizio. Ma forse sapeva anche di possedere, oltre alla bellezza e al talento, quel qualcosa in più che trasforma un’attrice alle prime armi in un’esplosione vitale, carica di promesse. Romana, classe 1980, due genitori attori e un nome difficile da dimenticare, Euridice Axen è l’inarrestabile Tamara, moglie dell’imprenditore-puttaniere Sergio Morra (Riccardo Scamarcio) nei film di Paolo Sorrentino Loro 1 e Loro 2:

 

«Avevo avuto una piccola parte in The Young Pope e Sorrentino allora mi aveva detto che avremmo lavorato di nuovo insieme. Per Loro mi ha chiamata più volte, facendomi fare diversi tipi di provini. Poi, un giorno, mi hanno telefonato dicendomi che dovevo tornare per un altro incontro. Ho pensato: “O è una tortura, oppure hanno deciso di prendermi”. Quando ho avuto il ruolo non mi sono contenuta, ho iniziato a saltare e a ringraziare».

 

euridice axen scamarcio

Tamara è una donna sopra le righe, interpreta sequenze ad alto tasso erotico e pronuncia battute forti: «Sorrentino mi ha raccontato il ruolo mentre giravamo, mi ha guidata in tutto, quando ho avuto qualche incertezza mi ha spiegato in due parole cosa voleva. E siccome i suoi chiarimenti combaciavano con quello che avevo capito, è sempre andata bene». La lunga gavetta, la pratica teatrale iniziata con Gabriele Lavia in Memorie dal sottosuolo, un padre e una madre che le hanno fatto respirare, fin da piccola, aria di spettacolo. Insomma, gli strumenti per imporsi c’erano tutti e Axen, che ha appena ricevuto dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici il premio «Guglielmo Biraghi» per l’esordio dell’anno, li ha usati nel modo migliore: «Il teatro ti insegna il “qui ed ora”, un magnifico stato mentale, se riuscissimo ad applicarlo anche nella vita vivremmo attimo per attimo senza tristezze e depressioni».

 

euridice axen

Recitare, dice l’attrice, è una «grande liberazione, offre la possibilità di uscire da se stessi, sperimentando tante diverse situazioni esistenziali». Poi ci sono le esperienze dirette, quelle che restano più impresse, eredità di un padre, l’attore Adalberto Maria Merli, cui Axen somiglia moltissimo: «Semplicemente è la mia fotocopia». E di una madre svedese, Eva Axen, che «a 16 anni ha interpretato la sorella maggiore di Tadzio in Morte a Venezia di Visconti». Dal primo Euridice ha preso «la disciplina, è uno stakanovista». Dalla seconda «l’ironia, la dolcezza, e anche una grande forza». Quando hanno saputo che la figlia voleva seguire le loro orme, sulle prime «si sono un po’ allarmati, mi hanno lasciato fare ma senza mai esaltarmi. Oggi sono felici, hanno visto il film e ho avuto il consenso unanime della famiglia».

 

euridice axen

Del padre Axen ricorda «cose strepitose, come La freccia nera e La prima notte di quiete». Della madre la prova in Suspiria: «A 10 anni sono andata a vederla di nascosto, mia madre me l’aveva proibito. Ricordo l’impressione che mi fece, non ci ho dormito per mesi». Al momento Euridice Axen racconta di non avere amori: «Sono da sola, e sto benissimo, secondo me se riesci a star bene con te stesso sei a posto, puoi prenderti solo il bello di tutto». Da tempo abituata ai set di cinema e tv, Axen, reduce dalle riprese a Torino del film di Francesco Mandelli di Bene ma non benissimo, sul tema del bullismo, ha naturalmente un’idea sul caso Weinstein: «Certo, mi è capitato, ho corso il rischio di trovarmi in certe situazioni, ma in genere se qualcosa non mi convince mi sottraggo in tempo, non vado agli appuntamenti.

 

euridice axen

E comunque non è giusto neanche essere obbligate a pensare a certe cose, a scegliere l’abito giusto, i pantaloni al posto della gonna per non dare nell’occhio. Insomma, anche questi sono abusi». Adesso però, aggiunge, «sarebbe importante non usare Weinstein come unico capro espiatorio, perché di uomini come lui ce ne saranno tanti altri che magari ora agiscono in sordina».

 

EURIDICE AXEN euridice axen (2)

adalberto maria merli

 

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