maurizio belpietro elly schlein

CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI – IL DIRETTORE DELLA “VERITÀ”, MAURIZIO BELPIETRO, PARLA DEL PD IN QUESTI TERMINI: “UN PARTITO CHE TIENE IL PIEDE IN DUE SCARPE, MA IN NESSUNA DELLE DUE DIMOSTRA DI TENERE UN CERVELLO”. NON SAPEVAMO CHE LE CALZATURE FOSSERO STATE INVENTATE PER TENERCI DENTRO IL CERVELLO. SEMPRE MEGLIO CHE AVERLO NELLE NUVOLE – CESARE GIUZZI E PIERPAOLO LIO SUL “CORRIERE DELLA SERA”: “LA CONVINZIONE DEGLI INVESTIGATORI È DI ESSERE SULLA STRADA GIUSTA PER ARRIVARE A UNA DISCOVERY DEL QUADRO ACCUSATORIO”. TUTTO CHIARO…

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto

da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti”

e pubblicato da “Italia Oggi” (http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)

 

CORRIERE DELLA SERA STALIN E LE DIVISIONI DEL PAPA

Marta Serafini, inviata a Kiev dal Corriere della Sera, in un’intervista con lo storico Yaroslav Hrytsak formula la seguente osservazione sui tentativi di far cessare il conflitto fra Russia e Ucraina: «Narra la leggenda che Putin, quando il Vaticano stava cercando di avviare le trattative, cominciò a chiedere quanti carri armati avesse il Papa...». Hrytsak replica: «Esatto. È un detto, una battuta».

 

CHI (NON) L'HA DETTO DI STEFANO LORENZETTO

Che sia una battuta è fuori discussione, ma ciò che riporta Serafini è del tutto inesatto e la giornalista sarebbe tenuta a saperlo, visto che riguarda la testata per cui lavora. Infatti, come documenta Stefano Lorenzetto nel libro Chi (non) l’ha detto (Marsilio), il 23 aprile 1948 il Corriere della Sera uscì con questo titolo su 3 colonne, di spalla, in prima pagina: «“Il Papa! Quante divisioni ha?” domandò Stalin al ministro Laval», preceduto dall’occhiello «Le memorie di guerra di Churchill».

 

Una settimana prima, il quotidiano milanese aveva annunciato, sempre in prima pagina, d’aver partecipato alla «più grande battaglia editoriale della storia», quella per assicurarsi l’esclusiva per l’Italia dei diari dello statista britannico.

 

Nella settima anticipazione delle Memorie pubblicata dal Corriere, sir Winston Churchill, rievocando gli avvenimenti del 1935, scriveva: «Il 2 maggio il Governo francese firmò il patto franco-sovietico. Era un documento nebuloso che garantiva mutua assistenza in caso di aggressione, per un periodo di cinque anni. Per ottenere qualche tangibile risultato nel campo della politica estera, Pierre Laval (socialista, ministro degli Esteri della Francia dal 1934 al 1935, indi presidente del Consiglio fino al 1936, ndr) andò poi per tre giorni a Mosca dove Stalin gli dette il benvenuto.

SIR WINSTON CHURCHILL

 

Là avvennero lunghe discussioni, un frammento delle quali, finora inedito, merita di essere ricordato. Stalin e Molotov erano naturalmente ansiosi di saper qualcosa intorno alla forza dell’esercito francese sul fronte occidentale: “Quante divisioni? E quanto dura la ferma militare?” Finita l’esplorazione di questo campo Laval disse: “Non potete far nulla per incoraggiare la religione e il cattolicismo in Russia? Ci farebbe tanto comodo, per via del Papa”. “Oh il Papa!” disse Stalin. “Quante divisioni ha?”». Quantunque i due si assomiglino, non si capisce perché attribuire a Putin una battuta di Stalin.

 

•••

 

A conclusione dell’editoriale di prima pagina, il direttore della Verità, Maurizio Belpietro, parla del Pd in questi termini: «Un partito che tiene il piede in due scarpe, ma in nessuna delle due dimostra di tenere un cervello». Non sapevamo che le calzature fossero state inventate per tenerci dentro il cervello. Sempre meglio che averlo nelle nuvole.

 

•••

MAURIZIO BELPIETRO

 

Incipit di A. Tor. sulla Stampa: «Mustafha è una presenza costante in piazza Dante a Chieri. Con il suo borsone nero si aggira tra gli automobilisti che parcheggiano e offre qualche fazzoletto di carta o un paio di calze. Sempre con un sorriso e modi gentili. Mai invadente, mai senza una parola offensiva». Se non li offende, i chieresi ci restano male.

 

•••

 

Giuseppe Scarpa sulla Repubblica si occupa di Villa Stritch, la residenza della Capitale dove alloggiano i sacerdoti statunitensi impiegati nella curia romana, e scrive che «fu voluta nel 1962 dal controverso cardinale Paul Marcinkus». Ma il prelato americano, che senz’altro fu controverso, soltanto nel 1969 venne ordinato da Paolo VI vescovo di Orta, sede titolare che conservò quando da Giovanni Paolo II fu elevato al rango di arcivescovo nel 1981, senza però mai ricevere la porpora romana.

 

PAUL MARCINKUS

Nel 1990 il discusso prelato, dopo aver trascorso un quarantennio in Vaticano, rientrò negli Stati Uniti, e morì nel 2006 come semplice coadiutore in una parrocchia di Sun City, in Arizona. All’inizio e alla fine dell’articolo viene inoltre nominata una inesistente United States Catholic Conference.

 

Informiamo l’autore dell’articolo che si tratta della United States Conference of Catholic Bishops, cioè della Conferenza episcopale statunitense, ovviamente cattolica, e soprattutto gli rendiamo noto che gli sarebbe bastato controllare in Rete per non incorrere nei due svarioni, certo non di poco conto.

 

•••

 

Aldo Spinelli

Sul Fatto Quotidiano, Andrea Moizo, a proposito dell’indagine che coinvolge l’imprenditore Aldo Spinelli, parla di una «sentenza a cui è seguita pure un’altra inchiesta per occupazione abusiva della Procura».

 

Ignoravamo che Spinelli, molto attivo nelle aree portuali di Genova, avesse espugnato illegalmente anche il palazzo di giustizia della città ligure. (A meno che Moizo, che palesa un disaccordo con la sintassi, non intendesse riferirsi a «un’altra inchiesta della Procura per occupazione abusiva»).

 

•••

 

LA REPUBBLICA - INTELLIGENZA ARTIFICIALE DELL ONU

Didascalia dalla Repubblica: «Paolo Benanti / Teologo e frate francescano è membro del Comitato sull’Ia dell’Onu». Esiste un’Intelligenza artificiale prodotta dall’Onu? No? Allora bisognava scrivere: «Comitato sull’Ia promosso dall’Onu».

 

•••

 

Cesare Giuzzi e Pierpaolo Lio sul Corriere della Sera: «Ma la convinzione degli investigatori è di essere sulla strada giusta per arrivare, magari a breve, a una discovery del quadro accusatorio». Tutto chiaro.

 

•••

 

Massimiliano Melley su Milano Today informa che «è stato abbattuto il gelso in piazza Matteotti a Cernusco sul Naviglio» e specifica che la cittadinanza è rattristata poiché «la pianta del gelso, dalle cui foglie si ricava la seta, rappresenta un pezzo importante delle tradizioni locali».

 

Intere generazioni di filandaie lombarde e venete si rivolteranno nella tomba, considerato che il gelso (Morus alba) è la pianta dalle cui foglie trae, o traeva, il suo nutrimento principale il baco da seta (Bombyx mori). La seta si ottiene dipanando i bozzoli del baco. Trasformare le foglie in seta è un esercizio che poteva riuscire solo a un cronista di primo pelo.

STEFANO LORENZETTO

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."