tutte lo vogliono incontrada brignano

IL CINEMA DEI GIUSTI - “INTANTO CHE ASPETTA LE TIRO FUORI L’UCCELLO”, DICE LA SUORA A BRIGNANO. CI SIAMO. POI APPARE IL PAPPAGALLO CHE DICE SOLO UNA PAROLA, “STO CAZZO!” DOPO VENEZIA, È TORNATO IL CINEMA COMICO ITALIANO, CON ''TUTTE LO VOGLIONO'', STORIA DI DONNE CHE NON RAGGIUNGONO L'ORGASMO

Marco Giusti per Dagospia

 

Tutte lo vogliono di Alessio Mario Federici

 

“Intanto che aspetta le tiro fuori l’uccello”, dice la suora a Brignano. Ci siamo. Poi appare il pappagallo che dice solo una parola, “Sto cazzo!” Benissimo. Torna il cinema comico italiano. Dopo la pausa estiva, dopo il momento da “ricreativo culturale” in quel di Venezia a parlar di Sokurov e Gitai, il cinema italiano torna quello che è. Nel ben e nel male.

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Questo Tutte lo vogliono, macchina comica costruita per Enrico Brignano da Alesso Maria Federici, lo stesso regista di Stai lontana da me, buon successo da 4 milioni di euro, scritta da ben sei sceneggiatori, Alessandra Di Pietro, Valentina Gaddi, Maria Teresa Venditti, Mario Ruggeri, Michela Andreozzi, con due consulenti e un gagman come Riccardo Cassini, alla fine è un film gradevole e, forse, superiore al precedente.

 

Magari con sei sceneggiatori avremmo voluto qualche battuta in più e un maggiore sviluppo di certi personaggi. Ma ci accontentiamo. E’ pure opera originale, nel senso che non è un remake. Cerca, anzi, una storia forte e nuova, e il soggetto è firmata da tre delle sceneggiatrici, Alessandra Di Pietro, Valentina Gaddi, Maria Teresa Venditti, e punta molto sul personaggio femminile protagonista e sulle sue amiche.

 

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Sì perché la bella Chiara, Vanessa Incontrada, potrebbe avere tutto dalla vita, ma è anorgasmica, non riesce a godere coi proprio partner, neppure coll’aitante Raffaello, Giulio Berruti, e, a differenza di molte donne che hanno lo stesso problema, non riesce a fingere. Anche Francesca, la sempre notevole Ilaria Spada, lo è, ma scopre la cura, un “gps”, cioè un generoso partner sessuale, non un marchettaro, ma un maschio che sa come farla godere.

 

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Così Chiara si butta alla ricerca di quest’uomo che potrà salvarle la sua vita sessuale. Solo che sbaglia e intercetta come “gps” il buffo Orazio, cioè Enrico Brignano, che di professione fa lo sciampista per cani per la ditta “Senza peli sulla lingua” e si diletta di fare buffi video con gli animali. Ovvio che la parte comica del film dovrebbe seguire proprio questo equivoco. Mettiamoci anche che Orazio non scopa da quattro anni, e si innamora rapidamente di Chiara.

 

A parte questa interessante trovata della donna che non prova piacere, che forse poteva essere più sviluppata proprio al femminile e non usata solo per dar vita al meccanismo comico, va detto che il film punta tutto sul rapporto tra Brignano e la Incontrada. Lui più coatto e popolare, con gli amici del baretto, i comici Andrea Perroni e Massimo Bagnato, un po’ sottoutilizzati, e lei più ricca e snob, con mamma che prepara il catering per l’arrivo di Obama e le amiche scatenate.

 

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Il modello è sempre il cinema dei Vanzina anni ’80, anche se Alessio Maria Federici ha una regia funzionale e moderna e il racconto si segue. Certo, neanche qui Brignano riesce a sviluppare il suo talento teatrale come potrebbe, e non lo aiuta il lungo dialogo in auto con lo scimmione che fa da cornice al racconto. Anche gli altri personaggi rimangono un contorno un po’ sfocato, anche se Ilaria Spada, il socio arabo e l’amico Perroni sono belle facce nuove per la commedia romana.

 

Qualche battuta, in realtà funziona, come “Ogni volta che vede una soap opera un documentario muore”, altre meno, “Se una farfalla batte le ali a Pechino un cetriolo ti arriva a Roma”, e non era male far di Brignano uno sciampista per cani innamorato. L’Incontrada è come sempre deliziosa, anche in un ruolo delicato come questo, ma non si spoglia nemmeno nel momento clou della scopata fatale con Brignano. Ad ogni modo, questa è la nostra commedia della nuova stagione. In sala da giovedì 17 settembre.

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