nave di teseo casa editrice elisabetta sgarbi umberto eco buttafuoco

GLI AMMUTINATI DI MONDAZZOLI - PER I FRATELLI SGARBI ED ECO, BUTTAFUOCO E TAMARO, FINIRE CHEZ MARINA BERLUSCONI SAREBBE STATO UN "APPIATTIMENTO DELLE LORO IDENTITÀ'' - INVECE CON RCS - PROPRIETARI TIPINI COME ELKANN, DELLA VALLE, MEDIOBANCA, ETC - LA LORO IDENTITA' ERA SALVA (CON GLI ANTICIPI CHE INCASSAVANO)

 

elisabetta sgarbi eugenio lioelisabetta sgarbi eugenio lio

Francesco Merlo per “la Repubblica

 

Il punto della massima chiarezza è stato anche quello della massima oscurità, quando, racconta Umberto Eco, «si sono incontrate per non capirsi Elisabetta Sgarbi e Marina Berlusconi », non donne incompatibili e incomunicabili per ideologia, ma per antropologia.

 

È da quell’incontro che è nata “La Nave di Teseo”, due legni arcuati e all’insù come simbolo, la nuova casa editrice finanziata dagli scrittori, a partire dai due milioni di Umberto Eco che a 83 anni fa progetti con l’entusiasmo e i rischi di un ragazzo: «Perché il progetto è l’unica alternativa alla Settimana Enigmistica, il vero rimedio contro l’Alzheimer». Velleitari? «Peggio, siamo pazzi» .

 

ELISABETTA SGARBI ELISABETTA SGARBI

Ci mettono soldi anche un finanziere- scrittore, il dottor Brera («sì, sono un parente alla lontana ») e Jean Claude Fasquelle, un altro giovanotto di 85 anni, l’enigmatico “grande vecchio” dell’editoria francese, noto per i suoi interminabili silenzi e per l’abilità nello schivare le interviste: lo chiamano “l’homme de l’ombre”.

 

E infatti anche adesso, qui in casa di Elisabetta Sgarbi non c’è né lui né sua moglie «perché stanno perfezionando l’uscita dal vecchio lavoro» dice Eco in tono protettivo. La casa di Elisabetta è ricca di cose belle ma non preziose, è il lusso che non luccica. E l’intervista è il contrario di una conferenza stampa: con un unico giornalista, povero e solo, e una bella folla di conferenzieri, colti e famosi.

 

Capitale totale della nuova casa editrice? «Dai cinque ai sei milioni ». Dice Elisabetta: «Entro l’anno prevediamo 51 titoli». Precisa la direttrice amministrativa: «Il peggio è previsto fra tre anni». La sede sarà in via Jacini 6 «generosamente messa a disposizione da Francesco Micheli». La distribuzione e i servizi commerciali? «Gruppo Feltrinelli e Messaggerie, grazie a Carlo Feltrinelli e a Stefano Mauri».

 

mon10 mar andreose elis sgarbimon10 mar andreose elis sgarbi

Di fronte a Eco ci sono Sandro Veronesi ed Edoardo Nesi. Accanto a Eco, come sempre, c’è Furio Colombo, un altro vecchio con i calzoni corti: «È una vita che io e Umberto ci dimettiamo, sin dagli anni Cinquanta. Io per esempio quando arrivò Berlusconi al governo lasciai l’Istituto di cultura italiana di New York».

 

E poi c’è Sergio Claudio Perroni, il Cellini degli editor, lo scrittore appartato che non è certo un magnate. Dice Veronesi: «Io lo faccio perché tengo famiglia. Ai miei cinque figli voglio lasciare un’eredità importante, una case editrice infatti è molto più dei miei libri e può davvero cambiare il paese. Rischio i soldi, certo, ma ne vale la pena». Interviene ancora Eco: «Mio nipotino mi ha chiesto: “Nonno, perché lo fai?”. Gli ho risposto: “Perché si deve”» .

 

elisabetta sgarbi e mario andreoseelisabetta sgarbi e mario andreose

Ma non temete “l’effetto cooperativa”, quell’angustia di orizzonti culturali da mensa dei poveri, da “alternativi” all’ultima cena? «Non siamo improvvisatori », dice Eugenio Lio, che è un altro azionista, il tecnico giovane, l’editore-talpa. Spiega: «Abbiamo una struttura professionale, mestieri, competenze, un presidente che è un commercialista, direttori e marketing. Siamo una società srl. Altro che cooperativa » .

 

Eco ammette che sanno di rischiare il magnifico fallimento. L’editoria infatti è il modo più elegante per dissipare i propri risparmi, magari in modo lento, ma sicuro. Inoltre in un’epoca non creativa, l’editore può essere destinato all’impotenza. Forse – osservo – un momento più brutto non potevate sceglierlo.

umberto ecoumberto eco

 

Risponde Mario Andreose, che del catalogo della Bompiani è la storia, il Mendel di Zweig, l’artista che ha messo in opera le opere, da Brancati a Sciascia, da Campanile a Bufalino… Andreose crede nella catastrofe come risorsa e racconta che «Valentino Bompiani fondò la casa editrice nell’anno del crollo di Wall Street, nel terribile 1929».

 

E viene fuori che “Zio Vale” era il nome alternativo a “La nave di Teseo”. Racconta Eco, che con Valentino ha lavorato: «Ci davamo del lei. Tutti lo chiamavano “il dottore”. Ma dottore ero anche io. Per ovvie ragioni non potevo chiamarlo “conte”, come faceva la sua segretaria.

 

Dunque gli dissi: “Io, in tutti questi anni, non l’ho chiamata mai e ora che vuoi il tu, ti chiamerò come i tuoi nipoti: zio Vale». Tra i nomi bocciati ci sono anche Cyrano, Caratteri Mobili, Renzo e Lucia, Garamond… Vasa «che è il nome – spiega Eco – di un galeone svedese, ma non è stato accettato perché la casa editrice sarebbe diventata ”il Vasa da notte”» .

 

Umberto Eco Umberto Eco

Azionisti sono anche Elisabetta Sgarbi, Mario Andreose ed Eugenio Lio, tre campioni di «un mestiere che non si impara» come spiegava bene Kurt Wolff ( Memorie di un Editore, Giometti& Antonello) al quale Kafka diceva: «La ringrazierò sempre di più per i libri che mi boccia che per quelli che mi pubblica».

 

Dice Edoardo Nesi: «L’editore è una persona, non un’azienda. È un amico che ti segue e ti coccola, non un amministratore che firma contratti e stacca assegni. È il pastore delle tue opere: per 15 anni Elisabetta ha pubblicato libri miei che non avevano neppure l’ombra del successo, e senza mai rimproverarmelo. Non mi ha mai abbondonato. Come potrei non stare qui con lei, adesso? Come potrei non salire sulla Nave di Teseo?» .

 

Michel Houellebecq Michel Houellebecq

Guardando Elisabetta, dico allora ad Eco: «Chi è Arianna?». E qui il semiologo prevale sul maestro di ironia: «Teseo è solo un pretesto, un nome come un altro. L’importante è la nave, non Teseo». Ed Elisabetta legge, come a teatro, il passo di Plutarco dove la nave di Teseo è quella che perde e sostituisce pezzi. Adesso nella bella stanza di casa Sgarbi è tutto un discutere di identità, che è il grande tema dell’architettura e delle città, è l’imbroglio delle religioni, e il rifugio delle migrazioni… A un tratto però Eugenio Lio dice pure che «Magris definisce Teseo “colui che si alza e se ne va”» .

 

claudio magris claudio magris

E a Eco piace: «C’è anche Magris tra gli autori Bompiani che sono pronti a seguire Elisabetta» . E Tahar Ben Jelloun racconta di un profumiere che aveva comprato la casa editrice che pubblicava i suoi libri: «Mi sono trovato senza un vero editore. Di che parlavo? Di fragranze, di nasi, di muschi? Elisabetta è un editore, la Mondadori–Rizzoli non è nemmeno un profumiere».

 

Ma ecco che, in collegamento Skype, interviene in casa Sgarbi, nientemeno che… Michael Cunningham. Anche lui seguirà il filo di Arianna. E così Nuccio Ordine, con tutte le sue traduzioni di Giordano Bruno, il don Quijote e il Montaigne che ha venduto 15000 copie: «Un’enormità per un classico».

MAURO COVACICHMAURO COVACICH

 

E poi ci sono il triestino di Roma Mauro Covacich, la giovane e speciale neo-nevrotica Viola Di Grado, e Hanif Kureishi, che ha scoperto le periferie ben prima di Renzo Piano, e Lidia Ravera che sta volando ancora, e “l’abbandonologa” Carmen Pellegrino, la longseller Susanna Tamaro e, ça va sans dire, Vittorio Sgarbi, capra-capra-capra.

 

Chiedo dei bestseller Paulo Coelho, Houellebecq e Piketty: «Mi sono dimessa stamattina, dammi il tempo di tessere il mio filo» . Ecco dunque che Teseo è anche un filo da seguire. Ed è labirinto la libreria, come insegna Borges. E in Teseo c’è l’idea dell’amicizia che è la vecchia Einaudi, la Sellerio di Sciascia… lo statuto morale di ogni casa editrice. Infine c’è il mare che è l’avventura, il pericolo ma anche il porto che mescola le identità. Domando: siete tutti di sinistra? Eco si gira e prende la mano di Pietrangelo Buttafuoco: «In questo momento, tu sei di destra o di sinistra?».

 

TAHAR BEN JELLOUN jpegTAHAR BEN JELLOUN jpeg

E Buttafuoco: «Quando governa la destra sono di sinistra, quando governa la sinistra sono di destra». E racconta: «Il mio primo lavoro è stato il libraio. So dunque quanto fanno male le super concentrazioni alla diffusione dei libri».

 

Marina Berlusconi ha tentato di trattenervi? «Non ha capito – racconta Elisabetta – perché ce ne andiamo. E soprattutto non ha accettato la possibilità di una nostra autonomia editoriale e gestionale. Neppure comprende a cosa possa servirci. Eppure le abbiamo offerto in cambio l’opera omnia di Eco, di cui Mondadori vorrebbe fare il Meridiano». Eco racconta che rimarranno in mani nemiche Il nome della Rosa sino al 2020, e il Pendolo sino al 2018. Dice Veronesi: «Invece il mio Caos calmo è libero». E Buttafuoco: «Anche il mio Le uova del drago è libero».

 

pietrangelo buttafuocopietrangelo buttafuoco

Dicono in coro Umberto Eco ed Elisabetta Sgarbi: «Non è contro Berlusconi che ce ne andiamo. Ed Elisabetta l’ha detto chiaro a Marina. Se il mega proprietario fosse Nichi Vendola o Fausto Bertinotti per noi non cambierebbe nulla». Elisabetta ha spiegato a Marina che cosa significa «l’appiattimento dell’identità per un editore » e perché «i libri dei grandi autori raramente sono usciti da imprese gigantesche e perché i movimenti letterari più importanti della storia sono stati sostenuti e sviluppati da piccole realtà editoriali… » . Dice Eco: «Qualsiasi cosa avesse detto, Marina non avrebbe capito».

 

SIGNORINI BERLUSCONI MARINASIGNORINI BERLUSCONI MARINA

E torna la contrapposizione dei tipi, che sono opposti per stile e per educazione, due donne- capitano che non possono stare sulla stessa barca, anzi sulla stessa nave, Elisabetta su quella di Teseo, il fragile e felice legno degli scrittori, e Marina sulla barca dell’industria culturale più grande e più decaduta d’Italia. E infatti l’una parlava di umanesimo cosmopolita e l’altra di azienda, l’una di autori da allevare e l’altra di vendite che non aumentano. Ed Elisabetta fa imbizzarrire Umberto Eco mentre Marina si consulta con Alfonso Signorini.

 

La libertà di Elisabetta significava l’autonomia della Bompiani, dalla quale non voleva proprio staccarsi, «perché sono monogamica, non mi separo se non quando sono abbandonata». Crede nell’editore come lingua di un’epoca: tradurre e ristampare ma soprattutto scovare e covare. Inizierete presto a litigare? «Abbiamo smesso solo per te. Speriamo di ricominciare presto ».

 

 

Ultimi Dagoreport

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...

andrea delmastro emanuele pozzolo

FRATELLI D'ITALIA HA ESPULSO EMANUELE POZZOLO! - IL PARLAMENTARE GIÀ SOSPESO DAL PARTITO, IMPUTATO PER PORTO ABUSIVO DI ARMI PER LA SPARO DEL CAPODANNO 2024, HA RACCONTATO A "REPORT" LA SUA VERITA’ SULLA VICENDA (PER POI FARE DIETROFRONT: "MAI DATO INTERVISTE, MI HANNO REGISTRATO") - POZZOLO HA CONTRADDETTO LE VERSIONI DEGLI ALTRI PARTECIPANTI ALLA FESTA, SOSTENENDO CHE DELMASTRO ERA PRESENTE AL MOMENTO DELLO SPARO - DONZELLI, CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA, AVEVA CONVOCATO IL DIRETTIVO DEL PARTITO CHE HA DECRETATO ALL'UNANIMITÀ L’ESPULSIONE DI POZZOLO...

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...