houellebecq

INTERVISTE DA LEGGERE/2 - HOUELLEBECQ: ''IL LIBRO 'SOTTOMISSIONE' SI BASAVA SU UN'IPOTESI CHE NON SI STA CONCRETIZZANDO: UN ISLAM PACIFICO. UNA RELIGIONE RAZIONALE È DESTINATA A SPARIRE'' - ''VIVA LA BREXIT: SPERO CHE ANCHE LA FRANCIA VOTI CONTRO LE ÉLITE. L'UE È UNA STRUTTURA BUROCRATICA SU PAESI CHE HANNO INTERESSI INCONCILIABILI. LA CULTURA EUROPEA NON ESISTE. CI SONO LE CULTURE LOCALI, E QUELLA ANGLOSASSONE. STOP''

Fabio Gambaro per ''la Repubblica''

 

michel houellebecqmichel houellebecq

«L' arte è sempre un' aggressione. Descrivere il mondo in maniera oggettiva significa di fatto criticarlo con aggressività. La descrizione è sempre una critica. E per di più la sola efficace». Seduto a un tavolino all' aperto di un bar della cittadina francese a pochi chilometri dal confine spagnolo, Michel Houellebecq snocciola con calma le sue convinzioni letterarie, insistendo sulla necessità per l' artista di «mettere il dito nelle piaghe della società». Il celebre e controverso romanziere francese è in viaggio verso la Spagna per una breve vacanza.

 

houellebecqhouellebecq

Tra una sigaretta e l' altra, ci parla a ruota libera del suo lavoro di scrittore e delle polemiche che spesso lo accompagnano, ma anche del suo interesse per Pascal, di Europa e di Brexit. Soprattutto, ci tiene a dichiarare la sua passione per la poesia, attività a cui si dedica da trent' anni e da cui è nato un vasto corpus di testi poetici (Bompiani): «All' origine della poesia c' è la sofferenza », ci spiega l' autore de Sottomissione, «per guardare il mondo bisogna esserne esclusi, poiché l' esclusione produce uno sguardo oggettivo che però è anche estetico.

 

È vero, le mie poesie sono dominate dalla solitudine, dalla fine delle passioni, dal declino fisico, ma è questa la realtà che occorre guardare in faccia. Certo, c' è anche qualche attimo di felicità, che però sulla pagina deve rimanere istantaneo. La descrizione della felicità, se troppo lunga, diventa noiosa» .

houellebecq houellebecq

 

Oltre che scrivere lei ama fotografare. Al Palais de Tokyo di Parigi ha inaugurato una mostra fotografica che ha scelto di intitolare "Rester vivant". E dunque, come si fa a restare vivi?

«Una certa megalomania può essere d' aiuto. Occorre essere convinti che la propria esistenza e le cose che si fanno siano importanti. Occorre determinazione, anche se non si hanno certezze».

 

houellebecq   houellebecq

Anche scrivere è un modo per restare vivi?
«Oggettivamente sì, ma personalmente l' idea della posterità non mi è di grande aiuto. Sapere che si diventerà immortali grazie ai propri scritti non è decisivo, e in ogni caso io non ci credo molto. Anche perché quando scrivo non immagino i miei lettori nel futuro ma piuttosto nel presente. Diciamo che restare vivi più che un fine è un mezzo, perché è la condizione della scrittura».

Le sue poesie nascono da un lungo processo di maturazione oppure da folgorazioni improvvise?
«Nella poesia conta solo l' ispirazione che può manifestarsi all' improvviso e poi mancare per lunghi periodi. Ad esempio scrissi le otto poesie che compongono HMT di getto e in soli venti minuti. Fu un caso limite perché non mi sono mai più sentito così ispirato come quella volta. In generale comunque riscrivo poco, correggo soprattutto la punteggiatura. La poesia è tutta emozione e percezione, quindi non nasce dalla riflessione. Il romanzo invece, essendo una costruzione razionale, deve tenere conto di molte variabili. E soprattutto deve evitare le ripetizioni tipiche dei romanzi lunghi, come accade ad esempio in Guerra e pace di Tolstoj. In poesia non si corre questo rischio perché le poesie sono come delle istantanee. Da qui il carattere visivo dei miei testi, che in fondo si avvicinano molto alla fotografia».

Ha un approccio visivo anche nei romanzi?
«Un po' meno, perché le mie narrazioni sono dominate da personaggi che non si abbandonano quasi mai alla contemplazione. E invece, se vogliamo vedere tutte le sfumature della realtà, dobbiamo metterci in una posizione contemplativa. Con la poesia, come con la fotografia, si adotta proprio questa prospettiva, nella narrativa invece domina l' azione. Nei romanzi scritti in prima persona è forse più facile inserire momenti contemplativi e poetici, anche se poi in questi romanzi il lettore rischia spesso di confondere i personaggi con l' autore ».

Michel Houellebecq Michel Houellebecq


Da qui anche le molte polemiche suscitate da un romanzo come "Sottomissione", come se gli atteggiamenti e le dichiarazioni del protagonista fossero esattamente quelli dell' autore...
«Quando i lettori confondono autore e personaggio è sempre un buon segno, significa che il romanzo è riuscito. I lettori sottovalutano la capacità d' immaginazione del romanziere, pensano che il suo racconto sia sempre tutto vero e frutto di esperienze vissute.
Io invece invento molto, perché è più facile inventare che riprodurre fedelmente la realtà. Una storia inventata è sempre più coerente della realtà, che invece non lo è quasi mai. Insomma, le polemiche dimostrano che il romanzo è riuscito, vale a dire che i lettori hanno preso per vero il suo contenuto» .

Ma lei non è stanco delle polemiche che accompagnano i suoi romanzi?
«La maggior parte dei lettori leggono i miei romanzi come semplici oggetti letterari, non li considerano dichiarazioni politiche. A scatenare le polemiche sono soprattutto i media, perché ne hanno bisogno per vivere.

michel houellebecq 1michel houellebecq 1

 

Devo riconoscere che per loro sono un' ottima fonte di polemiche. Nel caso di Sottomissione, i media si sono concentrati sul tema dell' Islam e del successo elettorale di un ipotetico partito musulmano, tralasciando tutta la parte su Huysmans, che invece era all' origine del romanzo. All' inizio avevo pensato di far convertire il protagonista al cattolicesimo, proprio come aveva fatto Huysmans nel suo Contro corrente, poi però nel romanzo si è imposto l' Islam e quindi si è convertito alla religione di Allah».

Quando ha fatto questa scelta, non ha pensato alle polemiche che avrebbe scatenato?
«Un po' sì, ma uno scrittore non può evitare una tematica solo per non provocare polemiche. Un artista deve essere libero e rifiutare l' autocensura, deve potersi esprimere senza pensare alle conseguenze, perché altrimenti non farebbe più nulla. Inoltre, quando si scrive un romanzo, a un certo punto i personaggi scappano di mano all' autore. Noi scrittori non possiamo più controllarli, diventiamo semplici scrivani al servizio delle loro storie.

 

Houellebecq 
Michel 
SOTTOMISSIONEHouellebecq Michel SOTTOMISSIONE

Anche perché, a mano a mano che cresce, un romanzo assume una logica interna che non è più possibile modificare. Per esempio, la storia di Sottomissione avrebbe potuto sfociare in una guerra civile, ma poi il romanzo è andato in un' altra direzione. Il che mi è anche dispiaciuto, perché mi sarebbe piaciuto raccontare una vera guerra civile».


Anche se un romanzo ha una logica interna che sfugge all' autore, alla fine però chi pubblica se ne deve assumere pienamente la responsabilità...
«Io mi assumo sempre la responsabilità di quello che scrivo. Posso essere inquieto per le reazioni dei lettori, ma non mi tiro mai indietro. Per Sottomissione, il problema è che in Francia l' Islam è diventato un' ossessione collettiva. Senza dimenticare che, se non ci fossero stati gli attentati jihadisti, la percezione del romanzo sarebbe stata molto diversa. L' attentato a Charlie Hebdo, proprio il giorno della pubblicazione del mio libro, ha evidentemente gettato un' altra luce sulla mia storia».

BREXIT la regina elisabettaBREXIT la regina elisabetta


L' hanno accusa d' islamofobia...
«Il romanzo poggia su un' ipotesi che però non mi sembra si stia concretizzando, vale a dire l' idea che nel mondo islamico possa imporsi un Islam pacifico. Purtroppo sta accadendo il contrario. Il mio era forse un auspicio, benché non creda molto alla vittoria di un Islam tollerante e figlio dei lumi. Anche perché una religione vicina ai valori dell' illuminismo sarebbe di fatto destinata a scomparire, dato che la razionalità ne distruggerebbe inevitabilmente la dimensione irrazionale.

 

Senza magia non c' è religione, e il razionalismo illuminista elimina ogni forma di magia. Insomma, mi sembra veramente difficile l' avvento di un Islam moderato figlio dei Lumi. Forse c' è più spazio per un Islam mistico e non violento come il sufismo o l' islam pietista, ma queste tradizioni non piacciono affatto ai fondamentalisti».

BREXITBREXIT


Lei scrive che occorre credere nell' identità "tra vero, bello e bene"...
«Non so se questa identità sia vera, ma un poeta deve credervi. Occorre avere la convizione che dicendo il vero, si raggiunge il bello e si farà del bene. È una speranza. Il vero viene sempre prima di tutto, anche se la verità è talvolta scandalosa. Ma anche di fronte agli scandali occorre sempre pensare che alla fine gli effetti saranno comunque benefici».

A tratti in lei si ritrova qualcosa di pascaliano. Mi sbaglio?
«Pascal è un autore che da giovane mi ha molto colpito. Più che il tema della scommessa, mi aveva impressionato la riflessione sull' evidenza della morte fisica e sulla paura cosmica. Fu una lettura violenta, da cui non credo di essermi mai liberato. La riflessione di Pascal continua a tormentarmi».

ISLAM IN FRANCIAISLAM IN FRANCIAISLAM IN FRANCIA   ISLAM IN FRANCIA


Pascal ha molto insistito sul dualismo tra cuore e ragione...
«In me, la dimensione razionale non è molto marcata. Quando scrivo, cerco di posare uno sguardo lucido e razionale sul mondo, ma nella vita quotidiana non riesco a prendere decisioni razionali. Agisco d' istinto e non rifletto mai su quello che faccio. In realtà, il gusto per la teoria, che in effetti mi appartiene, non ha nulla a che fare con la capacità di comportarsi razionalmente. Io utilizzo la razionalità soprattutto per osservare la realtà».

È possibile fare poesia sulla realtà politica oppure sociale in cui si vive?
«Non credo. In ogni caso io non ne sono capace. Anche nei miei romanzi cerco sempre di tenermi a una certa distanza dall' attualità. Quando s' inizia a scrivere un romanzo bisogna staccarsi dal flusso continuo d' informazioni cui siamo sottoposti, altrimenti se ne resta travolti. Io non potrei mai scrivere una poesia sulla Brexit ».

A proposito di Brexit, cosa pensa dalla scelta degli abitanti del Regno Unito?
«Sono rimasto piacevolmente sorpreso. Pensavo che alla fine il popolo britannico avrebbe ceduto alle minacce delle élite politico- finanziarie tutte schierate contro la Brexit. Da molti anni ormai, il principale argomento a favore dell' Europa è la paura delle conseguenze prodotte da un' eventuale fine dell' Unione europea.

BREXITBREXIT


In Gran Bretagna però, il popolo ha votato senza paura contro le élite. Per il paese sarà sicuramente meglio, perché non sarà più vincolato dall' Europa. La Ue è una struttura burocratica sovrapposta a un insieme di paesi che non hanno interessi economici comuni.
Gli scopi dei singoli stati sono divergenti, quindi la loro coesistenza non può essere democratica. Ci sarà sempre chi prevale sugli altri. Il progetto comune è solo un' illusione.»

 

michel houellebecq 2michel houellebecq 2

Lei è francese, ma ha vissuto anche in Irlanda e in Spagna. Non si sente almeno in parte europeo? Non riconosce l' esistenza di un spirito e di una cultura europei?
«Forse questo spirito europeo è esistito in passato, nel XVIII e nel XIX secolo, oggi però non è più così. In Francia contano solo la cultura francese e quella anglosassone, la cultura europea è come se non esistesse. E probabilmente accade lo stesso negli altri paesi del continente, dove accanto alle culture locali c' è spazio solo per la cultura americana. Il successo della cultura Made in Usa ha spazzato via ogni ipotesi di cultura europea comune».

Se in Francia venisse indetto un referendum analogo a quello inglese, lei voterebbe dunque per l' uscita dall' Unione europea?
«Sì. Perché in Europa non solo mancano una cultura e un' economia comuni, ma non c' è neppure un' identità condivisa. L' Europa nasce da troppe tradizioni diverse e non ha una lingua che la unifichi, è impossibile che possa funzionare democraticamente. Già la Francia mi sembra troppo grande, figuriamoci l' Europa. Più un territorio è vasto e meno vive democraticamente. Le piccole strutture - soprattutto se hanno un' identità forte come la Francia - possono essere più democratiche dei grandi insiemi sovranazionali. E possono perfino essere più efficaci. Quindi no, non temo affatto un' eventuale implosione dell' Unione europea».

ISLAM IN FRANCIA  ISLAM IN FRANCIA

 

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO