pezzali repetto

“LA LITE TRA CECCHETTO E PEZZALI? SPERO DA VECCHI SI POSSA BERE UN BIRRA TUTTI E TRE” – PARLA MAURO REPETTO, L’ALTRA’ META’ DEGLI 883: “CON MAX FINÌ PERCHÉ ERAVAMO SU FREQUENZE DIVERSE. TRA NOI NON SI È ROTTO NIENTE MA A UN CERTO PUNTO È ARRIVATA QUESTA CHITARRA CON UNA NOTA DISTORTA”. REPETTO HA LASCIATO IL MARCHIO DEGLI 883 A PEZZALI E CI HA PERSO PARECCHI SOLDI. SUO PADRE DISSE: “ALTRO CHE UOMO RAGNO, TU HAI UCCISO LA GALLINA DALLE UOVA D’ORO. PENTITO? MA NO”

Renato Franco per corriere.it - Estratti

 

Claudio Cecchetto?

pezzali repetto

«Per me è il Walt Disney italiano, è uno che ha saputo concretizzare le sue intuizioni, come lui ha creato tanti personaggi. Mi ha sempre colpito il suo carisma: quando entrava in una stanza si accendeva un silenzio totale; per la personalità che emana sembra quasi un’entità spirituale».

 

Max Pezzali?

«È stato il mio migliore amico in assoluto, non potrò mai avere un migliore amico come lui, è la persona a cui umanamente sono stato più legato. Quando sei suo amico diventi una sola persona, ha inventiva e generosità, ha la capacità fusionale di farti divertire».

 

 

Max e Claudio hanno litigato in modo irreversibile?

mauro repetto claudio cecchetto

«Spero che un giorno facciano pace. Prima di diventare tre vecchi in carrozzina mi piacerebbe bere ancora una volta una Tennent’s rossa tutti insieme».

 

Mauro Repetto è stato l’altra metà degli 883, Max Pezzali era il suo compagno di banco. Due anni d’oro (Hanno ucciso l’Uomo Ragno, 1993 e Nord sud ovest est, 1994) e poi ha deciso di mollare tutto.

 

La prima immagine di voi ragazzini?

«Max mi ha sempre fatto l’effetto del surrealismo di André Breton, con una frase mi dava la possibilità di lasciare la sedia del banco a cui ero inchiodato per partire in un film in un universo parallelo. Ricordo una delle sue prime frasi durante un’assemblea a scuola: ti immagini se apparissero dei camosci e degli stambecchi dietro alla professoressa? Era così: un flash, un click surrealista geniale. Fingendo di ascoltare quello che succedeva intorno a noi partivamo per un viaggio in una galassia totalmente diversa».

 

 

(...)

mauro repetto

«Quando tra me e Max sono cambiate le frequenze. Tra noi non si è rotto niente, la nostra amicizia rimane ancora forte, ma a un certo punto è arrivata questa chitarra con una nota distorta. La spiegazione che mi sono dato è che il duo, la coppia, è il vettore che va più veloce da un punto A a un punto B, però consuma tanto carburante così velocemente che senza accorgetene rimani in panne. Rimani per strada, scendi dalla macchina e a quel punto ognuno prende una direzione diversa. Come se due radio improvvisamente si sintonizzassero su frequenze diverse: non captavamo più le stesse note, è successo qualcosa di «davidlynchano», alla Mulholland Drive».

 

 

(...)

 

hanno ucciso l'uomo ragno – la vera storia degli 883 5

Ha lasciato il marchio degli 883 a Max Pezzali e probabilmente ci ha perso parecchi soldi. Suo padre disse: «Altro che Uomo Ragno, tu hai ucciso la gallina dalle uova d’oro». Pentito?

«Ma no. I miei mi hanno sempre educato a fare attenzione prima alla lira e poi all’euro, non sono uno da champagne per tutti, ho un’educazione da genovese, sono nato pure lì. Con Max non ho mai discusso una volta in mia vita di soldi, parlavamo solo di sogni e desideri. Tra di noi il denaro non è mai stato argomento di confronto: sono partito per un’altra giostra, chissenefrega di quello che ho lasciato».

max pezzali

 

Cecchetto per quanto tempo ha provato a convincerla a ricomporre la coppia?

«Claudio mi ha chiamato tante volte e mi ha fatto tornare in Italia in un paio di occasioni per farmi cambiare idea: partivo da Los Angeles senza valigie, stavo un giorno e tornavo indietro».

 

E Pezzali?

«Max — che mi conosceva più di Claudio — sapeva che la mia era una scelta definitiva, irrevocabile, era un fiume in piena dell’anima che non si poteva fermare. L’american dream l’avevamo coltivato per tutto il liceo e la nostra vita insieme: sapeva che non avrei cambiato idea».

mauro repetto cover

 

Su Sky la serie «Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883» è un successo.

«Credo che sia per l’estrema banalità e universalità di questi due protagonisti pavesini: due compagni di banco che amavano passare il tempo assieme e sognavano New York e Los Angeles. Una storia fiabesca e universale, che vale in ogni luogo e in ogni tempo, in cui si riconoscono milioni di persone».

 

Tra tutti i supereroi perché l’Uomo Ragno?

«Penso che Peter Parker fosse di Pavia, è uno di provincia, agisce d’istinto, è il supereroe di quartiere non osannato come gli altri Avengers, è quasi un antieroe. Uno che a volte poteva essere Johnny Depp e a volte Fantozzi. E anche io mi sento così, a volte Depp, a volte Fantozzi, a volte pirata dei caraibi, a volte umile impiegato della Megaditta».

hanno ucciso l'uomo ragno – la vera storia degli 883 2hanno ucciso l'uomo ragno – la vera storia degli 883 3pezzali repettomax pezzali mauro repettomauro repetto

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…