liana orfei

“DIEDI UN CEFFONE A TOGNAZZI PER QUEL SUO BACIO TROPPO OSÉ. MASTROIANNI? È STATO COME BACIARE UN MANIFESTO” – LA “SIGNORA DEL CIRCO” E ATTRICE, LIANA ORFEI SI RACCONTA IN UN LIBRO - VISCONTI PERSE LA TESTA PER LEI, NON SI RASSEGNO’ AL DUE DI PICCHE E SI ARRAMPICO’ SU UN BALCONE... – E POI FELLINI, SORDI, TOTO’ IL TRISAVOLO PRETE CHE SI INNAMORO’ DI UNA ZINGARA, BERLINGUER E QUELLA VOLTA IN AFRICA: “FUI CATTURATA DA UNA TRIBÙ CANNIBALE E MI SALVAI GRAZIE A…” - VIDEO

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ldquo-mio-trisavolo-era-prete-che-rsquo-innamoro-rsquo-161588.htm

 

 

Nino Materi per “il Giornale”

 

Per Liana Orfei lo spettacolo più bello del mondo non smette mai di scendere in pista.

LIANA ORFEI COVER

Quell' arena del circo, dall' inconfondibile odore di sabbia e segatura mista all' afrore selvaggio dei leoni e al sudore ardimentoso dei trapezisti.

 

The show must go on! Così, da 84 anni: l' età di Liana, donna senza tempo, sempre ammantata di fascino e bellezza. Ogni giorno una replica. Avvolta dall' eco degli applausi del pubblico. Non meno forte, anche adesso che la standing ovation è solo un ologramma di ricordi.

 

Lei, la «regina del circo»; una corona che però tiene a condividere con la propria gente: «Un mondo meravigliosamente spettacolare in cui tutti sono re e regina». Ma circoscrivere l' esistenza di Liana Orfei nel perimetro del tendone circense sarebbe un errore.

LIANA ORFEI RENZO ARBORE

La sua carriera ha spaziato infatti dai set del cinema alle tavole del teatro passando per la tv, sempre senza «reti di protezione»: pericolo che non poteva spaventare una ragazza con nelle vene sangue da funambola volante.

 

Ha girato il mondo freneticamente. Una trottola. Però senza mai perdere la testa. Mostrando coraggio da tigre, abituata com' era a stare in gabbia tra ruggiti ancestrali. Ma Liana da quei recinti di ferro ha sempre saputo - e voluto - evadere, affrontando nuove sfide umane e professionali. Sogni realizzati. Coerente coi suoi principi. Ma con la determinazione di chi ha la forza di allargare le sbarre, per passarci dentro. Costi quel che costi. Una vita di successi, resi forse ancora più belli dall' eredità di momenti duri, tristi, drammatici.

 

LIANA ORFEI MARCELLO MASTROIANNI

Liana ha sofferto la fame, è stata povera; poi ha conosciuto la ricchezza, lo sfarzo; è nata in un carro, ha abitato in regge. La ruota gira. Perché la vita (di tutti) è un circo con mille luci, che però possono spegnersi d' improvviso. E allora ti tocca sfidare il buio della notte confidando nei bagliori dell' alba. E forse non è un caso che la mamma di Liana si chiamasse proprio Alba. Il tutto racchiuso in un libro di memorie, Romanzo di vita vera (Ed. Baldini+Castoldi) che Liana Orfei ha scritto con la delicatezza di una lady d' altri tempi e l' incisività di una giovane influencer. Ricordi sì, ma che profumano di futuro.

 

Un' esistenza da fiaba cominciata con un incubo.

«È vero. Dai 4 ai 7 anni inchiodata al letto per una polmonite, curata erroneamente per tifo. Mi salvò un medico, si chiamava Fortunato».

 

Nome di buon augurio.

«E infatti mi strappò alla morte che in ospedale avevano già decretato. Riuscì a procurarsi una medicina rara e costosa che si chiamava Streptosil. E così guarii».

LIANA ORFEI UGO TOGNAZZI

 

Un miracolo.

«Fu quello che disse mia madre, ringraziando Sant' Antonio. Ma suscitando la vivace reazione del dottor Fortunato...».

Cioè?

«Il dottore era ateo e quindi reagì: Ma quale grazia di Sant' Antonio, il merito è mio!».

Papà Paride e mamma Alba. La storia d' amore dei suoi genitori è romantica e travagliata come quella tra Renzo e Lucia ne «I Promessi Sposi».

«Con tanto di parroco alla don Abbondio, ma al contrario...».

 

«Al contrario»?

«Sì, perché lui fece in modo di favorire il matrimonio tra mamma e papà, non visto di buon occhio dalla famiglia di mia madre».

 

E perché?

«Mamma aveva origini nobili, mentre papà era un saltimbanco con un circo composto da un solo animale: il babbuino Toto».

 

alberto sordi

Come si conobbero papà Paride e mamma Alba?

«Lui si esibiva in paese e mamma andò a vedere lo spettacolo. Fu amore a prima vista. Scapparono insieme. Il parroco convinse i genitori di mamma che nulla di male era stato commesso e così la coppia convolò a nozze. Una storia alla Romeo e Giulietta da cui nacquero tre figli, e chissà quanti ne sarebbero nati ancora se papà non fosse morto a 46 anni, lasciando mia madre vedova a soli 38».

 

Come ha fatto Liana e i suoi fratelli (Nando e Rinaldo) a trasformare il micro-circo di papà Paride in uno dei circhi più famosi e ammirati al mondo?

«Il segreto è stato la passione per il nostro lavoro. E la devozione verso il pubblico».

 

Lei e sua cugina Moira avete rappresentato per il circo un po' quello che Coppi e Bartali sono stati per il ciclismo. C' è mai stata rivalità tra voi?

liana orfei foto di bacco

«No, eravamo diverse. Moira è diventata meritatamente un' icona del circo perché il circo ha rappresentato per lei un impegno quasi totalizzante. A un certo punto le nostre strade si sono divise. Io ho avuto un percorso più diversificato tra cinema, teatro e televisione. Con Moira ci eravamo riavvicinate negli ultimi anni. E la sua morte ha lasciato un gran vuoto».

Ci fu un' epoca in cui il Circo Orfei era una città viaggiante.

«Negli anni '70 avevamo un tendone a tre piste, centinaia di animali, i migliori artisti del mondo lavoravano per noi. Giravamo il pianeta in lungo e in largo. E ovunque il successo era strepitoso».

 

Poi per il mondo circense cominciò un lento declino. Sempre più inesorabile. Ora dal Covid è arrivato il definitivo colpo mortale?

«Non sono d' accordo. Il circo non morirà mai e sopravviverà anche al Coronavirus. E sa perché?».

No.

Morte a Venezia, luchino visconti

«Il professor Mario Verdone (il padre di Carlo, ndr) sosteneva che il circo, in quanto espressione di spettacolo, è parte integrante del ciclo naturale dell' esistenza. I nostri antenati preistorici, riunendosi attorno al fuoco, dettero vita al primo circo dell' umanità».

In questo periodo di contagio i circhi non possono più lavorare. Chi sfama e si prende cura degli animali?

«Gli unici aiuti arrivano dalla gente comune e dalla Caritas. Dallo Stato italiano nessun ristoro».

Lei nell' immaginario è un' icona del circo, ma sui set ha lavorato con grandissimi attori e registi. Passiamoli in rassegna. Cominciamo da Marcello Mastroianni.

«Con lui ho girato la scena del bacio più lungo nella storia del cinema italiano. Quella storia fece scalpore. Anche a causa di una battuta che venne fraintesa».

 

Ci racconti.

liana orfei foto di bacco

«Marcello era considerato un sex symbol. Dopo quel bacio i giornalisti cominciarono a tempestarmi di domande: Ma cosa ha provato?, Ma come bacia Mastroianni?, È stato emozionante? e via con banalità di questo tipo. Al che io, infastidita, me ne uscii con una frase che scatenò il finimondo».

 

Quale frase?

«Baciare Mastroianni è stato come baciare un manifesto. Volevo dire che per un attore baciare sulla scena un collega è un fatto di routine e non comporta necessariamente un coinvolgimento emotivo. Il senso era chiaro, ma la frase fece comunque scalpore».

 

Più o meno come lo schiaffone che rifilò a Ugo Tognazzi, sempre per «colpa» di un bacio.

TOTO E LIANA ORFEI

«Quella fu una vicenda tragicomica. Tognazzi sul set doveva darmi un bacio cinematografico. Ma, da latin lover impenitente qual era, si fece prendere dalla passione e andò un po' troppo in profondità. Allora io reagii con una sonora sberla.

Ugo, regista e troupe rimasero per un lunghi secondi in attonito silenzio, poi scoppiammo tutti a ridere».

 

Un bacio ci scappò anche con Renzo Arbore.

«Interpretavamo il ruolo di due innamorati per un fotoromanzo. A un certo punto la sceneggiatura del fumetto prevedeva un bacio finto. Lui si avvicinò a me e, molto timidamente, mi chiese: Cos' è un bacio finto? Io conosco solo i baci veri».

 

dolce vita - Fellini

Ma è vero che Luchino Visconti una sera perse la testa per lei e si arrampicò sul balcone della sua camera da letto?

«Ero appena stata premiata con La Caravella d' oro e durante la cena di gala Visconti, uomo di grande fascino, mi aveva ricoperto di complimenti culminati in un abbraccio focoso con annesso tentativo di bacio. A quel punto lo spinsi con forza - da ex trapezista avevo delle braccia decisamente allenate - e mi rifugiai in camera».

 

Visconti si rassegnò al «due di picche»?

«Macché. Ancora agitata per quanto appena accaduto, aprii la porta del balcone. Era una sera meravigliosa con una luna enorme e un profumo di glicine nell' aria. Improvvisamente sento degli strani rumori e riconosco Visconti che si sta arrampicando sull' inferriata del mio balcone. Gli chiusi la finestra in faccia e scappai nella camera di una attrice mia amica dove trascorsi la notte.Luchino non l' ho più visto ma quell' episodio non l' ho mai dimenticato».

LIANA ORFEI

 

Il regista che ha segnato maggiormente la sua vita artistica è uno solo: Federico Fellini.

«Federico è stato un punto fermo non solo per la mia esperienza cinematografica, ma un maestro di vita. Era intimo amico di tutta la famiglia Orfei e con Giulietta Masina veniva a mangiare i tortellini fatti da mia nonna. Era anche lui amante del circo, evocato in molti dei suoi capolavori, e questo ha contribuito a tenerci sempre affettuosamente uniti».

 

Ma Alberto Sordi era davvero tirchio? Si narra di un bellissimo mazzo di rose che l' attore le fece pervenire, mettendolo però in conto alla produzione del film nel quale stavate lavorando insieme.

«Alberto era un uomo di cuore e generosità. A Montecarlo sono stata testimone di un episodio commuovente: c' era un bambino malato che necessitava di una costosa operazione negli Stati Uniti. I genitori non potevano economicamente permettersela. Intervenne Alberto e pagò tutto lui, imponendo che non fosse data nessuna pubblicità al suo gesto. Tutti sanno che non è stato l' unico atto di questo tipo».

 

E di Totò cosa ci dice?

LIANA ORFEI

«Ho conosciuto tanti veri nobili, ma mai un principe della signorilità come lui. Mi chiedeva sempre dei clown, era convinto che nel loro privato fossero persone profondamente tristi. Forse proiettava in loro un suo stato d' animo malinconico, come del resto ben dimostra la sua celebre poesia dedicata proprio ai clown».

 

Altro monumento: Eduardo De Filippo.

«Un genio. Mi insegnò a cantare in napoletano e non volle che fossi sostituita neppure quando mi ammalai gravemente alle corde vocali. Aspettò che guarissi, nonostante Domenico Modugno che era il produttore dello spettacolo insistesse per la mia sostituzione».

 

L' addio al cinema l' ha fatta soffrire?

«Ho ricevuto enormi soddisfazioni. Ma la più grande è stata quella di avere ottenuto consensi senza mai scendere a patti con la coscienza.

LIANA ORFEI

Quando hanno cominciato a offrirmi parti inadeguate mi sono ritirata dalle scene per crescere mia figlia e non tradire il pubblico di bambini che al circo mi vedevano come una specie di fatina».

 

Lei nel corso degli ultimi 80 anni ha visto cambiare 4 papi ed è stata testimone di sconvolgimenti epocali che sono già nei libri di storia.

«Sono stata la prima volta in Cina quando in un' intera giornata in giro per Pechino contai solo quatto automobili circolanti. Erano tutti in bici e vestiti uguali. Sembrava un paese cristallizzato nell' arretratezza. Ci sono tornata di recente e ho visto la megalopoli tecnologicamente più sviluppata al mondo. Un' evoluzione costata a caro prezzo, e pagata anche col sangue di tante persone schiacciate dai carri armati nel massacro di piazza di Tienanmen».

liana orfei, vittorio de sica, moira orfei e nando orfei

 

Anche lei, in Africa, se la vide brutta.

«Fui catturata da una tribù cannibale e mi salvai grazie a due pacchetti di sigarette. Ma questa è un' altra storia. Magari la scriverò nel prossimo libro».

LIANA ORFEI LIANA ORFEI E FEDERICO FELLINILIANA ORFEI LIANA ORFEI CON I FRATELLI NANDO E RINALDOLIANA ORFEILIANA ORFEI

Possibile titolo: The show must go on!

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…