luca bizzarri

“LE IENE A VOLTE HANNO ESAGERATO” – LUCA BIZZARRI SBUGIARDA IL PROGRAMMA MEDIASET: “NON AMO QUEL MODO DI GUARDARE LA DROGA CON ATTENZIONE MORBOSA, DAL BUCO DELLA SERRATURA. NON HO AMATO CERTI SERVIZI SULLE PRESUNTE CURE ANTI-CANCRO” –“ERO SOLO UN PRESENTATORE MA QUESTO NON VUOL DIRE CHE NON POTESSI ESPRIMERE DISSENSO…”

 

 

 

 

Roberta Scorranese per www.corriere.it

 

luca bizzarri con una vera battaglia sul web

«Guardi, secondo me i fondi per la cultura non dovrebbero arrivare dal ministero dei Beni Culturali».

 

E da dove allora?

«Dal ministero della Salute. Essere colto e informato significa essere sano, vuol dire fare le scelte giuste, come i vaccini. Ha visto la foto che ho postato giorni fa?».

 

luca e paolo con ilary blasi le iene

Il bambino sdraiato davanti alle Ninfee di Monet a Palazzo Ducale?

«Sì, ecco perché io siedo davanti a questa scrivania, per momenti come quello».

 

La scrivania in questione si trova nell’ultimo piano di Palazzo Ducale, a Genova. È quella della presidenza, carica che Luca Bizzarri, 48 anni, ricopre dall’agosto del 2017. L’ultima (anche sua) idea: esporre in una stanza isolata un dipinto — uno della serie delle Ninfee — di Monet e fare entrare una persona alla volta o una famiglia alla volta a guardarselo in pace per una manciata di minuti.

 

luca bizzarri ludovica frasca

In carica dal 2017. Ed è ancora qui. Lo avrebbe detto allora?

«Ma no, anzi, sono arrivato che mi sono detto “mi faranno fuori subito”. E me lo ricordo bene il giorno che sono arrivato, il 14 agosto. Vengo qui e che vedo? I sigilli dei Carabinieri e sulla scrivania dell’allora direttore la prima pagina del “New York Times” che ci descriveva come un covo di falsari. Mi venne la pressione a mille».

 

Ah sì, l’estate dello scandalo Modigliani.

«Ma non solo: io sono ancora il custode legale dei quadri, noi paghiamo una cifra per tenerli fermi e chissà quando finirà questa storia. Che cosa mi ha insegnato? Che l’arte è un mondo complicato. Però che meraviglia quando vedo i bambini che si incantano davanti a Monet. Oppure tutte quelle persone che vennero a vedere i quadri di Rubaldo Merello. Mica ho detto Picasso, ho detto Merello».

luca bizzarri le iene

 

Quando fece quel post su Facebook in cui invitò tutti ad «alzare il c...o» e a venire alla mostra?

«Ma perché mi devo trasformare in quello che non sono? Io, come molti, moltissimi altri, non avevo idea di chi fosse Merello e così lo venni a vedere. Rimasi senza parole. E lo dissi a modo mio. Sa che cosa penso? Che questo mondo sia come il Festival di Sanremo: una messa cantata, dove appena provi a uscire dalla liturgia...».

 

Però la gente venne. E sta venendo anche ora a vedere Monet.

«È quello che conta, no? Se riuscissi a far capire ai ragazzi che Banksy è come Monet verrebbero a frotte a vedere Monet. A proposito, abbiamo fatto anche la mostra di Banksy e quando sul sito dell’artista ho visto la nostra mostra tra quelle “fake” mi è salita di nuovo la minima. Poi ci hanno detto che lui fa sempre così. Io boh».

le iene contro lotito 2

 

Lei pensava che il teatro fosse un mondo di tipi strani e invece.

«L’arte è peggio! Ho conosciuto il direttore del museo Picasso, un tipo assurdo ma geniale. Io qualche volta mi sento un underdog, eppure mi piace sedere qui, sbalzi di pressione a parte.

 

E una cosa l’ho capita: in Italia nell’arte girano troppi soldi o troppo pochi. Nel teatro, invece, quasi niente, cosa di cui nessuno parla in questo periodo così duro. Sa che cosa mi fa incazzare?»

luca bizzarri mia ceran

 

Che cosa? (occhio alla minima)

«Vedere i calciatori che in campo si abbracciano e pensare che nei teatri gli attori si stanno arrangiando con i monologhi e praticamente senza pubblico. Certo, dopo questa intervista mi farò molti amici».

 

«Non hanno un amico» è uno dei suoi tormentoni sui social quando prende di mira i politici.

«Ma è vero. Il problema della nostra politica è la comunicazione, che è senza una bussola, che ammicca alla pancia, che punta a sganciare le parole dalla realtà. Ora dirò una cosa che la farà sussultare: io qualche volta sono anche d’accordo con quello che dice Salvini».

 

Non ci credo.

le iene contro lotito 6

«Finisco: posso essere anche d’accordo su qualcosa di quello che dice, ma quando chiede se può togliersi la mascherina per parlare con una signora e Floris gli risponde “eh no, se non sta a un metro e mezzo, no”, come si fa a non cadere nello sconforto?

 

Eppure quello è il vero Salvini. Io mi deprimo quando qualche politico si mette a litigare con me su Twitter: non dovrebbero farlo! Non dovrebbero parlare con un comico! Non dovrebbero scavarsi la fossa così. Loro dovrebbero essere migliori di me».

luca bizzarri alessia marcuzzi e paolo kessisoglu le iene 2003

 

È il gioco dei social

«Per me i social sono un topolino che si crede un elefante».

 

Ma la politica la corteggia eccome.

«Altroché. Ogni tanto arriva qualche telefonata. La cosa bella è che arriva ora da una parte ora dall’altra, perché non sono inquadrabile. Naturalmente rispondo sempre “no, grazie”. Non riuscirei a infilarmi in una campagna elettorale continua, alla ricerca solo del consenso. Ah, lo sa che io siedo qui con i voti di Lega e Forza Italia?»

 

Non ci credo — bis.

«Non solo. Sono anche nell’assemblea del Teatro Stabile, voluto da Cinque Stelle e Pd. Non ci crede, eh?»

 

Più che altro perché lei a volte picchia duro con le critiche.

ciontoli vannini le iene 7

«La dico tutta. Questa continua campagna elettorale alla ricerca del consenso potrebbe portare a una deriva autoritaria: ad un certo punto si sentirà il bisogno di dire “ok, per cinque anni fermiamoci e teniamoci questi”.

 

Io avrei detto di sì ad un impegno politico solo se me lo avesse chiesto Massimo Bordin. Una delle persone che ho più ammirato in tutta la mia vita. Come Gaber. Lo incontrai che ero da poco riuscito a entrare alla Scuola dello Stabile di Genova. F

 

luca bizzarri

umammo una Marlboro dietro l’altra e alla fine mi disse “Non stare ad aspettare che ti chiami questo o quello, vai nelle pizzerie e fa’ quello che sai fare. In sintesi, mi disse “Arrangiati”».

 

Luca, lei dov’era durante il G8 di Genova?

«A Riccione, per scelta. Non mi piaceva quello che stava succedendo, la città trasformata in una caserma e proteste che travalicavano il giusto dissenso».

 

le iene e la quarantena con malena 6

Che tipo di ribellione ha coltivato negli anni?

«Da ragazzino io, figlio di carabiniere, davo una mano ad un amico nordafricano nel contrabbando di sigarette. Sapesse che gioia per i miei. Ma comunque, quando scoppiò la prima guerra del Golfo chiesi a questo amico da che parte stava. Lui mi diede una risposta fantastica: “Je suis pour la logique”. Anche io da allora sono sempre stato dalla parte della logica, non dell’ideologia tout court».

 

Quando cadde il ponte Morandi però lei era qui.

le iene inchiesta sulle mascherine regione lazio 7

«Per tre giorni non ebbi la forza di fare nulla, letteralmente. Chiuso in casa, a letto. Poi commisi un grave errore: presi la Vespa e andai a vedere. Fu terribile. Qui a Palazzo Ducale abbiamo raccolto i racconti dal ponte e poi facemmo una serata incredibile. Io non ebbi il coraggio di leggerli prima, piangevo come un bambino».

 

Lei piange spesso o sbaglio?

«Sempre, sono un frignone. Ma la cosa bella è che piango nei momenti sbagliati. Per dire, se guardo le Olimpiadi piango quando alle premiazioni. Non riesco a vedere un film emozionante senza frignare. E pure se rivedo le vecchie puntate di “Scherzi a parte”: quando svelano che è tutto uno scherzo io comincio a lacrimare».

 

È stato a «Scherzi a parte» che lei ha parlato con Berlusconi, vero?

luca bizzarri natale con chi vuoi

«Ci avevano affidato (assieme a Paolo Kessisoglu, ndr) una puntata speciale con scherzi vecchissimi. Chiesti a Fatma Ruffini di intercedere per me per portare Silvio in trasmissione ma lei mi rispose che non ci pensava nemmeno a disturbarlo per così poco.

 

Allora entrai in redazione e dissi ad alta voce: “ma insomma, vorrei tanto Silvio come ospite ma come ci arrivo?”. All’epoca con noi lavorava una ragazza tanto brava quanto bella. Tempo mezz’ora e lei me lo passò al cellulare. Alla fine non venne, comunque».

 

Luca, lei è stato per dieci anni uno dei volti delle «Iene». Nessuna autocritica?

«Ero solo un presentatore ma questo non vuol dire che non potessi esprimere dissenso per qualche servizio. E l’ho fatto. Per me sono stati una famiglia e con alcuni ci sentiamo regolarmente, però, sì, a volte hanno esagerato.

 

Per dire, non amo quel modo di guardare la droga con attenzione morbosa, dal buco della serratura. Non ho amato certi servizi sulle presunte cure anti-cancro. Detto questo, hanno fatto più bene che male alla televisione. Il tampone ai politici è un colpo di genio».

scherzo 'le iene' a eva grimaldi 12

 

In generale, di che cosa ha paura?

«Ma di tutto. Io vivo nelle paure, vivo terrorizzato, ma sono anche uno che se le va a cercare. Mi piace mettermi nei guai per poterne uscire. Una volta accettai di correre con la macchina, la Sei ore di Misano Adriatico. Quando scesi piansi a dirotto. Sono uno che ama mettersi nei casini. Solo in un pasticcio ho sempre evitato di infilarmi».

 

Quale?

«La paternità. Perché va bene tutto, ma fin lì non riesco ad arrivare».

le intercettazioni di olindo e rosa le iene 5giuseppe conte antonino monteleone giuseppe conte guido alpa paolo kessisoglu luca bizzarri

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....