federico francesca fabbri fellini

“SANDRA MILO DISSE IN TV CHE FU LA SUA AMANTE PER 17 ANNI. FU INOPPORTUNA” - LA NIPOTE GIORNALISTA FRANCESCA RACCONTA FEDERICO FELLINI - "AMAVA MOLTISSIMO LE DONNE? DI QUESTO PREFERISCO NON PARLARE. MA ZIA GIULIETTA ERA IL SUO PILASTRO. E LO È STATA DALL’INIZIO ALLA FINE” - LE INCAZZATURE SUL SET, IL CIRCO ORFEI, L’ULTIMO PRANZO AL GRAND HOTEL DI RIMINI E L’AMICIZIA CON GUSTAVO ROL, IL SENSITIVO TORINESE - "CREDEVA ECCOME NEL PARANORMALE? E CI CREDO ANCHE IO. POCO PRIMA CHE LO ZIO MORISSE, ROL MI CHIAMÒ E…”

Amelia Esposito per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

 

Come è stato essere la nipote di un gigante come Federico Fellini?

«Fantastico. Nel senso felliniano del termine.

federico e francesca fabbri fellini 11

 

Fantastico è il mondo che lo zio mi ha mostrato. Mi ha insegnato a sognare, a vivere quella vita a occhi chiusi che per lui contava più della vita a occhi aperti», risponde

Francesca Fabbri Fellini, 59 anni, giornalista, figlia di Maddalena, la sorella del regista, unica nipote, erede e custode della memoria del maestro. La incontriamo a Rimini. Nella sua, nella loro Rimini.

 

Francesca ci apre la porta del suo studio ed è come se entrassimo in un luogo sacro.

E magico. Ci sono il cappello e la sciarpa rossa del regista. Il suo megafono, la sua sedia. I suoi libri, disegni, fotografie.

Ci sono il pavone di Amarcord e il Pinocchio de La voce della luna . Li tocchiamo e ci sembra di sentirla, quella magia.

 

federico fellini

(...)

Ci racconti un momento indimenticabile vissuto assieme a lui.

«Una passeggiata sulla spiaggia: era il suo compleanno, il 20 gennaio. Io avevo 6 anni. Malgrado fosse lui il festeggiato, aveva portato da Roma due regali per me, una mantellina blu e un paio di galosce rosse. Mi vedeva come una bambola, e in effetti lo ero, io così minuta al suo cospetto.

 

Ma mi parlava come se fossi adulta. Alla pari. Quel giorno, tenendomi per mano, mi disse cose bellissime, che a me suonavano come filastrocche. Frasi come “nulla si sa e tutto si immagina” di cui solo molti anni dopo ho capito il significato. Quando tornammo a casa, prese un foglio e i miei pastelli colorati e cominciò a disegnare. Fece un mio ritratto in movimento. Lo chiamò “la Fellinette”. E disse: resterai sempre in questo disegnino, portalo con te. È sempre rimasto con me. È la cosa più importante che mi ha lasciato. Quel disegno è la mia comfort zone».

 

Le faceva molti regali?

«Mi portava qui a Rimini in una bottega che adesso non c’è più e che vendeva giochi di legno e giochi di magia. Lui sceglieva per me. Ogni volta».

sandro milo fellini

 

Suo zio amava il circo. L’ha mai portata a vederne uno?

«La prima volta che andai al circo avevo sei anni e fu proprio con lui. Eravamo a Roma, mi portò al circo Orfei. Rimasi incantata: i costumi di Danilo Donati, gli animali, la regia di Gino Landi. Si chiamava “Il circo delle Mille e una notte”.

 

Lì tutti lo conoscevano, era legatissimo alla famiglia Orfei.

Ricordo che mi presentò i clown. Da allora non ho mai smesso di frequentare gli Orfei e, da più grande, sono persino entrata nella gabbia della tigre. Accompagnata da un domatore, ovviamente».

 

Veniva spesso a trovare la sua famiglia a Rimini?

«Non spesso, a volte veniva lui, altre andavamo a Roma a trovarlo io e la mia mamma, sua sorella. Quando veniva a Rimini la cosa che più desiderava era che le donne di famiglia cucinassero per lui. Ho mille ricordi di noi tutti insieme a tavola. A casa e al ristorante, dove sceglieva al posto nostro. Anche lì!».

 

ritratto di francesca by federico fellini

(...)

 

Ha mai visto suo zio fragile?

«Prima che morisse. Dopo l’operazione, che fu l’inizio della fine, aveva deciso di ritirarsi a Rimini. Andò a vivere al Grand Hotel, il mitico albergo di Amarcord , dove si sentiva a casa potendo però stare per conto proprio. Amato e coccolato. Poteva vedere i parenti, ma quando voleva lui. In quel periodo vidi piegarsi l’uomo forte, cocciuto e fiero che, comunque, per certi versi continuava a essere. Poi ci fu quel pranzo, l’ultimo».

 

Ci racconti.

«Invitò me e mia madre al Grand Hotel. C’era il brodetto di pesce. Mio zio aveva le calze anti-trombo, che era obbligato a indossare per via dell’intervento.

 

Dopo pranzo, prima che tornasse in camera a riposare, mia madre gli chiese se poteva accompagnarlo per aiutarlo a sfilarsi le calze, giacché era molto impacciato nei movimenti. Lui, orgoglioso com’era, si rifiutò. Ci chiamarono poco dopo dall’hotel. L’avevano trovato riverso sul pavimento della sua stanza privo di conoscenza, era caduto forse proprio nel tentativo di sfilarsi quelle calze».

 

Ha mai visto suo zio arrabbiato?

«Sul set, sì, eccome! Tirava certi urli. Si infuriava se le cose non erano esattamente come voleva che fossero».

 

Aveva un attore del cuore?

«Mastroianni, senza alcun dubbio».

francesca fabbri fellini

 

E un’attrice del cuore?

«Beh, sua moglie, zia Giulietta».

 

Sandra Milo, qualche anno fa, rivelò in tv di essere stata l’amante di Fellini per 17 anni. Che effetto fece a lei e alla sua famiglia?

«Voglio dire solo una cosa, che parlare così, coinvolgendo una persona ormai morta, fu davvero inopportuno da parte di Sandra Milo».

 

Quindi sta dicendo che non è vero che Fellini amava moltissimo le donne?

«Di questo preferisco non parlare».

 

Il rapporto con Giulietta Masina com’era visto dal «di dentro»?

«Zia Giulietta era la sua musa, la sua compagna di vita, il suo pilastro. E lo è stata dall’inizio alla fine».

 

E per la sua Rimini cosa provava?

«Amore e disincanto, diciamo. Sentiva di essere molto invidiato per il suo successo.

Gli erano rimasti pochi amici veri qui».

 

federico e francesca fabbri fellini giulietta masina

Cosa amava di più di questa città?

«Il mare, ma d’inverno. Con quella nebbia che ora non si vede quasi più. Diceva che quando la spiaggia è vuota, senza bagnanti, si possono sentire tutti i suoni della natura: i gabbiani, le onde, lo scricchiolio delle conchiglie sotto le scarpe. Lo trovava incantevole, poetico».

 

Riccardo, il fratello di Federico, era un documentarista. Andavano d’accordo i due?

«Per lo zio Riccardo non era facile essere il fratello di. Era un fardello molto pesante.

federico fellini 1

Riccardo di sicuro non aveva un carattere semplice, fatto sta che c’erano tanti attriti fra i due. Riccardo morì per un ictus nel ’91. E il destino ha voluto che lo zio Federico morisse nello stesso letto al Policlinico Umberto I. Proprio lo stesso. Infatti, quando Federico si vide portare in quella camera dove era morto suo fratello pensò subito al peggio. Poi, per come era lui, sensitivo e convinto che le coincidenze non siano tali...».

 

Suo zio era molto amico di Gustavo Roll, il sensitivo torinese. Credeva davvero nel paranormale?

«Eccome se ci credeva. E ci credo anche io. Poco prima che lo zio morisse, Roll mi chiamò e mi disse di averlo visto fluttuare nel vuoto sopra il letto dell’ospedale. Come se volasse. In un certo senso era così, stava volando via».

federico e francesca fabbri fellinifellini mastroianni nico la dolce vitafellini rol

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…