lucci baget bozzo funari

VIDEO! “A ROBE’ MA PERCHE’ TE SEI VESTITO COME UN VESCOVO?”, “MA PERCHE’ NON TE LO INFILI NEL CULO?” – IL BOTTA E RISPOSTA STRACULT TRA ENRICO LUCCI E DAGO – L’INVIATO DI “STRISCIA”: “NORMALMENTE CHI PRENDO PER IL CULO MI DEVE STARE SUL CAZZO, SE INTERVISTO QUELLO CHE RITENGO UN IDIOTA A QUEL PUNTO FACCIO L'IDIOTA PIÙ DI LUI, MA SENZA FARGLIELO CAPIRE. QUESTO FUNZIONA PERCHE’…" – QUANDO BAGET BOZZO LO CACCIO’ DI CASA E QUELLA VOLTA CON IL SANGUE DI FUNARI - VIDEO

DAGO INTERVISTATO DA ENRICO LUCCI ALL'OPERA: MA PERCHE' NON TE LO INFILI INDERCU...

 

 

 

https://mediasetplay.mediaset.it/video/leiene/lucci-don-gianni-baget-bozzo_F009565101001C14

 

https://mediasetplay.mediaset.it/video/leiene/lucci-lunghia-del-piede-di-funari_F009661501005C10

 

 

Luca Dondoni per “Specchio – La Stampa”

 

lucci dago

Da anni la televisione italiana vede transitare di fronte alle sue telecamere personaggi di ogni specie: bravi, bravissimi, pessimi, inguardabili. è un po' la caratteristica della tv, specie quella generalista: ci si può trovare un po’ di tutto, anche l'improbabile.

 

Alcuni, spesso da inserire nelle due ultime categorie, arrivano alla famosa «firma del contratto» perché spinti da questo o quell'agente potente o potentissimo. Più rari, a dire il vero, quelli che arrivano alla «firma» per conclamata bravura. Quegli uomini o donne che si sono fatti notare perché hanno proposto uno stilema, un genere, un modus di fare televisione intelligente, colto, divertente e trasversale che abbia attirato l'attenzione cogliendo nel centro: Enrico Lucci è uno di loro.

 

Dopo vent' anni a Mediaset, nel 2016 questo 58enne di Velletri, laureato in storia contemporanea, ha lasciato Le Iene per passare alla Rai dove ha condotto la trasmissione in prima serata di Rai 2 Nemo - Nessuno escluso, poi Realiti - Siamo tutti protagonisti e Quelli che il calcio e finalmente è entrato nella squadra di Bianca Berlinguer come inviato di Cartabianca.

vittorio sgarbi sbrocca contro enrico lucci striscia la notizia 4

 

Da pochi mesi lei è tornato a Mediaset ma, conoscendo le dinamiche del Biscione in una specie di riserva indiana per pochi eletti, dall'altra parte di una barricata invisibile che separa chi lavora per Antonio Ricci e chi no. Enrico Lucci inviato di Striscia la notizia non se lo sarebbero aspettati in molti.  Insomma, che cosa è successo?

«Guardi, hanno chiuso Quelli che il calcio, ho telefonato a tutte le persone con le quali avevo lavorato negli anni e Antonio Ricci che mi ha riposto in maniera seria e positiva. Avevo sentito anche quelli delle Iene, ma capisco che è diventato un altro programma rispetto a quello che facevo io ».

 

Ma non erano gli stessi dirigenti che quando se ne andò dissero che quella delle Iene sarebbe sempre stata casa sua?

LUCCI BAGET BOZZO 19

«Eh, si vede che le cose cambiano e va bene così. Con Ricci mi trovo bene, è una persona che ho sempre apprezzato e apprezzo come gli funziona il cervello. E devo dire che sto bene anche con le persone che lavorano da anni con lui, con tutto l'entourage.

 

Dal punto di vista dell'accoglienza è una cosa che non ho trovato dappertutto perché spesso incontri solo gente che pensa agli affari suoi. A Striscia c'è veramente una famiglia, un corpo unico che si muove all'unisono».

 

La sua comicità stralunata, quel gioco che la mette di fronte alla telecamera con l'espressione di chi si sta prendendo gioco dell'intervistato, arriva da molto lontano. Vengono in mente gli "stand up comedians" alla Lenny Bruce, Louis C.K. e più recentemente Ricky Gervais o David Chapelle. Aver portato quel modo di esprimersi, la comicità che non fa sconti a nessuno sulla strada, è stata la sua chiave vincente?

LUCCI BAGET BOZZO

«Guardi lei sta volando troppo alto. Non conosco nessuno dei nomi che ha fatto, ma solo Stanlio & Ollio e Charlie Chaplin e capisce che è già abbastanza impegnativo così. Certo può essere che abbia ragione lei, ma davvero non sono molto portato all'analisi di quello che faccio: lo faccio e basta esattamente come a scuola. Che poi ci riesca o meno è un altro paio di maniche.

 

Comunque possiamo pure dircelo: non piaccio a tutti, non faccio il finto modesto ma non so autoanalizzarmi dal punto di vista della critica televisiva. Però ammetto che mi piace che lo facciano gli altri. Vado dove mi porta la capoccia e il risultato è quello che si vede. E mi veniva naturale già da pischello.

ENRICO LUCCI

 

A scuola per difendermi dai bulli ero uno che menava sempre, ma quando ho beccato uno che me le ha date forte non ho più menato nessuno. È lì che allora ho affinato la mia tecnica per non far ribellare l'interlocutore: entrare dalla finestra mentre lui mi aspetta sulla porta principale».

 

Come quando si piazza fuori dal teatro La Scala di Milano o fuori dai palazzi del potere romani.

«Mi interessa il corto circuito fra ciò che vedo e la situazione in cui mi trovo. Non me la sono mai presa con chi non può difendersi. Ma le dico come funziona per me: normalmente chi prendo per il culo mi deve stare sul cazzo, ma senza fare il muro contro muro.

 

La tecnica è quella di fingere di essere perfettamente d'accordo, di aderire completamente a ciò che non condivido, ad assecondare l'intervistato ignaro portandolo al corto circuito. Se intervisto quello che ritengo un idiota a quel punto faccio l'idiota più di lui, ma senza farglielo capire. Questo funziona perché uno pieno di sé crede davvero a ciò che rappresenta e io non solo glielo lascio dire, ma lo incentivo, lo pompo sinché non dice la madre di tutte le cazzate».

enrico lucci

 

Tipo?

«La scena più forte fu con Gianni Baget Bozzo allora consigliere di Silvio Berlusconi, andai a casa sua e mi cacciò in malo modo; per me fu il risultato più bello perché avevo finto di aderire al suo pensiero per tutta l'intervista.

 

Gli facevo domande e alla fine delle risposte gli dicevo: "ma come hai fatto"? E lo lasciavo andare avanti; all'ultima domanda la mia reazione fu: "ma come hai fatto a sparare questa enorme cazzata"! A quel punto Baget Bozzo si gira e mi caccia da casa. Ecco quello era il top. Secondo lui la Lega sarebbe stato il baluardo contro l'Islam e io non potei non chiedergli come avesse fatto a dire una cazzata così gigantesca»!

 

E Gianfranco Funari?

enrico lucci prova a intervistare renato brunetta

«Qui parliamo di un altro pianeta. Lui mi vedeva come una sorta di figlio naturale e mi sono aggrappato alla situazione. Mi faceva andare a casa sua, voleva prestarmi la Bentley e non era una presa in giro.

 

Da uomo di televisione aveva capito tutto della mia comicità, anche perché anche lui avrebbe fatto di tutto per la riuscita di un'intuizione. Ricordo quella volta che si ruppe un'unghia davanti alla mia telecamera. Usciva un sacco di sangue, ma aveva capito che la cosa funzionava ed è entrato automaticamente nella parte con uno sketch da paura. Mi voleva bene e gli ho voluto bene, a volte telefonava di notte e commentava i miei servizi. Ci stava dentro benissimo».

 

Lei ha una laurea in Lettere con indirizzo in Storia Contemporanea all'Università degli Studi di Roma e da studente fu uno dei principali esponenti del movimento studentesco della Pantera.

enrico lucci alla prima dell'opera di roma 3

 «Detesto i discorsi generazionali e tutte quelle disamine sociologiche che si arrogano il diritto di giudicare.

 

Quel periodo è stato bello e importante ci avevo messo tutta la mia energia, l'onestà intellettuale, gli sforzi ma dopo un po' mi sono reso conto che era pieno di figli di papà che stavano lì a perdere tempo e io non potevo permettermelo.

 

Ho mollato tutto e mi sono laureato ma ho un ricordo bellissimo; come in tutte le rivoluzioni alcune cose sono positive come l'ideologia, che è meravigliosa, ma bisogna sempre coltivarla. Noi comunisti poi, perché sono stato, sono e rimango comunista, siamo contro ogni fede. Quando vedo chiacchiere a vanvera anche a sinistra vado via».

 

Spesso indossa un colbacco da vecchio soldato, col paraorecchie, di quelli sovietici d'antan. Di questi tempi un po' anacronistico.

enrico lucci alla prima dell'opera di roma 5

«Il motivo del perché ho quel cappello è che ha il paraorecchie; le confesso di aver sotto anche le mutandone di lana perché sono freddolosissimo. Quello poi è un cappello da aviatore cinese e me lo stringo alle orecchie e mi fa caldo ma se lei ci vede qualche analogia con Yuri Gagarin sono felicissimo».

 

Anche se la Russia che fu oggi è un'altra cosa ed è sotto i riflettori per tutt' altri motivi.

 «Un popolo che ha vissuto una catastrofe come il crollo dell'Unione Sovietica mentre i liberali dell'Occidente applaudivano felici e contenti. Basta parlare con un ex sovietico, a parte i miliardari che si sono arricchiti, e capire che quel popolo ha sofferto il crollo di uno schema diventato anacronistico.

LUCCI FUNARI

 

Io ero per Gorbaciov e lui tentava di modernizzare la Russia. All'Occidente della Perestrojka non gliene fregava niente. A occidente volevano praterie per offrire a mafia, camorra e ndrangheta il modo per riciclare tutto il riciclabile. Quello è stato un popolo che andava rinnovato ma lo ha fatto nel peggiore dei modi, grazie all'Occidente».

 

Quindi ha ancora senso dirsi comunisti oggi?

«Certo, vedo tanti che una volta scrivevano sul Manifesto diventati megafoni degli americani. Per me essere comunista significa applicare il senso della ragione (come dice Marx), la coscienza critica rispetto a chi hai di fronte.

anna falchi enrico lucci foto di bacco

 

Io non voglio fare il nostalgico, tanto meno le pagliacciate del "come era bello una volta". Io sono un razionalista progressista del terzo millennio. Non sono una macchietta del vetero comunismo. Applico la razionalità al mondo contemporaneo».

 

Un'ultima cosa, riguardo alla sua famiglia della quale non parla e protegge(la compagna si chiama Diana e hanno un figlio di 5 anni mezzo): come vive il suo lavoro e la sua popolarità?

«Se c'è una cosa che è la vera ricchezza, dopo la salute e i soldi, è la privacy. La privacy è il grande valore del futuro quando tutti avranno messo i cazzi propri in vetrina. E pensando di essere più fighi saranno mortalmente vulnerabili. Meno fai sapere di te stesso e più sei libero e felice».

 

 

bruno vespa enrico lucci matteo salvini foto di bacco (2)bruno vespa enrico lucci con la sagoma di berlusconi e matteo salvini foto di bacco (2)enrico lucci intervista marisela federici foto di bacco (1)enrico lucci foto di baccoleonardo zappalà luccienrico lucci intervista vespa e sallusti foto di baccofunari luccilucci d'agostinoREALITI SCIO LELE MORA EMILIO FEDE ENRICO LUCCI CON MASCHERA DI BERLUSCONIlucci incontra funariREALITI SCIO LELE MORA EMILIO FEDE ENRICO LUCCI enrico lucci intervista matteo salvini foto di baccoLUCCI FUNARI 19

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…