assalto cgil

CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! - SOFFERMANDOSI SUI DISORDINI DI PIAZZA PROVOCATI DAGLI ANTI GREEN PASS A ROMA, CULMINATI CON LE DEVASTAZIONI NEGLI UFFICI DELLA CGIL, LUCA SABLONE SCRIVE SUL SITO DEL "GIORNALE": “LA SEDE DEL SINDACATO È STATA ASSALTATA DA ALCUNI PROTESTANTI”. VALDESI? PENTECOSTALI? EVANGELICI? LUTERANI? CALVINISTI? BATTISTI? PRESBITERIANI? METODISTI?

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

Stefano Lorenzetto

 

Nel supplemento culturale Domenica del Sole 24 Ore torna a colpire il coltissimo Mephisto Waltz. Stavolta parla di una scialuppa «spinta da una ventina di rematori, al pari di una triremi romana».

 

Duole notificargli che si scrive trireme e non triremi (plurale femminile) e che l’antica nave da guerra certo non aveva una ventina di vogatori, ma dai 150 ai 180.

 

Sopra lo svarione nautico, in quella che pomposamente è chiamata «Terza pagina», compare il titolo «Il buon scrittore tiene la Bibbia aperta».

veronica gentili 1

 

Non ci pare che suoni benissimo, considerata la s impura, soprattutto a corredo di un articolo scritto dal cardinale Gianfranco Ravasi, custode pontificio della Cultura con la c maiuscola.

 

***

Nella rubrica Facce di casta, sul Fatto Quotidiano, Veronica Gentili scrive: «Così da un certo momento in poi la titolare del Viminale è diventata il simbolo di tutte le contraddizioni insite al certificato verde».

 

Desideriamo informarla che insito significa «intimamente radicato», pertanto le contraddizioni possono essere insite nel certificato verde, non al certificato verde.

 

***

veronica gentili in don matteo 8

Il sito di Libero riprende da questa rubrica una precedente strigliata a Veronica Gentili ma dimostra di non averne colto appieno il senso: «Parliamo dello “ca vas sans dire”, modo di dire francese che richiede la cediglia.

 

Quel segno grafico che la Gentili ha dimenticato di aggiungere». Per la verità, la telegiornalista aveva anche sbagliato il verbo: si scrive ça va, non ça vas.

 

***

Gianluigi Nuzzi

Per la serie I grandi gialli su Specchio, supplemento della Stampa, Gianluigi Nuzzi si occupa nei seguenti termini di «Carlo “l’ammazzabimbi”. Un serial killer del 1800» (così il titolo): «Ci vollero due anni, ma alla fine i resti del piccolo Luigino Bonecchi vennero ritrovati sotto appena trenta centimetri di terra nel sottoscala della bottega dove Callisto Grandi, classe 1849, da insospettabile cardatore riparava carri».

 

Più avanti, Nuzzi precisa che «Grandi viene arrestato mentre sta cercando di eliminare Amerigo Turchi di nove anni» e dettaglia: «Arrivano i carabinieri, sfondano la porta e sorprendono il cardatore di paese dagli occhi fuori dalle orbite, come indemoniato, che maneggia con un’imponente ruota per passarla sopra il povero Amerigo a terra terrorizzato».

 

giuliano castellino e roberto fiore assalto alla cgil

A parte l’uso creativo del verbo transitivo maneggiare, anche la scheda a corredo dell’articolo conferma che Grandi aveva una bottega nella quale riparava e costruiva carri. Che c’entra dunque la definizione di cardatore, attribuita a chi carda lana, canapa e lino, non a chi si occupa di carri? Senza parlare del deprecabile uso d’indicare un solo anno (qui il 1800) intendendo un secolo (il XIX, cioè l’Ottocento).

 

***

CARLO MARIA VIGANO' DONALD TRUMP

Nella rubrica Il chierico vagante, sul Fatto Quotidiano, Fabrizio D’Esposito demolisce «Monsignor Macchietta alias Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, ispiratore del Vatileaks 1 e cospirazionista anti-bergogliano che propaganda le sciempiaggini di QAnon e del Great Reset». Quanto alle scempiaggini a mezzo stampa, senza la i, ci pare che l’arcivescovo possa contare sui chierici.

 

***

ROMA SCONTRI ASSALTO ALLA SEDE CGIL

Soffermandosi sui disordini di piazza provocati dagli anti green pass a Roma, culminati con le devastazioni negli uffici della Cgil, Luca Sablone scrive sul sito del Giornale: «La sede del sindacato è stata assaltata da alcuni protestanti». Valdesi? Pentecostali? Evangelici? Luterani? Calvinisti? Battisti? Presbiteriani? Metodisti?

 

***

Con quattro righe in prima pagina, Il Fatto Quotidiano riferisce di un’indagine (Concorsopoli) che riguarda l’infettivologo Massimo Galli, pubblicata a pagina 4: «Non solo il caso del “falso verbale”. Secondo le nuove carte dell’inchiesta di Milano, il candidato “prescelto” per la prova finale “ha 45 minuti”, ma l’ex primario del Sacco: “Fanne 15”». Tutto chiaro.

ROMA SCONTRI ASSALTO ALLA SEDE CGIL

 

***

Titolo di un’intervista che occupa due pagine su Domani: «Giorgio Poi è un intimista normcore figlio di Luca Carboni che si ostina con l’indie, anche se non esiste più». Ancora più chiaro.

 

***

Silvia Moscati sul Gazzettino: «“Non si è mai preparati alla perdita di un proprio caro, neanche dopo i 100 anni” sono le parole di Vanna Nube che ha rivissuto recentemente il distacco dalla madre Antonia attraverso la morte dello zio Severino Centenaro, fratello gemello della mamma.

 

I due fratelli avevano 101 anni. Di quel fantastico trio di centenari, a Mogliano è rimasto solo il più giovane del gruppo, Ruggero Nube». Tutto definitivamente chiaro.

Stefano Lorenzetto

 

***

Laura Zangarini sul Corriere della Sera presenta La bottega del caffè di Carlo Goldoni, messa in scena dal regista Paolo Valerio, direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, con Michele Placido nei panni di Don Marzio.

 

La giornalista cita la «ballerina Lisaura che sta soltanto con chi ha da spendere gli “sghei”, i soldi». Premesso che Goldoni in questa e in altre sue commedie parla di bezzi, la grafia corretta della parola, usata più dai veronesi che non dai veneziani, è schei, abbreviazione degli austriaci Scheidemünze, gli spiccioli in uso nel regno Lombardo-Veneto.

 

È vero che sui dizionari Treccani e Zingarelli viene riportata anche la versione sghei, ma solo perché è la forma erronea più utilizzata dai giornalisti italiani. Il grande Luigi Meneghello usava schei, mai sghei, arrivando a porsi un interrogativo in Maredè, maredè: se fosse meglio scrivere «i schei» anziché «gli schei». E Gian Antonio Stella ha intitolato il suo saggio Schei.

 

***

Dalla Gazzetta di Mantova: «È mistero sull’elevato numero di gatti che sarebbe scomparso negli ultimi tempi in città». Toh, è sparito un numero, bravo chi lo ritrova.

 

 

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO