
CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! – TITOLO DAL “CORRIERE DEL VENETO” ONLINE: “VENETO, RIBASSI LAST MINUTE. A FERRAGOSTO OMBRELLONI IN OFFERTA: ‘EVITARE LE SPIAGGE SEMIDESERTE’”. PREFERIRE QUELLE AFFOLLATE - LUCA BOTTURA SULLA “STAMPA”: “PROSEGUONO ORMAI SENZA SOLUZIONE DI ‘CONTINUITÀ’ LE ‘CONTINUE’ UMILIAZIONI INFLITTE DA TRUMP A ‘VOLODYMIR’ ZELENSKY”. LOTTA CONTINUA. AL PLEONASMO. (E COMUNQUE IL NOME ESATTO DI ZELENSKY È VOLODYMYR)
Dalla rubrica “Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto, pubblicata da Il Foglio – Estratto
papa leone XIV incontra gli influencer cattolici
• Cento. Scrivendo sulla Repubblica dei primi cento giorni di Leone XIV, il vaticanista Iacopo Scaramuzzi li festeggia come può e come sa, con numerosi svarioni.
Inizia l’articolo evocando l’esordio di Giovanni Paolo II: «Se mi sbaglierò mi corrigerete», scrive. Ma si fida troppo della sua memoria perché Karol Wojtyla disse: «Se mi sbaglio mi corrigerete», frase peraltro famosissima e che bastava controllare in Rete per non rovinarla in modo così pedestre.
Il giornalista cita poi, in un latino inesistente più che maccheronico, la formula di conferma provvisoria dei capi degli organismi curiali: «donec altier provideatur». Anche i sassi, perlomeno in Vaticano, sanno che recita invece «donec aliter provideatur», cioè «finché non si provveda in modo diverso».
ELEZIONE DI KAROL WOJTYLA - GIOVANNI PAOLO II
Poco più avanti, Scaramuzzi toglie l’accento al «cardinale argentino Fernandez, spauracchio dei conservatori», noto come Tucho, il quale si chiama Fernández. Afferma quindi di sapere che papa Prevost «comunica le decisioni ai collaboratori direttamente via whattsapp».
Per non infierire, diamo credito al vaticanista, ma immaginiamo che si tratti di WhatsApp, e questo lo si sa persino al di fuori delle mura leonine. Stremato da tanta fatica, Scaramuzzi sceglie una chiusa decisamente rivoluzionaria, ricavata da un celebre slogan dei sessantottini: «Cento giorni, alla fine, ce n’est qu’un debut».
ROBERT FRANCIS PREVOST E PAPA KAROL WOJTYLA
Ma quello del vaticanista è un francese «de noantri», perché avrebbe dovuto scrivere «ce n’est qu’un début», con l’accento. Comunque, siamo d’accordo, «non è che un inizio», però ci domandiamo preoccupati quale sarà il seguito degli articoli di Scaramuzzi. [15 agosto 2025]
• Sottofamiglia. Lo scrittore Roberto Saviano sul Corriere della Sera: «Parco Verde di Caivano, è sempre stato controllato da sottofamiglie legate ai Moccia». In attesa che Lo Zingarelli 2027 introduca una specifica categoria antropologica, modificando il lemma botanico sottofamiglia («nella classificazione degli organismi, ciascuna delle categorie sistematiche in cui è suddivisa una famiglia»), ci complimentiamo per la virgola che separa il soggetto dal verbo. [8 agosto 2025]
• Inflazione. Nell’ascriversi i meriti dell’inchiesta denominata Affittopoli, pubblicata nel 1995 dal Giornale guidato da Vittorio Feltri, il direttore di Panorama, Maurizio Belpietro, afferma in un editoriale: «Dovete sapere che all’epoca Inps, Inpdap, Enpas e Inadel, cioè i fondi pensione nel settore pubblico e privato, erano costretti per legge a investire nel mattone.
Gli immobili con i loro affitti dovevano garantire un rendimento sicuro e assicurare dunque le pensioni dei lavoratori nonostante l’inflazione, che ai tempi galoppava a due cifre». Sbagliato. Nel 1995 il tasso d’inflazione in Italia oscillò da un minimo del 3,9 per cento a un massimo del 5,7. In media, fu del 5,23 per cento (il dato è di Global-rates, in linea con le serie storiche dell’Istat), non certo del 10 per cento o superiore.
A meno che nelle «due cifre» Belpietro non abbia bizzarramente ricompreso anche i decimali, nel qual caso avrebbe potuto scrivere che «galoppava a tre cifre».
In particolare, ad agosto del 1995, mese in cui sul Giornale apparve l’inchiesta, Eurostat certificò per l’Italia un tasso d’inflazione del 5,6 per cento, contro il 3,8 dell’anno precedente. Nell’editoriale, Belpietro cita anche il «gruppo di cronisti» che diede vita alla campagna di stampa, del quale «faceva parte Gianmarco Chiocci, attuale direttore del Tg1». Che però si chiama Gian Marco. [13 agosto 2025]
• Fare. Sul Fatto Quotidiano ci si mettono in due, Giacomo Salvini e Paola Zanca, per concepire questo esemplare periodo: «Ma il governo deve fare comunque a fare le corse: il decreto deve essere convertito prima delle ferie estive e c’è da fare ancora il passaggio alla Camera». Ecco perché si chiama Il Fatto. [4 agosto 2025]
• Continuità. Luca Bottura nella rubrica Minimum pax sulla Stampa: «Proseguono ormai senza soluzione di continuità le continue umiliazioni inflitte da Trump a Volodymir Zelensky». Lotta continua. Al pleonasmo. (E comunque il nome esatto di Zelensky è Volodymyr, con due y). [13 agosto 2025]
• Qua. Concetto Vecchio, sulla Repubblica, dedica un ritratto a Giusi Bartolozzi, capo di gabinetto del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, finita al centro del caso Almasri, facendole pronunciare la seguente frase: «“Aggiustiamo di quà, aggiustiamo di là”». Su qui e qua l’accento non va (filastrocca, terza elementare). [7 agosto 2025]
• Beffardo. Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano: «Una vittima che ha atteso invano per mesi di sentirsi sicura e che oggi guarda quel braccialetto elettronico mai applicato come il simbolo beffardo di uno Stato che promette protezione, ma permette all’ex violento di sorridere beffardo da una console». La cena delle beffe. [7 agosto 2025]
• Spiagge. Titolo dal Corriere del Veneto online: «Veneto, ribassi last minute. A Ferragosto ombrelloni in offerta: “Evitare le spiagge semideserte”». Preferire quelle affollate. [8 agosto 2025]