feud bette davis joan crawford susan sarandon jessica lange

LE IENE DI HOLLYWOOD - QUANDO JOAN CRAWFORD VOLEVA RITIRARE L’OSCAR AL POSTO DELL’ODIATA BETTE DAVIS - LA RIVALITÀ TRA LE DUE DIVE, CHE RECITARONO IN ‘CHE FINE HA FATTO BABY JANE?’ (VIDEO - INTEGRALE) È DIVETATA UNA SERIE TV, ‘FEUD’, TRIONFO CAMP SULLA HOLLYWOOD DI UNA VOLTA, CON SUSAN SARANDON E JESSICA LANGE - ECCO COSA FECE LA CRAWFORD PER SABOTARE LA CARRIERA DELLA DAVIS…

VIDEO - ‘CHE FINE HA FATTO BABY JANE’, INTEGRALE

 

 

 

VIDEO - IL TRAILER DI ‘FEUD’

 

 

 

Dall’articolo di Chris Spargo per il ‘Daily Mail

 

joan crawford bette davisjoan crawford bette davis

I giorni precedenti all’uscita di 'Che fine ha fatto Baby Jane?' furono molto tesi, perché i produttori del film erano sicuri - tanto da averlo comunicato alle due star protagoniste, Joan Crawford e Bette Davis – che sarebbe stato un flop; il regista Robert Aldrich, anche produttore della pellicola, era convinto che avrebbe dovuto vendere casa per coprire i debiti.

joan  crawford bette davisjoan crawford bette davis

 

Alla fine però, sia la critica che il pubblico si dimostrarono entusiasti; il film, in effetti, divenne un enorme successo al botteghino e uno meglio recensiti dell'anno.

 

C’erano tutte le ragioni del mondo per essere felici, ma Joan Crawford era stizzita dal fatto che Bette Davis stesse ricevendo più lodi di lei dai critici, e si rifiutò di promuovere il film come risposta alle recensioni.

 

La Davis, invece, decise di promuovere il film andando in ogni talk show possibile e partecipando alle proiezioni nelle sale, cercando anche di godersi ogni momento del suo rientro nella serie A delle attrici.

joan crawfordjoan crawford

 

Le cose si misero ancora meglio quando le dissero di essere stata nominata come migliore attrice agli Oscar per la decima volta, un record mai raggiunto prima da nessun attore o attrice.

 

Crawford non fu così fortunata, perché non venne nominata nella stessa categoria dagli Academy; così, architettò un piano per cercare di sabotare l’eventuale ritiro del premio da parte di Bette Davis e accettarlo al suo posto.

 

jessica lange in feudjessica lange in feud

Tutto è cominciato con le recensioni dei critici che, tuttavia, avrebbero dovuto essere musica per le orecchie di entrambe le star.

 

'La catena di circostanze cresce e la violenza crea violenza. Una volta superato l’inizio un po’ lento, il ritmo del film cresce con forza sempre più dirompente' scrisse ‘Variety’.

feud joan  crawford bette davisfeud joan crawford bette davis

 

Nella sua recensione per ‘Chicago Reader’, Don Drucker, consigliava entusiasta al pubblico di andare a vedere un film 'agghiacciante e isterico'.

 

'Una Bette Davis pacchiana e pazza è un ex star bambina che passa il tempo a torturare la sorella storpia Joan Crawford' scrisse Drucker.

 

'La regia di Aldrich e le interpretazione eccezionali delle due vecchie attrici fanno di questo film un'esperienza'.

 

Non c'era mai stato un altro film come 'Baby Jane', al momento della sua uscita, interpretato com’era da due attrici entrambi oltre i cinquant’anni e privo di qualsiasi attore di primo piano.

feud susan  sarandon jessica langefeud susan sarandon jessica lange

 

Fu comunque un successo e aprì una nuova era a Hollywood, rivitalizzando la carriera di entrambe le protagoniste.

 

Questa reazione positiva, dopo mesi di preoccupazione e panico, avrebbe dovuto rendere le persone coinvolte nella lavorazione del film molto soddisfatte, ma Joan Crawford pare fosse furiosa per il fatto che i critici elogiassero con ammirazione la recitazione della co-star Bette Davis, menzionando meno il suo sforzo attoriale.

 

feud joan crawford bette davisfeud joan crawford bette davis

'La Davis recita con tutta la tecnica barocca che conosce, assolutamente ineguagliata da qualsiasi altra attrice', scrisse James Powers nella sua recensione per ‘The Hollywood Reporter’, lodando, seppure in modo diverso, anche il lavoro svolto dalla Crawford.

 

'La Crawford recita le sue scene di lusinghe, panico e disperazione con aggraziata abilità’, scrisse sempre Powers.

 

'Quello tra le due attrici è un confronto di straordinarie personalità, che si conclude con un pari merito'.

 

Bosley Crowther del ‘New York Times’, tuttavia, fu po'più severo e non sembrò essere affatto impressionato dal lavoro della Crawford.

 

bettie davisbettie davis

'Miss Crawford ha il ruolo meno malevolo e più simpatico. Bloccata in una sedia a rotelle, incapace di contrastare o resistere alla diabolica sorella quando le porge un vassoio del pranzo con un canarino morto o un topo brasato, non deve fare molta fatica a guadagnarsi la compassione del pubblico', scrisse Crowther.

'Ma è così fintamente dolce sorridente, una sempliciotta ingenuamente impotente, che non si può sentore alcuna empatia verso di lei. Non c'è da stupirsi che la sorella pazza la trovi di una noia mortale'.

susan sarandon nei panni di bettie davissusan sarandon nei panni di bettie davis

 

Crawford sperava di vincere il suo secondo Oscar per questo film (ne aveva già vinto uno come miglior attrice nel 1946 per 'Mildred Pierce'), mentre la due volte vincitrice Davis (migliore attrice nel 1935 per 'Dangerous’ e di nuovo nel 1938 per 'Jezebel') inseguiva il suo terzo Oscar, convinta di essere stata derubata nel 1950 del premio, quando la sua straordinaria performance in ‘Eva contro Eva' fu superata da quella di Judy Holliday in 'Nata ieri'.

 

Alla fine, l’Academy celebrò il talento di due degli attori del film. Davis ottenne il record della decima nomination come migliore attrice e il suo grande amico Victor Buono portò a casa il suo secondo Oscar come miglior attore non protagonista.

 

jessica lange nei panni di joan crawfordjessica lange nei panni di joan crawford

Crawford non fu nominata e giurò vendetta che, in effetti, ottenne la notte degli Oscar.

 

Il momento in cui Crawford (interpretato in ‘Feud’ da Jessica Lange) capisce di avere subito questo affronto è al centro di un episodio della serie:  la cameriera della Crawford, Mamacita (interpretato da Jackie Hoffman), intercetta le telefonata la mattina dell’annuncio delle nomination, per evitare il rischio di eventuali chiamate al riguardo.

 

Crawford si sveglia tardi quel giorno, ma quando vede la faccia di Mamacita, capisce tutto e si mette a urlare per la rabbia.

feud susan sarandon jessica langefeud susan sarandon jessica lange

 

La prossima settimana, la serie prende quota e lo sviluppo della vicenda sarà al centro della puntata 'Feud'.

bettie davis bettie davis

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....