
"PENSAVAMO CHE SPRINGSTEEN CI PORTASSE LE HIT, E ARRIVA UN CAZZO DI DISCO FOLK?!" - QUANDO "IL BOSS", NEL 1982, FECE INCAZZARE I DIRIGENTI DELLA CASA DISCOGRAFICA "CBS" PRESENTANDO IL SUO ALBUM "NEBRASKA" - IL PRODUTTORE JON LANDAU LI CONVINSE: "QUESTO NON HA NULLA A CHE VEDERE CON NOI E VOI. QUESTO RIGUARDA BRUCE. DIRO' DI PIÙ: NIENTE TOUR, NIENTE TV, NIENTE INTERVISTE" - DOPO IL BOOM DI CELEBRITA', L'ALLORA 33ENNE SPRINGSTEEN ATTRAVERSO' UNA CRISI D'IDENTITÀ CHE LO PORTO' A REGISTRARE IL DISCO IN UNA CAMERA DA LETTO, CON L'AIUTO DI UN SUO AMICO - IL RACCONTO NEL DOCU-FILM SULLA VITA DELLA ROCKSTAR "DELIVER ME FROM NOWHERE" ("LIBERAMI DAL NULLA")
Estratto dell'articolo di Carlo Massarini per "la Stampa"
«Bruce Springsteen non è chiamato il Boss a caso. Questa è la prima volta in cinquant'anni che Bruce ha lasciato il volante a qualcun altro», racconta Scott Cooper, autore e regista di quello che chiama «un film recitato, col taglio del documentario», Deliver Me From Nowhere, «Liberami dal Nulla».
Il titolo è preso da Open All Night, una delle canzoni di Nebraska, l'album del 1982 che è stato uno dei passaggi più drammatici della carriera dell'allora 33enne, nel momento dell'esplosione di popolarità che gli aveva portato il trionfale tour di The River. Il figlio della provincia, l'eroe r'n'r del New Jersey, era finalmente arrivato là in cima, se il prossimo fosse stato la bomba che aspettavano tutti (la potente Cbs in Testa), la consacrazione sarebbe stata definitiva.
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La storia è andata diversamente, e questo magnifico ritratto di una star alle prese coi suoi demoni lo racconta in maniera passionale. Il ragazzo non-ancora-uomo precipita in una crisi personale dettata dalla ricerca della sua vera identità. Nel film si intrecciano tante storie irrisolte: il rapporto col padre Joseph, depresso e duro, che non ama la sua musica e mamma Adele che lo protegge e incoraggia, lo scontro con l'industria discografica che macina star, l'incapacità di creare delle relazioni che si aprano all'amore e non ne abbiano paura e portino sempre alla fuga, la necessità di essere fedele alle proprie radici, e a se stesso. [...]
Come in quella canzone in cui urla al dj «di queste stazioni strapiene di gospel» «Hey-ho rock'n'roll, Portami via dal nulla! Salvami!», Bruce trova nella musica la sua cura. O meglio, la sua catarsi. Si rifugia in una casa sul lago, e nella solitudine cerca una espiazione.
Sfronda tutto il rumore, le persone, si leva l'armatura da guerriero del r'n'r e va in cerca di qualcosa di vero, di quello che conta veramente. Un giorno vede in tv un film di Terence Malick («Il mio mentore», lo omaggia Scott Cooper), Badlands, in cui i giovani Martin Sheen e Sissy Spacek attraversano il Midwest facendo una strage senza senso («immagino che in questo mondo ci sia della cattiveria», recita l'ultima frase), e questa storia diventa la prima canzone di un album scarno, crudo, oscuro.
Inciso non alla prestigiosa Power Plant ma in camera da letto, unico partner in quest'avventura l'amico del negozio hi-fi che gli porta un registratore a 4 piste e gli fa da tecnico. Bruce vuole «quel suono», intimo e semi-professionale, senza filtri, solo una voce un'armonica e una chitarra acustica, inciso su una cassetta (fatta poi girare «senza custodia»). In aggiunta, solo l'Ecoplex, l'eco «corto» usato dall'Elvis dell'esordio sulla Sun Records. «Non deve essere perfetto, voglio che sia autentico». [...]
BRUCE SPRINGSTEEN IN CONCERTO A BERLINO
Il modello (come sarà poi per The Ghost of Tom Joad) non è più Little Richard ma Woody Guthrie, il suono non è più r'n'r ma folk : «Pensavamo ci portasse le hit, e arriva un cazzo di disco folk?!», sbotta incredulo il dirigente Cbs, momento grandioso, di fronte a un impassibile Landau: «Questo non ha nulla a che vedere con noi e voi, o con le classifiche. Questo riguarda Bruce Springsteen. E noi crediamo in lui. Queste sono le canzoni sulle quali sta lavorando. Dirò di più: niente tour, niente tv, niente interviste».
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Direzione ostinata e contraria. Nebraska arriverà comunque al #3, ma soprattutto nessuno sa ancora che metà delle canzoni scritte per l'album e scartate confluiranno nel mega album successivo. [...]
Di momenti commoventi è disseminato il film, regia, recitazioni fotografia e musica sontuosi. Jeremy Allen White recita molto bene la parte del Boss: non gli assomiglia fisicamente, ma canta alla grande e lo spirito, l'attitudine è quella. Riesce a trasmettere l'empatia e la sofferenza senza la quale Springsteen, Nebraska, e quei due anni così anomali perderebbero di senso. «Credo che molto di questo film riguardi l'onestà, le sensazioni e la percezione. È una storia che parla della incapacità di esprimere i propri sentimenti, di solitudine ma anche di connessioni». [...]
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paul mccartney duetta con bruce springsteen a liverpool
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