amelio 00026233

QUANTO TI AMELIO (ANCHE COL PARRUCCHINO) - “CON I SUOI BALLERINI ALBANESI, HA FATTO MOLTO PIÙ MARIA DE FILIPPI CONTRO IL RAZZISMO CHE NON TUTTI I POLITICI” - ‘’I RICCHI HANNO PIÙ RESPONSABILITÀ DEI POVERI. I POVERI NE HANNO UNA SOLA: QUELLA DI UCCIDERE’’

Malcom Pagani e Fabrizio Corallo per Il Fatto

 

IL BOOM DE SICA - SORDI  downloadIL BOOM DE SICA - SORDI download

 

Compiva sedici anni quel giorno la sua mamma: “I miei genitori mi hanno concepito da adolescenti e sono morti molto giovani. Ormai con l’età li ho superati da un pezzo. Sento di aver usurpato qualcosa”. Del passato, Gianni Amelio ricorda i luoghi: “Il Teatro Politeama di Catanzaro, un gioiello architettonico che come ogni cosa bella da quelle parti, invece di essere restaurata venne abbattuta”, le date e i titoli dei film fondamentali visti da ragazzo:

 

IL BOOM DE SICA - SORDI _35IL BOOM DE SICA - SORDI _35

Il boom di De Sica con Alberto Sordi era del ‘63. Lui interpreta un imprenditore che a un passo dal fallimento medita di vendersi un occhio per mantenere l’altissimo tenore di vita di sua moglie, Gianna Maria Canale. Al Politeama ridiamo moltissimo fino a quando Sordi, disperato, non le propone di andare ad abitare a Catanzaro dove la vita costa meno. Lei inorridisce. Fa una smorfia di disgusto. Si rifiuta. Nel cinema cala il gelo. In silenzio, senza che nessuno si dica nulla, ci chiediamo se in fondo non abbia ragione. Se chi ha scritto il film, Zavattini, non conosca a fondo la nostra realtà”.

 

 

In Calabria, con natali scolpiti nell’inverno del ’45 a San Pietro Magisano, Gianni Amelio ha vissuto le stagioni della formazione. Prima di vincere il Leone d’oro a Venezia ed essere candidato all’Oscar, si fermava sotto altre statuette, quelle votive del paese, ad ascoltare i vecchi: “Raccontavano romanze, vicende tra il vissuto e l’inventato. Io ero ignorantissimo, ma onnivoro di leggende scritte e tramandate.

 

AMELIO 00026233AMELIO 00026233

I cineromanzi che passavano di contrabbando a casa, per me non valevano meno di un libro della Bur. La Rizzoli li faceva pagare 100 lire, ma se il volume era doppio l’investimento equivaleva a un biglietto di prima visione. Il gusto mi diceva ‘vai al cinema e fregatene di Dostoevskij’, il cervello ‘compra Delitto e castigo’. Cosa fare?”.  Tra dubbi e passioni, Amelio ha messo insieme più di 30 film e il prossimo, un documentario: “Passerò agosto alla moviola”, parlerà di ricordi: “Si intitolerà Registro di classe e sarà una storia della scuola elementare italiana dall’800 ad oggi”.

 

Perché un film sulla scuola?

 

AMELIO VOLONTE _640AMELIO VOLONTE _640

Perché in ogni famiglia c’è un tornante ed esiste qualcuno che decide se devi studiare, leggere, zappare la terra o prendere un diploma. A casa mia di laurea non si parlava. Volevano mandarmi alle magistrali, le scuole delle donne per antonomasia. Mi ribellai e mi iscrissi al Classico di nascosto. Mi muovevo curioso. Vedermi leggere, in un’epoca in cui a stento si apriva il sillabario, era già una conquista sociale. Un salto di classe. Io chiedevo consigli di lettura a Mughini.

 

A Giampiero Mughini?

giampiero mughinigiampiero mughini

 

Eravamo a Catania, sul corso principale. Mughini era sconvolto dalla mia ignoranza e che avessi letto i Karamazov a 14 anni non lo commuoveva. Capì che era inutile scavare e che più in là del cinema non andavo. Tentai di parlare di Faulkner e intuii la desolazione. Lui fu comunque generoso. Tornò a casa e stilò una lista di libri da leggere. Una lista scritta a mano, di suo pugno, con elenchi infiniti di libri imprescindibili. Non so, da qualche parte forse ce l’ho ancora.

Gianni Amelio Gianni Amelio

 

Perché Mughini era disgustato da Faulkner?

 

Perché Faulkner, l’immenso Faulkner, non faceva parte delle letture giuste e delle mode dell’epoca. Senza Adorno e i tomi di saggistica, nel ’61, eri fuori dall’orizzonte suggerito dagli intellettuali. Pulsava il desiderio illuminista di sapere le cose senza basarsi sulla narrativa.

 

Lei ha fatto un’altra scelta.

 

Ho vissuto a lungo nell’Italia meridionale, in una condizione di disagio più pratico che esistenziale. In famiglia erano emigrati tutti e non c’era una lira. Un giorno passando davanti a un’edicola, vidi Jeanne Moreau sulla copertina di Cinema Nuovo che la omaggiava come protagonista di Ascensore per il patibolo. Chiesi a mio padre di comprarmi la rivista e lui mi disse che con i soldi non si acquistava la carta, ma il cibo. Mio padre aveva ragione e io avrei dovuto capirlo, ma in quel momento il no fu doloroso. “Mia madre -pensavo- non l’avrebbe mai detto”. Quando minacciai di vendere la mia collezione di Cinema Nuovo perché volevo sostenere gli esami universitari a Messina, mi diede uno schiaffo: “Non ti devi mai separare dalle cose che ami”. Aveva la terza elementare e in vita sua aveva letto solo Cronaca familiare di Pratolini: “Sono tutti così belli i libri?” diceva.

gianni amelio gianni amelio

 

Suo padre era partito per l’Argentina e lì era rimasto per 15 anni.

 

La storia di mio padre non è cominciata con mio padre esattamente come la mia storia non è iniziata con me. Mio nonno aveva già lasciato l’Italia per l’Argentina nel 1930. Mio padre nel ’47 non fece altro che seguire la sua strada. Era una catena.

 

La ragione era economica?

LINTREPIDO DI GIANNI AMELIO LINTREPIDO DI GIANNI AMELIO

 

I soldi erano secondari. L’urgenza era ricongiungersi alla famiglia, capire come mai un genitore fosse partito per l’altra parte del mondo interrompendo ogni comunicazione senza dare più notizia di sé alla moglie e ai figli. Mio padre partì per questa ragione e non scrisse mai la “lettera di richiamo” ai parenti rimasti in Italia. Il padre di suo padre, suo nonno, la famiglia se l’era addirittura rifatta in Sudamerica. L’ho anche incontrata, la mia seconda nonna. Quando mi vide, in un riflesso ancestrale di paura legata alla vendetta, fece istintivamente un salto indietro. Somigliava ad Anna Magnani ne La Rosa tatuata. Pensava fossi arrivato per fare giustizia, per chiudere i conti, per restituire onore a chi era stato abbandonato.

 

 

È stato difficile vivere in Meridione?

GIANNI AMELIO jpegGIANNI AMELIO jpeg

 

È stato difficile affrancarsi da un’ipocrisia diffusa. Non è che nella società meridionale dominino gli ipocriti, a sud si crede veramente in alcuni valori. Il problema è che quei valori sono sbagliati.

 

Quali valori?

 

Quelli che portano a preferire la tradizione affettiva, il familismo amorale e i legami di sangue alla realtà delle cose. Come raccontavo in Così ridevano disegnando un’atroce rapporto tra fratelli in cui uno dei due sacrifica l’altro, il danno non si verifica quando fatichi a capire dove si nasconde il marcio, ma nasce e si espande quando ti illudi di fare cose buone e in verità stai diventando un fuorilegge. Meglio esserlo per vocazione che esserlo malgrado te ingannando gli altri e te stesso.

GIANNI AMELIO E ANTONIO ALBANESE jpegGIANNI AMELIO E ANTONIO ALBANESE jpeg

 

Si sentiva ingannato anche da suo padre?

 

Pensavo: “Non manda soldi, sta in Argentina, non ci fa l’atto di richiamo, starà forse male? E se sta male, perché non torna?” Un giorno del ’59 finalmente tornò. 72 ore dopo era già in fabbrica. L’Italia era cambiata, Svizzera e Germania aprivano le porte, per lavorare non bisognava più attraversare l’Oceano e si poteva rientrare a Sud durante le vacanze estive. La storia di un padre che lascia la famiglia e di un figlio che rimasto solo parte all’avventura per cercarlo l’ho anche scritta. Si chiamava Amado mio e si arenò nei cassetti di Cecchi Gori. In qualche vecchio listino il film era anche annunciato.

 

GIANNI AMELIO GIANNI AMELIO

È una grande storia.

 

Non me lo dite. All’epoca feci anche i sopralluoghi. Vorrei ancora girarlo. Immagino questo ragazzino a cui hanno raccontato per anni che il padre guadagna bene, fa l’elettricista e conduce un’esistenza meravigliosa, raggiungerlo e scoprire la miseria. La attraversano insieme, come due complici della stessa età in lotta per la sopravvivenza. Io e il mio vero padre non avevamo molti anni a distanziarci, ma un rapporto profondamente diverso. Sperare di riprendere un legame che si è interrotto bruscamente nella prima infanzia è un’illusione totale. Non lo acchiappi più. Non ce la fai.

 

GIANNI AMELIO jpegGIANNI AMELIO jpeg

Con il cinema lei ha iniziato presto.

 

Ho lavorato molto fin dal principio. Ho fatto l’aiuto regista per 5 anni e per altri 5 ho girato per la televisione cose di cui non è che mi vergogni completamente. La fine del gioco, il primo film che ho fatto, è bello. E non disconosco neanche lo spot delle Smarties o i ritratti sportivi che facevo per Sprint. Nel ’67 mi occupai del Catanzaro calcio. In una provincia che contava 35.000 emigrati, i calciatori venivano tutti dal nord. Lo intitolai Undici immigrati.

 

Quanto hanno contato Sciascia e Volontè conosciuti in occasione di Porte aperte?

GIANNI D AMELIO GIANNI D AMELIO

 

Devo essere sincero? Non più del servizio per Sprint sul Catanzaro. La verità è che nessuno di noi riesce a capire il momento in cui si sente davvero realizzato. Non c’è il tempo. E per quanto mi riguarda, neanche la smania di fare classifiche retrospettive. Mi sono goduto la mia vita da cineasta e me la godo ancora.

 

Non è orgoglioso neanche di Colpire al cuore, il miglior film italiano di sempre sul terrorismo?

 

Affrontare il terrorismo in tempo reale mi diede un’inquietudine pazzesca. Capitava di mettere in scena un attentato finto quando il giorno prima, nella strada accanto, se ne era verificato uno vero. Mi chiedevo se stessi raccontando con la necessaria lucidità.

5v12 gianni amelio5v12 gianni amelio

 

Colpire al cuore è il suo primo film per il cinema.

 

C’è stata una crescita. Tra il primo film e Porte aperte, mi era fatto i muscoli. Il capo macchinista mi diceva fiero: “Ahò, sei cambiato, me pari Monicelli”. Oggi tra un film e l’altro insegno ai giovani del Centro Sperimentale. Con i ragazzi ho un bel rapporto, senza retorica. Non mi sento Dracula e non succhio loro il sangue. C’è dialettica. A volte i giovani ti fanno incazzare: se nomini Douglas Sirk si fa il vuoto attorno.

 

Lei però continua a insegnare.

 

Anche a bocciare se serve. Il Centro è stato un pezzo importante della mia vita. Ora compie 80 anni e a Venezia alcuni allievi a cui io e il montatore Roberto Perpignani abbiamo dato una mano, presenteranno un film sulla sua storia.

 

Eravamo alla bocciatura.

5v16 gianni amelio5v16 gianni amelio

 

Per uno specifico esame avevamo assegnato un tema su Miracolo a Milano.  Un ragazzo finisce prima degli altri. Mi consegna un compito perfetto, così fitto di riferimenti bibliografici, che senza vocabolario e computer, non poteva che aver copiato per forza. Mi segno il nome e lo aspetto al varco. Il giorno dell’orale gli domando il nome dello sceneggiatore del film. Passa un minuto, ne passano due ed esasperato inizio a sillabare: “Za-vat-ti-ni”. Lui si toglie da sotto il culo La Repubblica e mi fa: “Ma poteva dirmelo, io compro il giornale solo per le sue vignette”. Lo aveva confuso con Forattini.

 

Non lo ha perdonato?

 

L’ho cacciato in quel preciso istante: “La porta che ti è servita per entrare, adesso ti serve anche per uscire”. L’indulgenza sulla cultura cinematografica la puoi avere solo verso una ragazza di 16 anni che si presenta per fare l’attrice. Se ti arriva di fronte Lucia Bosè, ti dici ‘lo schermo si innamorerà di lei’ e chiudi entrambi gli occhi. Per il resto l’indulgenza è indizio di complicità. E io decido di esser complice soltanto di chi mi diverte.

Matteo Renzi da Maria De Filippi ad AmiciMatteo Renzi da Maria De Filippi ad Amici

 

A Venezia, nel 2013, l’accoglienza al suo L’intrepido la divertì pochissimo.

 

Quanto mi avete fatto incazzare. Del film non avete capito una beata minchia e ho provato per la categoria giornalistica una profonda pena. Detto questo, mi avete allungato la vita. Voglio mettermi qui e aspettare con tigna il pentimento generale.

 

Non abbiamo capito il film?

 

È uno dei film più intelligenti, forti e dolorosi degli ultimi 10 anni, ma nemmeno chi lo ha amato lo ha capito davvero. Come cazzo vi è venuto in mente di farmi le pulci come se avessi girato Ladri di biciclette? Ma scherziamo? L’avete preso come un film realistico quando dalla seconda scena, imitando in tutto e per tutto un’inquadratura di Chaplin, vi avevo indicato la chiave. L’Intrepido è un atto di dolore sul presente fatto da uno che dice ‘non voglio piangere’. E se non vuoi piangere allora devi fare il buffone. Come l’omino, come Charlot. Un essere che vive tra il cielo e la terra, tra la fantasia e la realtà.

 

Sullo sfondo passano ricchi e poveri.

Maria De Filippi piange a Italias Got Talent Maria De Filippi piange a Italias Got Talent

 

Come nella vita. Non ho mai pensato che per affrontarla bisognasse possedere una cultura bibliografica, perché l’unica cultura che conti davvero è quella che ti fa interagire con ciò che mangi, con la fame che hai, con chi ami, con chi odi, con i bisogni. Partono sempre da quelli elementari sia i ricchi che i poveri. I ricchi non mi sono simpatici, ma non ho mai demonizzato la ricchezza. Penso soltanto che dovrebbe essere patrimonio di chi la merita. Avere dei soldi in tasca è una cosa talmente importante che farne l’uso giusto è il minimo che si possa chiedere ai ricchi. Hanno più responsabilità dei poveri. I poveri ne hanno una sola: quella di uccidere.

 

A Natalia Aspesi, l’anno scorso, ha rivelato di essere omosessuale.

 

Colpire al cuore  downloadColpire al cuore download

Come ai tempi de Lamerica mi definii albanese. Perché dovevo dire di non essere gay? In nome di quale privilegio? I miei amici lo hanno sempre saputo. La Aspesi mi chiedeva di Felice chi è diverso un mio film non sull’omosessualità di oggi, ma su quella assai più osteggiata dei froci di ieri. Non a caso il mio film non è piaciuto ai gay, ma è stato molto apprezzato dai froci che avevano vissuto la loro scelta in anni cupi. Non ci fu nessun coraggio comunque da parte mia. Il coraggio è dire “ho truffato, ho ingannato, sono un mafioso, accetto le mazzette”. Questo è vero coming-out. Già che ci sono ne faccio un altro: “Io sono eterosessuale”. Non ho mai disdegnato i rapporti con le donne. Spero non ci facciate un titolo però.

Colpire al cuoreColpire al cuore

 

Tra un anticonformismo e l’altro ha elogiato anche Maria De Filippi.

 

Ha fatto molto più lei contro il razzismo che non tutti i capi di Stato presenti ai summit antirazzisti di questi anni. Con i suoi ballerini albanesi, ha liberato un paese intero dagli stereotipi e ha fatto la storia. Non so se ve lo ricordate, ma qualche anno fa, nell’immaginario collettivo, albanese faceva rima con assassino. Io ho adottato un ragazzo albanese. Non dovrei essere grato a quella signora lì?

 

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…