milo manara umberto eco il nome della rosa

“UMBERTO ECO MI FULMINÒ PER UN DISEGNO EROTICO ALLA FIGLIA” – RICORDI E PECCATI DI MILO MANARA, CHE HA APPENA TRASFORMATO IN FUMETTO “IL NOME DELLA ROSA”: “A CARLOTTA ECO PIACEVA UN MIO PERSONAGGIO. COSÌ GLIELO DISEGNAI A MODO MIO, MA NON CHIESI QUANTI ANNI AVESSE LA RAGAZZA. QUANDO INCONTRAI IL PADRE…” – LA VOLTA CHE FU CENSURATO DALLA MARVEL: “DISEGNAI IN UNA COPERTINA SPIDER WOMAN PRATICAMENTE NUDA” – “UNA NOTTE HO DORMITO SU UNA BRANDA, AI PIEDI DEL LETTONE DOVE RONFAVANO FEDERICO FELLINI E GIULIETTA MASINA”

Estratto dell’articolo di Antonio Bozzo per “Panorama”, pubblicato da “La Verità”

 

Milo Manara Il nome della rosa di Umberto Eco

«Quando ho voglia di rilassarmi leggo un saggio di Engels, se invece desidero impegnarmi leggo Corto Maltese». Così la pensava Umberto Eco, che sdoganò i comics presso gli intellettuali con pagine su Steve Canyon, parte del Diario minimo, uscito nel 1963. Nulla di strano dunque se Il nome della rosa, suo bestseller mondiale, è finito in fumetto, disegnato da Milo Manara - 77 anni, nome d’oro delle «nuvole parlanti» -, in libreria con il marchio Oblomov - La Nave di Teseo.

 

Primo volume, presto arriverà il secondo. Manara, conosceva Eco?

«Di sfuggita, era amico di Hugo Pratt. Tra me e Eco ci fu un curioso incidente».

 

Ovvero?

«Fulvia Serra, direttrice del Linus di allora, mi chiese un disegno per la figlia di Umberto. A Carlotta piaceva un mio personaggio, Giuseppe Bergman. Feci il disegno, che aveva qualcosa di erotico, nel mio stile. Tempo dopo mi imbattei in Eco, per caso. E lui, fulminandomi con gli occhi, disse in tono di rimprovero: ecco chi ha fatto quel disegno per Carlotta. Stupidamente non avevo chiesto quanti anni avesse la ragazza».

milo manara 16

 

Nulla in confronto alla censura dell’editrice americana Marvel.

«Tutta colpa della Donna Ragno. Mi piaceva esplorare il mondo dei loro supereroi. Lo aveva fatto il grande Jean Giraud, pseudonimo di Moebius, con Silver Surfer. Disegnai per una copertina Spider Woman praticamente nuda, ma dipinta di rosso, come fosse in calzamaglia, secondo gli usi della casa: un modo ipocrita per salvare il pudore. Aveva una posa tipica di Spider Man, che esaltava al massimo la sua femminilità anatomica. Marvel mi chiuse le porte. Per solidarietà, i disegnatori della scuderia, in testa Frank Cho, si ispirarono a me per altre copertine. Marvel non poteva cacciarli tutti».

 

MILO MANARA DISEGNA IL NOME DELLA ROSA

Quando iniziò a disegnare fumetti?

«A casa mia, in Alto Adige, erano proibiti. Mia mamma, maestra, era convinta che fossero deleteri e con tutte quelle figure allontanassero dalla lettura. I fumetti non hanno fatto parte del mio corredo evolutivo. Leggevo di straforo quelli a casa di amici, per esempio le tavole di Franco Caprioli per Il Vittorioso. Solo dopo anni ho scoperto il nome dell’autore. Credevo che i fumetti nascessero spontaneamente, come le foglie».

 

[…] Non le manca l’aria al giorno d’oggi?

«Oggi c’è un bacchettonismo eccessivo, da destra e sinistra, di impostazione americana e politicamente corretta. Viene anche dal movimento femminista. Dimenticano che l’espressione artistica è anarchica».

 

Si vanta di avere in copertina il nome più grande che quello del personaggio. È così?

la spider woman di milo manara

«Vero, è stata una fortuna non essere legato a un solo personaggio, anche se ho fatto qualche serialità: la giornalista Miele e il mio alter ego Giuseppe Bergman, per esempio. Chi legge Tex o Diabolik è interessato ai personaggi, passa in secondo piano chi li scrive e disegna, almeno presso il grande pubblico. Con me è diverso».

 

Nella vita contano gli incontri. Hugo Pratt?

«Seppi di lui leggendo Sgt. Kirk, rivista su cui Pratt esordì con storie del periodo argentino, su testi di Héctor Oesterheld, l’autore dell’Eternauta, desaperecido e forse buttato in fondo all’oceano dagli squadroni della giunta militare. Sulla stessa rivista lessi La ballata del mare salato, prima storia di Corto Maltese. Feci l’impossibile per rintracciare il Maestro e lo beccai a Lucca, al Festival del fumetto. Mi inginocchiai davanti a lui».

milo manara

 

Addirittura?

«Sì, Pratt si mise a ridere e si divertì perché parlavamo con la stessa inflessione: le nostre origini non sono distanti. Lasciammo Lucca sul mio camper. Hugo ne aveva bisogno per caricarci libri e portarli dalla casa di Milano a Parigi. Poi abbiamo girato insieme mezza Europa e realizzato di concerto due storie. Ce ne sarebbero state altre, tra cui la storia di un gladiatore, un prigioniero celta portato a Roma. Pratt era interessato al confronto tra civiltà. Purtroppo è mancato prima. Non l’ho mai chiamato per nome, solo Maestro, la nostra era un’amicizia asimmetrica. Aveva vent’anni più di me, ma più che un padre era un fratello scapestrato.[…]».

 

milo manara fellini

Altro incontro: Federico Fellini.

«Ogni volta che ne parlo mi viene in mente la branda che fece mettere in anticamera a Chianciano, dove passava le acque con Giulietta Masina. Ero lì anch’io, per disegnare storie tratte da suoi testi: Viaggio a Tulum e Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet, quest’ultimo un film sempre immaginato e mai fatto. Non c’era un buco libero, negli alberghi. Fellini fece portare una brandina e mi trovai a dormire lì, ai piedi del lettone dove ronfavano Federico e Giulietta. Sono stato loro figlio per una notte […]».

 

Autori italiani di oggi che la convincono?

«Paolo Bacilieri: da ragazzino i suoi genitori lo portarono da me. Ora è un nome importante. Poi Zerocalcare, bravissimo, ma gli interessa poco il valore del disegno, guarda più alla parte espressiva. Alcuni lo paragonano a Pazienza, ma Andrea è riuscito a mostrare nel disegno persino se un personaggio ha freddo».

 

Una figura femminile che le piacerebbe disegnare?

Milo Manara Il nome della rosa Milo Manara Il nome della rosa milo manara andrea pazienzaMILO MANARAmilo manara al macromilo manara gulliverianaomaggio di milo manara a valeria marinicaravaggio milo manaramilo manara favolesabrina salerno milo manara 1milo manaraMilo Manara Il nome della rosa

«La cantante Elodie. Mi aveva fatto cercare, può darsi che si faccia. È bella, con atteggiamento libero».

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)