SALVATECI DAL FILM DI MORETTI - FULVIO ABBATE: IN "MIA MADRE" NON C'È UN FILO DI PATHOS, NON C’È UN SOLO MALEDETTO POVERO SEMPLICE COMODINO D’OSPEDALE CHE RIESCA A FARTI PIANGERE, A RESTITUIRTI LA DESOLAZIONE, IL VUOTO, LA PERDITA

fulvio abbate con il suo librofulvio abbate con il suo libro

Fulvio Abbate per www.ilgarantista.it

 

L’altro ieri sono andato al cinema a vedere, con tutta la buona volontà di questo mondo, il nuovo film di Nanni Moretti, “Mia madre”. Ecco la prima scena e non accade nulla, ecco la seconda, la terza. Il film è iniziato da mezz’ora, scorre lì, inesorabile, invisibile, inesistente sullo schermo, e io, personalmente, dopo un po’ che aspetto uno straccio di emozione non ce la faccio proprio più, nel senso che il film in questione sullo schermo non arriva ancora, di più, non arriva mai, non c’è proprio: zero emozione, zero senso del lutto incombente, zero sceneggiatura, zero mondo degli affetti, il nulla.

 

mia madre nanni moretti mia madremia madre nanni moretti mia madre

Così, a un certo punto, sempre lì al buio, lanci o un SOS all’esterno attraverso Facebook (e Twitter), un appello disperato, questo: “Sono al cinema a vedere il nuovo lavoro di Nanni Moretti, già quasi un'ora di film e la storia non è ancora iniziata, nulla. Venite a salvarmi!” Sì, nel frattempo sono trascorsi sessanta minuti.

 

MIA MADRE NANNI MORETTIMIA MADRE NANNI MORETTI

   Mi direte: non sono cose che andrebbero fatte in sala, per buon gusto e rispetto del vicino di poltrona. Tutto vero, educazione richiederebbe ben altro, silenzio e attenzione, ma io, anche dopo un’ora e passa ho ripetuto un nuovo lancio, nel senso che il film continuava a non cominciare, a non esserci: sempre zero senso di commozione, davvero un film inesistente. Proprio zero, brutto.

 

   Ma procediamo con ordine: “Mia madre” dovrebbe raccontare (provo a dirlo con un linguaggio modello base) proprio la morte di una madre, lo sgomento, il senso di angoscia quando i figli prendono a intuire che mamma, benché anziana, sta per lasciarti; assodato che la diagnosi è chiara, netta, e suggerisce, da lì a poco, una telefonata alle pompe funebri, il loculo da acquistare.

 

mia madre nanni morettimia madre nanni moretti

In questo casi, va da sé, poeticamente parlando, cioè in senso narrativo, occorre avere chiari i luoghi del lutto che incombe, fosse anche un povero comodino d’ospedale, oppure un corridoio al neon, o magari l’appartamento dei genitori in procinto d’essere svuotato, un armadio presto vuoto dov’erano invece un tempo gli abiti di chi non c’è più, le povere cose appartenute a tua madre, a lei già composta nella bara o comunque che si appresta a lasciare la vita.

 

mia madre nanni morettimia madre nanni moretti

Nel film di Moretti non c’è nulla di tutto questo, non c’è un solo maledetto povero semplice comodino d’ospedale che riesca a farti piangere, a restituirti la desolazione, il vuoto, la perdita, l’assegno da staccare alle pompe funebri, al contrario c’è il grado meno zero di una sceneggiatura inesistente, non ci sono neppure le cose, i vezzi, le insopportabili battute da ottima gente del XII municipio (già circoscrizione) della Roma di sinistra abbonata, metti, a “Internazionale”, le stesse che sanno dare il nervoso, tipo la pietosa partita a volley tra cardinali del film precedente, modesto anche quello nel suo valore metaforico di inquietudine rispetto alla sorte del pontefice Bersani e del PD-Santa Sede, ma almeno lì, in “Habemus papam”, c’era un costrutto, un intento.

 

mia madre nanni moretti margherita buy mia madre nanni moretti margherita buy

     “Mia madre” non riesce invece neppure ad affermare l’idea che la madre di Moretti, già insegnante di latino e greco al prestigioso Liceo “Visconti”, il più classico dell’Urbe, lo stesso di Pio XII, di Andreotti e della crema di Botteghe Oscure, sia una sorta di Ur-Madre, altro che le modeste madri casalinghe, le povere pianelle ai piedi lungo il corridoio di casa, dei ragazzi di quartiere periferico già studenti IPSIA, e tutto ciò nonostante le battute sui tempi del latino, nonostante i dialoghi mai macchiati dai segni e dagli odori della malattia, dell’ospedale, del cosiddetto “squallore senile”, dove perfino la tracheotomia non sembra lasciare tracce, umori, sangue, merda, pus.

 

mia madre nanni moretti margherita buymia madre nanni moretti margherita buy

Già, nel film di Moretti non c’è mai il tanfo umano di urina e di feci che accompagna sempre tragicamente il trapasso degli anziani. Merito o forse censura operata dalla mediocrità degli sceneggiatori, turisti della cultura e dunque anche della vita e della malattia, dell’agonia?

 

    Non un filo di pathos, dunque, così come non lascia alcuna traccia il racconto parallelo del set del film sulla fabbrica che chiude e con un padrone nuovo venuto dagli Usa, zero anche in questo caso. L’ho già detto che neppure i comodini, totem assoluti del racconto ospedaliero, riescono a mostrarsi, a volare, a commuoverci, sì, proprio a mostrarsi in questo film davvero inesistente? Esci dal film odiando l’ipocrisia dei benpensanti di sinistra. Più l’incapacità degli sceneggiatori. 

john turturro mia madre di nanni morettijohn turturro mia madre di nanni moretti

 

P.S. Questa non è una recensione cinematografica, è semmai lo sfogo di uno spettatore che, da scrittore, altrove ha già raccontato il lutto, la perdita, la morte, senza avere paura delle feci e dell’urina d’ogni umana agonia.

 

 

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…