SOLDI-WOOD! - IL SUO “LINCOLN” RISCHIA DI DI FINIRE IN TV E SPIELBERG SCOPRE DI COLPO CHE HOLLYWOOD ‘’PRESTO POTREBBE IMPLODERE’’

Maurizio Molinari per "La Stampa"

«Hollywood imploderà», parola di Steven Spielberg. Il regista più popolare e influente del mondo del cinema sfrutta l'incontro con gli studenti dell'Università di Southern California per parlare del futuro prossimo di Hollywood con insolita franchezza. «È sufficiente che una mezza dozzina di film da 250 milioni di dollari l'uno facciano flop in rapida successione e avremo un'implosione» dice, con a fianco l'amico e concorrente George Lucas che annuisce.

L'atto di accusa di Spielberg è nei confronti di un'industria del cinema che investe pericolosamente su film da cui si attende facili guadagni, senza badare troppo alla qualità e ignorando spesso l'opinione dei registi. «In questa maniera il crack diventa possibile» sottolinea Spielberg, aggiungendo una storia personale per rafforzare la tesi: «Il mio ultimo film Lincoln per pochissimo non è andato solamente in tv».

Il motivo è che la grande distribuzione esitava, non credeva nella pellicola sul presidente degli Stati Uniti che abolì la schiavitù, mentre al canale tv HBO era piaciuta molto, ed era pronto a farla propria. Solo "il fatto che ho miei investimenti nella distribuzione ha consentito di superare le forti resistenze" ha continuato Spielberg, facendo presente che molti altri registi non hanno tali potenzialità e dunque le loro opere "sono destinate ad andare sempre più verso tv, Internet e più in generale media digitali».

Hollywood è prigioniera della logica delle produzioni imponenti tese ad ottenere comunque dei grandi incassi «ma quando imploderà», prevedono all'unisono Spielberg e Lucas, «la conseguenza sarà che per andare a vedere film come Iron Man 3 bisognerà pagare un biglietto da 35 dollari mentre nelle sale di "Lincoln" si avrà accesso con una spesa più modesta, di 7 dollari».

Andiamo dunque verso una frammentazione dell'industria del cinema «con film di maggiore successo capaci di restare nelle sale anche un anno di seguito con prezzi dei biglietti molto alti» prevede Lucas, tracciando un parallelo con quanto avviene a Broadway, dove i lavori teatrali che attraggono più pubblico vanno in scena per periodi assai lunghi. «D'altra parte quando feci E.T. nel 1982 - osserva Spielberg - il film rimase nelle sale oltre un anno».

La preoccupazione del regista di Schindler's List sta nella convinzione che Hollywood è destinata a dare sempre meno spazio a registi e film di qualità, spingendoli verso i media digitali. Poiché la discussione con gli studenti è avvenuta all'inaugurazione del «Media Center» dell'ateneo, l'accento sullo sviluppo dei nuovi vettori ha tenuto banco. Da qui le lodi a «Netflix», che consente di ricevere a casa i DVD dei film sul mercato.

«Le pellicole che rischiano di uscire dalla grande distribuzione e andare sul altri mercati sono quelle simili al mio Lincoln come a Red Tails di Lucas» ammette Spielberg, ricorrendo al sarcasmo: «ho fatto pochi spettatori ma più di lui». A confermare che l'atmosfera a Hollywood è pesante per i registi è Steven Soderbergh, che al magazine New York definisce «orribile il modo in cui i soldi decidono cosa si vedrà al cinema non tanto per la difficoltà di finanziare le produzioni quanto perché chi ha i soldi pensa di poter spiegare ai registi cosa è giusto o sbagliato girare».

 

STEVEN SPIELBERG E GEORGE LUCAS ALLA SOUTHERN CALIFORNIA UNIVERSITY STEVEN SPIELBERGSTEVEN SPIELBERG E GEORGE LUCAS ALLA SOUTHERN CALIFORNIA UNIVERSITY SPIELBERGSteven SpielbergLINCOLN DI SPIELBERG Iron Man Heartbreaker Armor x Steven SoderberghSTEVEN SPIELBERG E GEORGE LUCAS ALLA SOUTHERN CALIFORNIA UNIVERSITY

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