oliviero toscani

"GLI ITALIANI? UN POPOLO DI FIGLI DI PUTTANA" – OLIVIERO TOSCANI PIROTECNICO: "BERLUSCONI HA ROVINATO L'ITALIA PERCHÉ È UN BUZZURRO, I GRILLINI SONO FINITI ED E’ UN BENE. I QUARANTENNI SONO RIMASTI DELLE MEZZE SEGHE, GUARDI RENZI, SALVINI, HANNO MANGIATO TROPPE MERENDINE" - "VEDO DONNE ROVINATE, TUTTE UGUALI. SI MIGLIORA CON LA CULTURA, NON CON IL FONDOTINTA – LA FERRAGNI? MI PIACE IL SUO POTERE. POSTA CAGATE INUTILI MA È QUELLA CHE USA LA FOTOGRAFIA NEL METODO PIÙ MODERNO" – E POI SPIEGA LA FRASE SUL PONTE MORANDI

SIMONETTA SCIANDIVASCI per Specchio-la Stampa

 

oliviero toscani

Casinista calmo, talvolta ascetico, combinaguai a sua insaputa, polemista senza dolo, padre di sei figli, innamoratissimo di sua moglie, Kirsti Moseng, la migliore delle migliori - una volta ha detto: «Non conta quante donne ho avuto, conta che ho avuto le migliori». E fotografo: capace di ritrarre 800 facce e 58 organi sessuali per campagna, e di far baciare una suora e un prete, e di usare dei preservativi, delle facce, dei migranti in barca per pubblicizzare una marca di vestiti, senza mai mostrare nemmeno un paio di pantaloni. Oliviero Toscani è un artista: «Il mestiere del fotografo non esiste più. O sei artista o sei nulla». Lo ha detto tre anni fa, non ha cambiato idea.

 

Toscani, mi agevoli: si descriva lei.

«Sono uno onesto».

 

E basta?

«Che altro c'è?».

Tutto il resto.

OLIVIERO TOSCANI - CAMPAGNA PUBBLICITARIA JESUS JEANS

«Ma no. Bisogna essere capaci di togliere. Togliere e mettere le cose a nudo».

 

Si spogli. Cosa vede?

«Un ottantenne fortunato».

 

L'età è una cosa bella o brutta?

«È. Avanza e non c'è scelta».

Ma?

«Ma non scio e non corro come quando avevo vent' anni. Un po' mi dispiace, ma lo accetto, è normale, appartiene alla vita. Quelli che vorrebbero essere giovani per sempre sono ridicoli».

Lei detesta qualsiasi tentativo di contrastare il dato di fatto. Persino indossare i tacchi.

«Io detesto gli imbrogli».

 

Se indosso qualcosa che mi fa sentire di più a mio agio, imbroglio?

«Vuoi sembrare chi non sei, quindi non ti vuoi bene».

 

Oppure me ne voglio così tanto da volermi migliorare.

«Ma non si può migliorare.Non con il trucco, almeno. Si migliora con la cultura. Ci sono ciccione infinitamente più belle di certe che faticano a esser magre. Io con una che fa ore di palestra per essere magra non so di cosa potrei parlare. Cosa mi racconta, che dieta fa? Che mi importa di una ossessionata dall'aspetto? ».

Grossolano. Descrive l'ossessione per il corpo come un segno di vacuità.

«Perché lo è».

No. Il corpo può fare molto male. Pensi a quello che ci stanno insegnando i transessuali su quanto è doloroso stare in un corpo che non rappresenta chi si è. Ma vale anche per molto meno, vale anche per chi senza fondotinta s' intimidisce.

«Sui transessuali concordo, mai avuto niente in contrario. Sul fondotinta no».

 

Cos' è la vera bellezza?

«Ingrid Bergman».

E tanto piacere. Ma non possiamo essere tutte come lei.

«Io però voglio lei».

 

Quando va in giro ne vedemolte, di Ingrid Bergman?

Raffaella Carra by Oliviero Toscani

«No. Vedo soprattutto donne rovinate, tutte uguali».

 

Cosa pensa delle ragazzine che si rifiutano di depilarsi e di quelle che si vantano dei loro brufoli?

«Che sono l'altro lato della stessa medaglia».

Agiscono in nome dell'autenticità. È l'eccesso del suo discorso.

«No. Io cerco una bellezza fatta di personalità. Mi piacciono le donne che incutono rispetto da dieci metri di distanza».

 

Esempi?

«Monica Vitti, seria e irresistibile. Aveva una personalità incredibile, si sentiva da lontano la forza della coscienza che aveva di sé. Simone De Beauvoir. Individui liberi che non hanno mai avuto il problema del genere».

Simone De Beauvoir se l'è posto eccome il problema del genere.

«Ma le fregava qualcosa di essere una bambolina?»

Ma lei non ha mai paura di sbagliare?

«Mi faccia una domanda migliore».

 

Ha paura di qualcosa?

«Solo una: di farmi male».

Bene, così si tutela.

«Sì. Per il resto, m' interessa rischiare. Il rischio è una grande opportunità. Non puoi essere creativo ed essere sicuro. L'insicurezza è una fortuna».

 

Mi dice un rischio che sta per assumersi?

«Rispetto al mio lavoro ho sempre fatto le scelte che mi sentivo di fare. Ho sempre ascoltato la voce interna che mi diceva: fai, abbi coraggio. Ed è ancora così».

muhammad ali fotografato da oliviero toscani

 

Non ha mai detto di no?

«Sì, e anche a tante cose interessanti. A Berlusconi quando ha cominciato a lavorare in tv. E tutte le volte che non mi piacevano le cose che dovevo fotografare e lo scopo per cui dovevo farlo».

Ha detto che Chiara Ferragni è la più brava fotografa del nostro tempo.

«No».

 

Lo hanno riportato male?

«La gente ha il cervello piccolo. Ho detto che lei inconsciamente è quella che usa la fotografia nel metodo più moderno. Posta una foto e 22 milioni di persone la vedono subito. Quale altro fotografo ha questo privilegio? Lei usa la fotografia nel modo più estremo che è tecnicamente possibile al giorno d'oggi. Questo ho detto. E ho anche detto che però la fotografia dei social deve ancora andare all'asilo: è totalmente ignorante. È come un bimbo che sarà intelligente ma deve ancora cominciare a scolarizzarsi».

 

Ma Ferragni la segue?

«No, non mi interessa. Però mi piace il suo potere».

Anche il suo lavoro è stato visto da milioni di persone.

«Ma c'è voluto molto tempo».

cover elle francia foto di toscani

 

E non è giusto così? Arrivare con la fatica, dopo molto tempo?

«Non so cosa sia giusto. È così.

Non dico che Ferragni sia una brava fotografa: posta cagate inutili, ma quelle cagate inutili sono viste. Quando ha postato le foto con Luciana Segre, ha avuto un'utilità maggiore di quella che ha quando vende magliette griffate».

 

I social hanno un futuro?

«Il problema è che non hanno un passato. E tutto questo è un pre asilo».

 

Quindi la nuova epoca deve ancora cominciare?

«Sicuro. Quando sento genitori che si lamentano di TikTok, dico: perché non si chiedono come mai, agli occhi dei figli, è più interessante TikTok di loro? Dobbiamo educare i mezzi di comunicazione, non demonizzarli».

 

Educare a usarli?

«No, educare per farli crescere, come è stato fatto con la tv e la radio, dove per anni sono state impiegate le nostre intelligenze migliori, e infatti tante cose le conosciamo perché le abbiamo viste e ascoltate lì.

Certo, adesso la qualità è enormemente calata».

 

Di chi è colpa?

«Non del pubblico. Berlusconi ha rovinato l'Italia perché è un buzzurro ed è riuscito a imporre il gusto di un buzzurro a un Paese di sessanta milioni di persone».

Un Paese che l'ha votato.

«E che però lo ha negato. Come coi grillini: ora che sono finiti, nessuno ammette di averli voluti, di averci creduto».

oliviero toscani

 

E lei ci ha creduto?

«Mai. È un bene che siano finiti».

 

E se il 5 Stelle ritornasse in un'altra forma?

«Le cose che ritornano sono sempre penose».

 

Lei per chi voterà?

«Sono di sinistra».

 

Crede al grande centro?

«Democrazia Cristiana: si chiama così il grande centro. Ed è quello che piace agli italiani.

Io sono radicale. Marco Pannella aveva sempre ragione».

Gli italiani lo amavano e però poi non lo votavano.

«Tipico: un popolo di figli di puttana».

 

oliviero toscani warhol

Cosa teme questo popolo?

«Se stesso».

Però gli italiani la amano anche tanto.

«Quando non mi usano come capro espiatorio. Guardi il casino per il Ponte Morandi».

 

Lei disse: «A chi interessa che caschi un ponte?».

«Ora le dico bene la storia. Io non avevo niente a che fare con Autostrade, ero tornato in Benetton da poco, mi aveva richiamato Luciano, e l'unica volta che gli ho chiesto come andasse con Autostrade, mi aveva detto che non gestiva personalmente quella parte, e che aveva sentito che avevano proposto al gruppo di seguire anche la Salerno Reggio Calabria, ma il gruppo aveva rifiutato perché erano stati informati del fatto che c'erano ponti costruiti con cemento tremendamente scadente. E mi aveva impressionato che ci fossero ponti fatti con cemento scadente. Quando dissi quella frase mi riferivo a questo. Ma mi vennero tutti addosso, io sono sempre il capro espiatorio perfetto».

 

Usciamo dall'Italia.

«Per andare?».

 

In Cina. Le piace?

«Dai cinesi mi aspetto la vera rivoluzione. Non possono rimanere così, senza libertà. Per fortuna, il mondo non è gestito da loro».

E non teme che accadrà?

«No».

 

oliviero toscani pannella

Tornerà la grande America?

«No, ma alla fine l'Occidente è il meno peggio. E l'Occidente non è l'America. Milano è molto più USA del Midwest americano. L'Europa è cultura occidentale, non americana».

 

Vito Mancuso ha scritto su La Stampa che l'Occidente ha bisogno di una nuova utopia, che per lui è tornare a essere umani.

 «Io trovo che l'utopia sia il nome che diamo alle cose che non riusciamo a realizzare».

 

Lei le ha realizzate tutte?

«No. Ma ho fatto parte di una generazione fortunata, migliore di quelli che hanno avuto il padre fascista e il nonno comunista. I quarantenni di oggi sono così e mi hanno deluso profondamente: sono rimasti delle mezze seghe, guardi Renzi, Salvini, questi qui tutti a metà. Sono nati ricchi, come i miei figli, e noi li abbiamo viziati troppo perché pensavamo che non dovessero fare fatica. Risultato: non sanno cosa fare del tempo della loro vita».

 

E cosa c'è da sapere?

«Se vuoi consumarlo o se vuoi viverlo».

oliviero toscani e la mamma

Però i quarantenni hanno inventato la yolo economy, quella che ricorda che si vive una volta sola.

«E che invenzione è? Lo vede che hanno, anzi avete poco talento? Forse avete mangiato troppa roba in scatola».

 

Troppo Mulino Bianco?

«Sì, ecco. Troppe merendine. Non sa quanto ho battagliato contro quello slogan "Dove c'è Barilla c'è casa", di Gavino Sanna. Gli dicevo: Gavino, guarda che dove c'è casa ci sono anche grandi problemi sociali e lui mi rispondeva che io facevo vedere i neri e gli omosessuali. Il mondo della pubblicità, negli anni Ottanta, era pieno di improvvisatori della felicità. Imbroglioni».

La felicità che cos' è?

«La voglia di averla».

La vita che vorrebbe aver avuto?

«Ho fatto tutto quello che avrei voluto fare e ho avuto pure modo di vivere momenti di pigrizia e ripensamento. Ho vissuto dove ho voluto e ora vivo dove voglio vivere. Appartengo alla generazione di Bob Dylan. Abbiamo fatto la nostra storia». Ora ne arriva un'altra. «Speriamo. Son qua che aspetto da quarant' anni».

oliviero toscani e fellinioliviero toscani donna jordanoliviero toscani campagna pubblicitaria per benetton 2oliviero toscani benettonfoto di oliviero toscanifoto di oliviero toscani 11OLIVIERO TOSCANI A STASERA ITALIAselfie toscaniselfie toscanitoscanioliviero toscani campagna pubblicitaria per benettontoscani ponte morandile sardine con luciano benetton e oliviero toscaniOLIVIERO TOSCANIOLIVIERO TOSCANI

 

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