montanelli piroso lorenzetto

“TURATEVI IL NASO MA VOTATE DC” – ANTONELLO PIROSO USA IL MONITO MONTANELLIANO IN CHIAVE ANTI-ASTENSIONE SPIEGANDO CHE QUELLA FRASE NON È DI MONTANELLI MA DI HITLER ("DOVREMO TURARCI IL NASO E ENTRARE NEL REICHSTAG”) - "INDRO NON L'HAI MAI SCRITTA, COME CONFERMA ANCHE L’OTTIMO STEFANO LORENZETTO IN UN LIBRO. EPPURE MONTANELLI NON NE SMENTÌ LA PATERNITÀ: L'UNICA SPIEGAZIONE È CHE…

Antonello Piroso per Dagospia

 

ANTONELLO PIROSO

Nel giugno 1974 arrivò nelle edicole il Giornale Nuovo.Fu fondato, com'è noto, da Indro Montanelli con un manipolo di colleghi per dare voce -questa è la vulgata- a quella borghesia meneghina che non si riconosceva più nella linea "left oriented" presa dal Corriere della Sera, accusato di tirare la volata al Pci per il sorpasso elettorale sulla Dc (avverrà, di un soffio, all'Europee del giugno 1984, risultato sul quale peserà l'improvvisa, drammatica morte di Enrico Berlinguer, con quella enorme folla ai suoi funerali in diretta tv, che creò una suggestione mediatica collettiva di fortissimo impatto emotivo).

 

Nel 1974 Montanelli era elegantemente schifato dalla sinistra, che lo bollava come fascista, salvo poi diventare -due decenni dopo, nel 1994 - un'icona dei "compagnucci della parrocchietta" solo perchè aveva litigato con il suo editore Silvio Berlusconi, che in quel momento a sinistra era più schifato di lui. E siccome si era negli anni di piombo, il decennio infame 1969-1979, tra stragi e terrorismo rosso e nero, fu anche per questo che un commando di killer delle Br decise nel 1977 di gambizzarlo, il "reazionario al servizio delle multinazionali" Montanelli.                                                                                                                                                                                           

indro montanelli

 

Essendo iscritto alla Fgci, cresciuto nel mito di Berlinguer, io non toccavo il Giornale neanche con i guanti: leggevo il Corriere - che abbandonerò nel 1976 per Repubblica- e diffondevo, da militante, l'Unità.Da adulto, su Montanelli e di Montanelli ho letto tanto, ma aggiungerò volentieri anche il libro appena sfornato da Rizzoli, "Come un vascello pirata", sottotitolo: "50 anni de Il Giornale nelle parole del suo fondatore", firmato "Indro Montanelli con Luigi Mascheroni", stimato collega che, con la consueta onestà, si presenta al pubblico senza truffarne la buona fede, non accreditandosi come erede (magari l'unico...) del Fondatore, anche perchè non l'ha mai conosciuto personalmente, essendo entrato al Giornale nel 2001, quando Montanelli se n'era andato già da sette anni, morendo proprio nel 2001.

INDRO MONTANELLI - LUIGI MASCHERONI - COME UN VASCELLO PIRATA

 

Veniamo all'oggi.Siamo alla vigilia delle europee, e si teme lo tsumani delle astensioni. Il Corriere della Sera è arrivato a scrivere che secondo sondaggi riservati, in mano sia a Giorgia Meloni sia a Elly Schlein, l'affluenza al voto potrebbe scendere al di sotto del 40%.   

                                                                                               

 

Vedremo come andrà, ma intanto si moltiplicano gli inviti (di coloro che, a diverso titolo, temono quella che nella loro visione sarebbe una tragedia) a recarsi alle urne.Il tutto condito con citazioni, meme e richiami alla Costituzione. Lungi da me l'idea di salire in cattedra sulla materia: mi limito sommessamente a segnalare che è vero, la Carta definisce il voto "un dovere civico", ma ricordo dai miei esami di giurisprudenza alla Cattolica (sì, ero un catto-comunista) che trattasi di dovere ma non di obbligo, distinzione che pare di lana caprina, ma su cui si sono esercitati i costituzionalisti. E non sarebbe un obbligo perchè l'inadempimento -andando al mare anzichè ai seggi- non è sanzionato.Arrivati fin qui, vi starete chiedendo: " 'A Piro', ma che tte sei fumato, cannabis, e manco light? E' un delirio psichedelico.

ANTONELLO PIROSO - CAVALIERE NERO VIRGIN RADIO

 

Dove stiamo andando a parare?".

 

Semplice: all'uso in chiave anti-astensione del celebre invito di Montanelli, formulato alla vigilia delle politiche del 1976, in cui si temeva l'avvento del Pci (per dire: per paura dei "rossi", Giovanni Sartori mise in vendita la casa di Firenze -andò a vederla perfino Adriano Panatta, che fu più o meno bistrattato: "E' sicuro di potersela permettere?"- per trasferirsi negli Usa, anche se l'eminente politologo, con un sorriso sornione, vent'anni fa mi rimbrottò sollecitandomi a non credere alle "leggende metropolitane"). Do you remember il monito? "Turatevi il naso ma votate Dc".Ebbene, quella frase: a) non è di Montanelli, tanto più cheb)...non l'hai mai scritta!

 

Come lo so?             

antonello piroso 1

 

Torniamo al 1974. Per la Pbe, la Piccola Biblioteca Einaudi, esce una nuova edizione in due volumi della "Storia del Terzo Reich", scritto da William Shirer. Me la comprò mio papà, alla cifra di 9 mila lire, e io la conservo ancora.

 

Me la regalò perchè sapeva che mi ero appassionato alle vicende del nazismo (al punto da presentarmi in seguito alle selezioni di un quiz di Mike Bongiorno: superai l'esame degli esperti, ma fui bocciato in 90 secondi da Mike in persona, perchè non ero "un personaggio"), e non poteva essere altrimenti.

adolf hitler 6

 

Nato in una famiglia di radicate tradizioni "democratiche e antifasciste", mi domandavo come fosse stato possibile che un imbrattatele, o imbianchino che dir si voglia, caporale nella Prima guerra mondiale, fosse arrivato a diventare il Fuhrer con il consenso della maggioranza del popolo tedesco, poi soggiogata e trasformata in una macchina organizzativa di "volontari carnefici".E' stato così che a pagina 184 trovai una frase che mi rimase impressa.

 

Imprigionato per il fallito golpe del 1923, Hitler disse a un suo seguace, Karl Ludecke: "Quando riprenderò la mia attività, sarà necessario perseguire una nuova politica. Invece di sforzarci di conseguire il potere con un'azione armata, DOVREMO TURARCI IL NASO (maiuscole mie, ndP) e entrare nel Reichstag SCENDENDO IN CAMPO (ehm...idem) contro i deputati cattolici e marxisti".Tutto chiaro? La frase è di Hitler.

 

antonello piroso 4

Negli anni ho provato timidamente a spiegare che lo slogan montanelliano aveva quell'ascendenza, ma a chi interessava quello che sapeva un ventenne animatore turistico nei villaggi? (Non che dopo mi sia andata meglio: nel 2016 intervisto pubblicamente Fedele Confalonieri, gli chiedo dei suoi duetti al pianobar con Berlusconi sulle navi da crociera, e Confalonieri replica: "Piroso, non ci si metta anche lei. Mai suonato in crociera, io soffro il mare. Abbiamo suonato nei night e nelle balere". Ma scusi, com'è possibile che lo si continui a dire e a scrivere? "Be', questa la dice lunga sulla pigrizia di una parte della vostra categoria").         

bettino craxi e montanelli

                                                                                                               

 

Ma altrettanto clamorosa è la notizia che ho appreso leggendo "Chi (non) l'ha detto", sottotitolo: "Dizionario delle citazioni sbagliate", autore: l'ottimo Stefano Lorenzetto, che alla storia della frase di cui sopra dedica ben 10 pagine, per documentare la seguente conclusione: "Tutti la ricordano, però il grande Indro non la scrisse mai". Mai. Nè il 4, 5, 13, 21 maggio, nè il 4, 13, 15, 19 e 20 giugno (le date in cui, annota Lorenzetto, Montanelli scrisse sulle elezioni). Non male, no? Persino io credevo di averla letta a quel tempo, confessa Lorenzetto.

 

Eppure Montanelli non ne smentì la paternità: "L'unica spiegazione è che egli si fosse limitato a esprimere il suo pensiero a voce, ma non per iscritto", e che poi -nella memoria dei suoi collaboratori, a cominciare per esempio da Gian Galeazzo Biazzi Vergani, socio di Montanelli nell'avventura del Giornale, presidente della Società europea di edizioni costituita ad hoc ("L'esortazione di Indro a votare Dc turandosi il naso era sacrosanta")- sia stata archiviata come parte di un suo articolo, editoriale, corsivo. Ma interviene un altro amarcord, riportato da Lorenzetto, che aggiunge ulteriore sapore a tutta la ricostruzione.

STEFANO LORENZETTO COVER

 

E' di Giorgio Vecchiato, un altro ex direttore, che nel 2008 scrisse a Sergio Romano per la rubrica sul Corriere che era stata "La stanza di Montanelli": "Con Montanelli ci facemmo delle amichevoli risate. Quando gli mostrai la citazione di Shirer (almeno lui l'aveva letta come me, ndP), un giorno a pranzo da lui, mi pregò di non rovinargli la piazza. Scherzasse o ci tenesse sul serio, non ne scrissi mai".Ps Per la cronaca, anche Mascheroni mi ha autorevolmente confermato: "La frase non l'ha mai detta". Amen.

INDRO MONTANELLI IN UN ILLUSTRAZIONE DI FRANCO BEVILACQUA

antonello piroso

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...