LA TV DEI VESCOVI OFFRE L’ELEMOSINA AI SUOI LAVORATORI PRECARI – FATE SAPERE AL COMPAGNO-CARDINALE ZUPPI CHE "TV2000" HA PROPOSTO A UNA QUARANTINA TRA GIORNALISTI, AUTORI E PROGRAMMISTI, DA ANNI A PARTITA IVA, DI RINUNCIARE A TUTTI I LORO DIRITTI PREGRESSI IN CAMBIO DI 500 EURO – A FRONTE DI UNA PIETRA TOMBALE SULLE POSSIBILI PRETESE, L’EMITTENTE DEI RELIGIOSI NON OFFRE UN'ASSUNZIONE A TEMPO INDETERMINATO, MA SOLO IL RINNOVO DELLA “CONSULENZA”, IN QUELLO CHE ASSOMIGLIA A UN “RICATTO”: O FIRMATE O ADDIO AL LAVORO PRECARIO…
Estratto dell’articolo di Roberto Rotunno per “il Fatto Quotidiano”
Dopo anni di lavoro “a partita Iva” per la televisione dei vescovi, la singolare proposta arrivata da parte dell’editore: rinunciate a tutti i vostri diritti pregressi in cambio di 500 euro. Questo è il contenuto della lettera che Tv 2000 ha inviato in questi giorni a una quarantina tra giornalisti, autori e programmisti. Il verbale di conciliazione è stato redatto dalla commissione dell’Università Luiss di Roma.
A riceverla, come detto, sono stati i professionisti precari che in alcuni casi collaborano con la rete religiosa da oltre dieci anni e che praticamente ogni estate sono costretti a firmare un contratto per una nuova stagione. Formalmente sono “consulenti”, ma di fatto svolgono un normale lavoro di redazione.
In questi giorni devono decidere se accettare questa proposta che però, a fronte di una pietra tombale su tutte le pretese passate, non offre un’assunzione a tempo indeterminato, bensì solo la cifra di 500 euro.
[…] sullo sfondo c’è la pressione generata dalla necessità di questi lavoratori di ottenere il rinnovo del contratto per la stagione 2024/25. Infatti, proprio nell’accordo si fa riferimento a un nuovo contratto di collaborazione che la società offre e che, si dice, sarà regolato tramite un ulteriore accordo separato.
Insomma, l’impressione è che, per continuare a lavorare, bisognerà accettare queste condizioni. In poche parole, rinunciare a eventuali cause di lavoro. Sottoscrivendo l’accordo, infatti, i lavoratori dovranno dichiarare che il loro rapporto di lavoro era genuinamente autonomo, quindi non era soggetto a un potere gerarchico né disciplinare, che non vi erano orari da rispettare né l’obbligo di giustificare assenze o permessi.
Attorno alla vicenda aleggia un certo malumore e un senso di straniamento. Da tempo, infatti, la Cei – e in particolare il presidente cardinale Matteo Maria Zuppi – assumono posizioni molto attente ai diritti sociali e dei lavoratori. E anche numerose uscite di Papa Francesco hanno ricalcato il tema.
“La dignità è ferita anche quando il lavoro non è sufficientemente stabile e compromette progetti e scelte di vita – ha detto il Pontefice lo scorso 13 dicembre – come la creazione di una famiglia e il desiderio dei figli”. [..]
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