gabriele dannunzio

IL VATE MESSO ALL’INDICE - OPERE “PORNOGRAFICHE" ZEPPE DI “LURIDE OSCENITÀ”: LO “SCANDALOSO” D'ANNUNZIO PROCESSATO 4 VOLTE DAL SANT’UFFIZIO: COSI’ CREBBE LA SUA FAMA E LA SIMPATIA DEL DUCE CHE DECISE DI PUBBLICARE TUTTE LE SUE OPERE A SPESE DELLO STATO

Paola Sorge per Il Venerdì - la Repubblica

 

D ANNUNZIOD ANNUNZIO

Tante donne e tanta arroganza: questo è quanto ricorda gran parte degli italiani della vita di Gabriele d' Annunzio; quel paio di poesie che si studiano a scuola non serve certo a riabilitarne la figura, oscurata tra l' altro, all' epoca, dall' accusa di corrompere gli animi dei lettori.

 

Un' accusa che arrivava dalla denigrazione esercitata dalla Chiesa, a più riprese e capillarmente, nei confronti della sua persona e della sua produzione «mistico-sensuale». Reo di «trascinare il cuore nel lezzo di ogni turpitudine», il Vate, unico tra migliaia di scrittori inseriti nell'Index librorum prohibitorum, fu processato ben quattro volte dal Sant' Uffizio, organo della Santa Sede deputato al controllo di quanto veniva pubblicato nel mondo.

 

A cominciare dal 1911, quando fu rappresentato a Parigi Il Martirio di San Sebastiano, interpretato da una donna, per di più ebrea, Ida Rubinstein, fino al 1939, anno in cui andò all' Indice il postumo Solus ad solam, che registra la storia d' amore tra il poeta e Giuseppina Mancini.

 

In realtà quando gli scrittori si occupavano di santi, il Vaticano tremava: spesso si trattava di blasfemia o di anticlericalismo, comunque s' incappava in una perniciosa commistione di sacro e profano che «alterna odor d' incenso a odor di panni sporchi». E così, per la sensualità del protagonista, Il Santo di Fogazzaro, uno dei romanzi più venduti del primo Novecento, sin dal 1906 si trovò all' Indice.

 

D ANNUNZIOD ANNUNZIO

Nel 1920, furono messe all' indice anche le storie voluttuose dell' ingiustamente dimenticato dandy ed ebreo Guido da Verona, da Mimì Bluette a Sciogli le trecce, Maria Maddalena, tutti bestseller del tempo. Ma D' Annunzio, con le sue opere dominate dalla «pornografia», zeppe di «luride oscenità», oltrepassò, per i suoi censori, ogni limite.

Le condanne del Sant' Uffizio sortirono inevitabilmente l' effetto indesiderato di fare a D' Annunzio un' enorme pubblicità.

 

Tutti leggevano "le porcherie" di un personaggio che ai suoi tempi godeva di un prestigio e di una popolarità oggi inimmaginabili: le sue opere venivano tradotte in tutto il mondo, perfino da intellettuali come Walter Benjamin; il Times paragonò il suo volo su Vienna a quelli leggendari cantati dall' Ariosto; a New York un processo intentato al poeta da un funzionario moralista, scandalizzato dal romanzo Il Trionfo della Morte, non fece che aumentarne le quotazioni sul mercato americano.

 

GABRIELE D ANNUNZIOGABRIELE D ANNUNZIO

Fu proprio la sua immensa popolarità a provocare la dura reazione della Santa Sede, spiega Matteo Brera nel libro Novecento all' Indice, uscito per le Edizioni di Storia e letteratura (pp. 360, euro 38), che si occupa, con molti documenti inediti, in grandissima parte degli autori italiani del Novecento accusati di circuire subdolamente e "velenosamente" l'animo dei lettori.

 

Centinaia, lo ricordiamo, gli autori proibiti dal 1559, anno di creazione dell' Indice, da Giordano Bruno a Galilei, da Montaigne a Montesquieu, da Cartesio a Daniel Defoe, Stendhal, Victor Hugo...fino al 1966, anno in cui Paolo VI ha riformato profondamente la Congregazione del Santo Uffizio, cambiandone il nome in Congregazione per la dottrina della fede.

 

Una curiosità, tra gli ultimi a entrare nella lista c' è stata Simone de Beauvoir. Comunque quando Mussolini, nel 1927, decise di pubblicare tutte le opere del Vate a spese dello Stato, beneficiando così un autore messo all' Indice, inasprì le divergenze già esistenti tra il governo e Papa Pio XI, già amareggiato dal fatto che il regime fascista tendeva a sostituirsi alla Chiesa nel suo compito di educare i giovani.

 

dannunzio fazzoletto con il seme dello scrittoredannunzio fazzoletto con il seme dello scrittore

Stampava difatti librini del tipo Il Catechismo del Balilla e dell' Avanguardia Fascista, che iniziava così: «Io sono l' Italia, tua Madre, tua Signora, tua Dea. Non avrai altra Madre, Signora, Dea sopra di me». Ci sarebbe da sorridere, se non si sapesse com' è andata a finire la Storia.

dannunzio al maredannunzio al mareMUSSOLINI E D ANNUNZIO MUSSOLINI E D ANNUNZIO dannunzio al mare dannunzio al mare

 

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…