mario carlo verdone

“LA COMICITÀ? ERA MIO PADRE AL VOLANTE” – CARLO VERDONE: “FU BOCCIATO 7 VOLTE ALL'ESAME. UNA VOLTA PARTE IN PRIMA E RESTA CON QUELLA MARCIA PER UN PO’, POI MI FA 'VEDI CHE BELLA LA NOSTRA MACCHINA?' E ANDIAMO DRITTI CONTRO UN MURO. MIA MADRE: 'FREGNONE, TU NON DEVI GUIDARE PIÙ!' - PAPÀ RIPRESE DOPO 3 ANNI. ANCHE PERCHÉ DOVEMMO LICENZIARE L’AUTISTA. MIA MADRE TROVÒ UN PROFILATTICO E GLI FECE UNA SCENATA. CI AVVERTÌ LA POLIZIA CHE…"

Arianna Finos per “la Repubblica”

 

mario carlo verdone

Torneremo a sorridere. Anche del virus. Carlo Verdone, 69 anni, spende le giornate nel suo attico romano lavorando al nuovo libro e a un progetto cinematografico, "un racconto corale, che non c'entra nulla con la pandemia - spiega - ma che non potrà, come nessun altro film che parli del presente, non considerare ciò che è avvenuto in questo periodo, che resterà nei libri di storia e che ha fermato il mondo. Anche in una commedia, una battuta, un riferimento, non potranno non esserci".

 

Cosa le resterà di questo momento?

"Lo considero un anno che non esiste più, va cancellato. Lo abbiamo buttato al gabinetto. Ci sono stati tanti morti, non una guerra ma un evento altrettanto traumatizzante. Sono orgoglioso per come hanno reagito gli italiani, ci prendevano in giro, siamo stati responsabili e solidali, altro che scusa per non lavorare. Oggi c'è bisogno di costruire un vero, grande partito ambientalista che coinvolga tutto il mondo".

 

 

Che cosa l'ha colpita di più?

mario carlo verdone

"La  figura degli anziani. Quel che è successo ha sancito la mortificazione di persone che a settant'anni sono ancora in buona salute, vecchie solo anagraficamente. Mi ha dato fastidio il cinismo dei Paesi del Nord Europa verso gli anziani, come fossero uno scarto della società 'se more, more, salviamo i giovani'. Enea, lasciando Troia, ha portato sulle spalle il padre Anchise, mica l'ha mollato. I bambini, con la loro purezza, e gli anziani, biblioteche della nostra memoria, sono le parti migliore della società. Ma che vogliamo fare a meno delle Sore Lella?

 

Ogni volta che sui miei social posto la Sora Lella la gente la ricorda con amore, perché ha riso con lei nei miei film, ma anche perché l'avrebbe voluta come nonna, con la sua saggezza, il suo sguardo sardonico, quel bon senso e la profondità. Oggi pagheremo oro per avere in casa una Sora Lella".

 

Come trascorre questi giorni?

CARLO MARIO E LUCA VERDONE

"La mattina cerco di fare io la spesa, anche per prendere una boccata d'aria, bardato con guanti e mascherina. Mi piace osservare le persone, ma ora le vedo tese, tutti hanno fretta di correre a casa. La farmacista mi ha spiegato la gente ha fatto incetta di una medicina che io uso da molti anni, ora indicata utile contro il virus, ne hanno fatto scorta come stecche di sigarette. All'altro estremo una situazione come quella davanti al fruttivendolo lunedì scorso: un tizio spiegava che il giorno prima non aveva trovato un preservativo, le farmacie erano chiuse, alla fine aveva tagliato l'indice dei guanti che usiamo in questi giorni, 'ha funzionato'. E l'altro dietro, serio: 'Ma lo sai che m'hai dato un'idea?'".

 

 

Come organizza le sue giornate?

"In tarda mattinata scrivo il nuovo libro, il pomeriggio ho una riunione con gli sceneggiatori su internet. Mezz'ora di pettegolezzi assurdi che ci fanno ridere tanto, prima di iniziare a lavorare. Poi, quando faccio pausa, vado in terrazzo, ho sempre la macchina fotografica pronta. Sono un appassionato fotografo dei cieli, studio i grandi maestri. Elisabetta Sgarbi e Paolo Mereghetti hanno voluto le foto, che avevano visto solo i miei figli, e ne faranno una mostra a luglio alla Milanesiana che si svolgerà a Napoli. Ma in questi giorni il cielo non aiuta, è di una banalità malinconica, inespressivo. Sembra che abbia anche lui paura della pandemia".

MARIO VERDONE

 

La colonna sonora di questi giorni?

"Quando lavoro mi serve il silenzio assoluto, non posso neanche ascoltare il rumore dei miei passi, ho delle pantofole da Sindaco del Rione Sanità. Ho la sindrome che aveva Ingmar Bergman, me lo ha raccontato il suo giardiniere, l'ho conosciuto qualche anno fa. Quando non lavoro metto i Led Zeppelin e Mark Lanegan, se ho bisogno di serenità, David Crosby. Di notte musica classica a basso volume, Mahler, Debussy".

 

Che capitolo sta scrivendo del libro?

"Il primo viaggio fatto in macchina con mio padre. Per anni viaggiava con l'autista poi mamma e noi figli lo convincemmo a prendere una macchina, anche per la gita domenicale. Ma lui, che teneva grandi conferenze, è stato bocciato sette volte all'esame per la patente. Finalmente un giorno torna dalla motorizzazione, 'ce l'ho fatta', è stata una festa. Un mese dopo ci fa scendere di casa e davanti ai portici c'era una 1100 nera con le gomme fasciate di bianco. Ci batteva il cuore, entravamo dentro come fosse San Pietro.

 

MARIO VERDONE

Un giorno papà mi dice 'ti porto con me', doveva consegnare un articolo all'Ansa. Io ero emozionato. Parte in prima e resta con quella marcia, andavamo a venti all'ora, finalmente mette in terza, arriviamo in Piazza Venezia, gira per una stradina e mi fa 'vedi che bella la nostra macchina?', non raddrizza l'auto e andiamo dritti contro un muro, lui gli occhiali spaccati, io una ferita in testa, la folla, mia madre arriva in taxi, 'fregnone, tu non devi guidare più!'. Pietro Sadun, pittore astrattista anni Sessanta e amico di papà va a vedere il muro e ne fa un quadro bellissimo, si chiama 'Incidente'. Papà non guidò per i successivi tre anni, poi riprese, anche perché dovemmo licenziare l'autista: mia madre trovò un profilattico e fece una scenata a papà. Ci avvertì la polizia che il tizio andava tutte le sere a Caracalla a prostitute".

 

Quando uscirà "Si vive una volta sola"?

MARIO CARLO LUCA VERDONE

"In autunno lo vedrete. Un dolore che non sia arrivato in sala. Con gli attori abbiamo fatto un tour nel Nord: Torino, Milano, vicino Codogno, Piacenza. Ho abbracciato e stretto la mano a migliaia di persone, un miracolo che ne sia uscito indenne".

 

Stiamo tornando a sorridere?

"Detesto i pessimisti, la risata incarna la speranza, l'intelligenza, l'ironia. Dopo la Seconda guerra mondiale siamo tornati a sorridere ed è nata la commedia all'italiana, grande nel mondo. In questi giorni in tanti ridono con i miei social, con i miei film ho fatto compagnia ai miei amici malati di Bergamo e Brescia, che erano soli a casa. Sono guariti tutti. Altro che ipocondriaco: ho regalato leggerezza e conforto, mi sono scoperto più saggio. Le persone mature non buttatele via, perché possono servire ancora molto".

verdonesordi verdoneverdone

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO