governo draghi senato

CON 262 VOTI A FAVORE E 40 CONTRARI, QUELLO DI MARIO DRAGHI È IL TERZO GOVERNO PIÙ VOTATO - NON VIENE SUPERATA LA SOGLIA DEI 281 SENATORI, RECORD DETENUTO DAL GOVERNO MONTI NATO NEL 2011 (OTTENNE PIÙ VOTI, 267 SÌ, ANCHE L'ESECUTIVO GUIDATO DA GIULIO ANDREOTTI, IL SUO QUARTO, NEL 1978) - A MANCARE SONO STATI ANCHE ALCUNI VOTI DI SINISTRA ITALIANA, COMPONENTE DI LEU, E SOPRATTUTTO 15 SENATORI CINQUESTELLE TRA CUI BARBARA LEZZI E NICOLA MORRA (ORA A RISCHIO ESPULSIONE)…

Alessandro Trocino per il "Corriere della Sera"

 

mario draghi stefano patuanelli

Il Senato concede la fiducia al presidente del Consiglio Mario Draghi. Con il sostegno di Partito democratico, Forza Italia, Italia viva, Leu, Movimento Cinque Stelle, Lega e gruppi minori, il nuovo esecutivo ottiene il via libera dell'Aula di Palazzo Madama con 262 voti a favore e 40 contrari (17 assenti e 2 astenuti). È il terzo governo più votato, anche se non viene superata la soglia dei 281 senatori, record detenuto dal governo Monti nato nel 2011 (ottenne più voti, 267 sì, anche l'esecutivo guidato da Giulio Andreotti, il suo quarto, nel 1978).

 

Superata ampiamente, dunque, la soglia della maggioranza assoluta di 161, nonostante le defezioni annunciate. L'unico gruppo che era contrario è quello di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia. Ma a mancare sono stati anche alcuni voti di Sinistra italiana, componente di Leu, e soprattutto dei 5 Stelle. Qui la faglia che si è aperta è ampia. Il malcontento resta molto diffuso e alla fine a votare contro sono stati ben 15 Cinque Stelle: tra loro Barbara Lezzi, Nicola Morra, Fabrizio Ortis e Matteo Mantero.

mario draghi al senato

 

A questi 15 bisogna aggiungere anche 6 assenti. Tutti passibili di espulsione. Diventa possibile, a questo punto, un gruppo di ex M5S. Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi ha apprezzato: «Il presidente Draghi ha pronunciato un discorso di alto profilo, che guarda al futuro. Mi sono riconosciuto nel suo discorso». Il leader della Lega sceglie di puntare sui temi a lui più familiari: «Se sono convinto che i clandestini che arriveranno saranno gestiti diversamente dal nuovo governo? Assolutamente sì, un governo con la Lega, presieduto da une persona seria come Draghi, non può continuare ad avere l'Italia come punto di approdo e di non ripartenza».

 

giancarlo giorgetti mario draghi stefano patuanelli

Sull'euro non commenta l'aggettivo usato da Draghi, «irreversibile», in netta contrapposizione alle sue parole dell'altro giorno. «Ho visto la squadra di governo e poi mi sono decisa per il voto contrario», spiega invece la Meloni, che però apre sulla possibilità di votare il Recovery plan. Il governo Draghi le pare «orientato a sinistra», con il Pd «sovrarappresentato».

 

Da sinistra, arriva il no di Sinistra italiana. Appoggio completo dal Pd di Nicola Zingaretti, che twitta: «Bene il presidente Draghi. Dalle sue parole una conferma: l'Italia è in buone mani». Quanto all'incontro con il leader della Lega, chiarisce: «Ho incontrato Salvini, collaborare non significa annullare l'identità». Con riferimento implicito al «valeva la pena?» di Alessandro Di Battista, commenta così Matteo Renzi, artefice della caduta del Conte II: «Un discorso di speranza, di visione, di orizzonte. Ho ripensato a tutte le critiche e gli insulti che ci siamo presi in queste settimane. Ascoltando Draghi mi sono detto: ne valeva la pena, oggi l'Italia è più forte di ieri».

mario draghi al senato 2

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”