ADDIO PDL - LA GUERRA FRA FALCHI E COLOMBE IN REALTÀ È UNA GUERRA PER LA LEADERSHIP DEI MODERATI ITALIANI DEL DOPO-BANANA

1. DAGOREPORT
La domanda che il Cavaliere Berlusconi Silvio sta ponendo a tutti gli irriducibili talebani del suo partito è tanto semplice quanto efficace e dimostra una volta di più che è davvero un fenomeno. La domanda che pone con sempre più insistenza ai Verdini, alle Santanchè, ai Capezzone, ai Fitto, ai Minzolini è la seguente:

ammesso che sia facile ritirare l'appoggio al Governo e tenere unito il PDL; ammesso (e certamente non concesso da re Giorgio!) che si riesca ad ottenere dopo un lungo braccio di ferro lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate a novembre, nell'imminenza della sentenza della Cassazione sui diritti Mediaset con tutto ciò che si porta dietro;

ammesso che il PDL vinca le elezioni con l'attuale legge elettorale sia alla Camera che al Senato, dal giorno dopo della vittoria come fa a proporsi alla guida del Governo del Paese in modo credibile e soprattutto efficace sul piano interno ed internazionale con la speculazione ancora pesantemente in agguato senza correre il rischio di dover registrare un definitivo fallimento a quel punto irreversibile con ripercussioni pesantissime anche sulle sue aziende?

Gli irriducibili falchi ascoltano, continuano a lavorare per far saltare tutto, magari saldandosi con i malpancisti del PD che non ne possono più del Governo insieme al "nemico" per definizione del Cavaliere, ma non riescono a dare una risposta convincente.

La guerra fra falchi e colombe in realtà è una guerra che nasconde una cosa ben precisa: la leadership dei moderati italiani del dopo-Berlusconi, ma immaginare per esempio la Santanchè o Verdini poter aspirare a questo ruolo è qualcosa che supera l'immaginazione di chiunque.

2. ADDIO PDL, RESUSCITA FORZA ITALIA - LA SANTANCHÈ VERSO LA REGGENZA
Carmelo Lopapa per "La Repubblica"

Forza Italia pronta al decollo e si chiamerà proprio così. Addio Pdl entro luglio, Silvio Berlusconi si riprende in mano il partito, «dobbiamo rivitalizzare, resuscitare una sigla morta». Gli incontri si susseguono tra Arcore e Palazzo Grazioli, dove il brefing di due ore ieri mattina con la vecchia guardia Giancarlo Galan ha segnato solo una delle tappe di avvicinamento. E sarà una rivoluzione.

Salgono le quotazioni della battagliera Daniela Santanché per il ruolo di coordinatore della nuova Forza Italia, quasi a spianare la strada alla leadership del futuro, quella di Marina Berlusconi. La presidentessa Mondadori per ora smentisce qualsiasi impegno, sebbene il coro di sostegno da parte dei dirigenti prosegua. «Non possiamo che ribadire quanto già più volte detto in passato: si tratta di ipotesi che non hanno alcun fondamento» fa
sapere il portavoce Fininvest a proposito delle indiscrezioni delle ultime ore. Berlusconi in realtà tace e lo fa anche rinviando a un generico "vedremo", con tutti i dirigenti che gli chiedono lumi sulla notizia e sulle sue reali intenzioni.

Non è un caso, del resto, se le parlamentari Pdl continuino a incoraggiare Marini. Verdini taglia corto con un significativo: «Decide Berlusconi e il partito». A sorpresa, è il capogruppo alla Camera Renato Brunetta a mostrare più di una perplessità, beccandosi i rimbrotti dei fedelissimi del capo. «A me non piacciono le dinastie, né quelle monarchiche, né quelle democratiche» spiega a Radio24. «Se la dottoressa Marina Berlusconi vuole fare politica la faccia pure, ma non penso sia possibile una investitura a carattere ereditario. Dimostri le capacità, se vale acquisirà ruoli, funzioni, leadership. Io amo il merito, in democrazia è tutto».

Il nodo della successione certo non si scioglie qui. Sarà al centro del dibattito per i prossimi mesi. «La verità è che semmai si votasse entro la primavera 2014 il padre resterebbe al suo posto, più in là, si spiana la strada per Marina» spiega un quotato dirigente Pdl.

Ma la giornata del vertice al Colle in cui l'ex premier garantisce sostegno al governo (come aveva già fatto la sera prima con Enrico Letta a Palazzo Chigi) segna soprattutto la sconfitta dei falchi interni. A poche sono valse le ultime pressioni esercitate da loro nel «gabinetto» ristretto convocato da Berlusconi a Palazzo Grazioli a ora di pranzo, poi ripreso in serata dopo la visita al Quirinale.

Nella residenza del leader ci sono il segretario Alfano, i capigruppo Schifani e Brunetta, con Verdini, Santanché e Capezzone. «Ti stai infilando in un tunnel dal quale non uscirai, sei senza garanzie, bisogna approfittare dell'ultima finestra di fine settembre per andare al voto in autunno» hanno insistito i falchi Verdini, Santanché, Capezzone. Ma ancora una volta non c'è stato nulla da fare. «Meglio star dentro che fuori questo governo» ha replicato il Cavaliere. Per ora conviene così.

Questo non vuol dire che il Pdl resterà immutato, dopo le ultime sconfitte. «Cambio tutto a giorni, preparatevi» ha avvertito lo stato maggiore nel vertice in due tempi. Il capo è già al lavoro, imprenditori e manager e volti nuovi in via di reclutamento in Lombardia e Piemonte, presto nel Nordest. "Reclutatori" e procacciatori di finanziamenti privati su piazza come gli agenti Publitalia alla vigilia della discesa in campo del '94. Della dirigenza di via dell'Umiltà (per altro in via di trasloco nella più modesta sede di Piazza San Lorenzo in Lucina) resterà ben poco. Ne è consapevole lo stesso Alfano che a "Porta a Porta" spiega che sì, «stiamo accelerando il progetto di ritorno a Forza Italia che è in stato avanzato e pressoché irreversibile».

Poi la stilettata alla Santanché: «Capisco la gioia di Daniela che non ha mai fatto parte di Forza Italia e potrà finalmente esordire in questo partito ». È guerra aperta, insomma. In tanti in realtà, da Bondi a Galan ad altri chiedono che sia proprio lei ad avere un ruolo di primo piano.

Resta il fatto che dopo aver visto per oltre due ore Berlusconi, proprio Galan si è presentato alla direzione del Pdl in cui si sarebbe dovuto approvare solo il bilancio interno e ha sparato a zero preannunciando che lui, come altri, non avrebbe più partecipato a riunioni di un partito che dopo tante sconfitte si riunisce solo per discutere dei conti, non prendendo atto della propria estinzione. Per lui e altri esiste già Forza Italia.

E fuori dalla direzione il refrain è lo stesso. «Partito finito, ora avanti con Marina, leader del futuro» per la Santanché, «partito superato, oggi inizia un nuovo corso» per Stefania Prestigiacomo. Per nulla convinti Cicchitto, Gasparri, Matteoli. In festa le "amazzoni", a cominciare dalla Biancofiore sottosegretaria allo Sport. Non sarà una metamorfosi indolore.

 

SILVIO BERLUSCONI CON IL CAPPELLO DI FORZA ITALIAForza ItaliaSantanch berlusconi santanche e berluSILVIO BERLUSCONI DENIS VERDINI Giancarlo Galan marina berlusconi BRUNETTA MARONI ALFANO SCHIFANI Silvio Berlusconi con Alfano e SchifaniQATIPM x

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