boldrini napolitano

ANNALISA CHIRICO: STANDING OVATION PER NAPOLITANO CHE ABBATTE IL POLITICAMENTE CORRETTO IN SALSA ROSA, ''SINDACA ABOMINEVOLE, MINISTRA ORRIBILE''. LE DONNE OSSESSIONATE DALLE DESINENZE DOVREBBERO FARE PACE CON LA STORIA. C'È UNA DONNA AL VERTICE DI FONDO MONETARIO, GERMANIA, FACEBOOK, MINISTERO DELLA DIFESA. ORIANA FALLACI VOLLE CHE SULLA SUA LAPIDE FOSSE SCRITTO ACCANTO AL NOME UNA PAROLA SOLA E SOLITARIA, ‘SCRITTORE’

VIDEO - NAPOLITANO PARLA DELLE PAROLE SINDACA E MINISTRA: ABOMINEVOLI

 

 

 

 

Annalisa Chirico per Dagospia

 

92 minuti di applausi per Giorgio Napolitano. Standing ovation per il presidente emerito della Repubblica. Napolitano, uno di noi. Napolitano, siamo con te. Ci saremmo cimentati nell’ennesimo editoriale a proposito delle boldrinate di ‘Boldrinova’, la Rottermeier della politica italiana, assurta per qualche criptica ragione molto bersaniana alla terza carica dello stato, da allora fustigatrice del fallocentrismo dominante e autoproclamata portavoce delle-donne-per-le-donne. Giorgio Napolitano ci ha sollevato dall’incombenza. Non servono le nostre parole, bastano le sue.

NAPOLITANO BOLDRININAPOLITANO BOLDRINI

 

Implacabili, sferzanti, liberatorie. In un climax ascendente la voce del presidente 92enne non è pacata né conciliante. Trapela la strisciante insofferenza per la religione del politicamente corretto in salsa rosa. E’ il momento dei saluti finali, in occasione della consegna del premio De Sanctis a Roma. ‘Io penso – conclude Napolitano - che il ministro Valeria Fedeli non si dorrà se io mi prendo una licenza che mi sono preso da molto tempo’.

boldrini napolitanoboldrini napolitano

 

 La voce s’irrobustisce: ‘Mi riferisco alla licenza di reagire alla trasformazione di dignitosi vocaboli della lingua italiana nell’orribile appellativo di ministra o nell’abominevole appellativo di sindaca’. Applausi, scroscianti applausi. In platea è seduta lei, Laura Boldrini, la ‘presidentessa’ della Camera che dispensa dettagliate istruzioni su come declinare i nomi al femminile per trasmettere ‘la corretta rappresentazione del genere femminile’.

 

La legislatura in corso si concluderà, più prima che poi, e Boldrini abbandonerà lo scranno che occupò per tre legislature, con rigore e autorevolezza, la ‘signora presidente’ Nilde Iotti. A lei fa riferimento Napolitano quando ribadisce alla Boldrini che continuerà a chiamarla ‘signora presidente’, com’era solito fare con l’esponente del Pci.

 

 

boldrini campionessa di facce schifate con napolitanoboldrini campionessa di facce schifate con napolitano

Il fatto è che le donne ossessionate dalle desinenze dovrebbero fare pace con la storia. E con gli uomini. La lingua non è solo aritmetica delle parole, grammatica e lessico. La lingua è pure stratificazione storica.  Se per un lungo arco della storia umana il potere è stato essenzialmente maschile, l’uso della parola ‘ministro’ si è imposto nel linguaggio per ragioni istituzionali e per consuetudine. Le desinenze non s’impongono con un atto d’imperio, con una circolare ministeriale, a colpi di ridicola pedagogia positivista.

 

Il numero uno della Fed è donna, idem per il Fmi, una donna poteva diventare presidente degli Stati Uniti, il numero due di Facebook è una donna (vedova e con due figli), l’Europa ha un numero di telefono al quale risponde da Berlino, non da Bruxelles, Angela l’inaffondabile, il primo ministro inglese è femmina, come pure la nostra presidente della Camera, diversi ministri sono donne (Pinotti è titolare della Difesa, mica bazzecole), la presidente della più grande azienda culturale del paese, la Rai, è una giornalista (non ‘un giornalist-o’!), il direttore generale di Confindustria è donna, il rettore della Luiss è un avvocato, già ministro della Repubblica, che di nome fa Paola Severino. Segregazione, ma quale?

 

MERKEL-LAGARDEMERKEL-LAGARDE

La rappresentazione femminile che vogliamo è questa. Donne e potere, sublime connubio sin dalla notte dei tempi. Perché le donne danno la vita, e questo le rende strapotenti. Forse ha ragione Aldo Cazzullo che nel suo ultimo libro sostiene che il ventunesimo secolo segnerà il definitivo sorpasso femminile. Ma non per una battaglia ideologica e identitaria che fa rabbrividire, non per la rivendicazione corporativa di aiutini e quote rosa. Abbiamo già dimostrato che lavorando sodo possiamo arrivare in alto, molto in alto.

maria elena boschi firma al quirinalemaria elena boschi firma al quirinale

 

L’italiano però lasciamolo in pace, è una lingua bellissima. ‘Assessora’, ‘ministra’ e ‘sindaca’ sono un tradimento della lingua italiana, della sua armoniosa sonorità. Mi rifiuto di dire ‘sindaca Raggi’, ammesso che resti sindaco. Né intendo piegarmi al ‘sottosegretaria’, cacofonico e fuorviante, che persino una donna autorevole sui tacchi a spillo come Maria Elena Boschi avverte adesso il bisogno di introdurre come correttivo in corso d’opera.

 

Oriana Fallaci volle che sulla sua lapide fosse scritto accanto al nome una parola sola e solitaria, ‘scrittore’.  Nessuno ha mai nutrito il benché minimo dubbio sul fatto che lei fosse una donna, e con due palle così.

la sindaca virginia raggila sindaca virginia raggi

 

la tomba di Oriana Fallaci la tomba di Oriana Fallaci

 

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